La Biblioteca delle Amazzoni Furiose

mercoledì 18 luglio 2012

Che bella festa, che splendida festa




“Che bella festa, che splendida festa tutti fanno per noi.
Ma che giornata, ma che giornata movimentata.
Passa la banda, chissa` chi la manda, a suonare per noi, solo per noi
Che cannonata di serenata
Chi vuole cantare, si puo` prenotare per fare un bel coro con me
Ma che musica, che musica, che musica, maestro, hai trovato la via giusta per la celebrita`
Ma che musica, che musica, che musica, maestro
Questa belle sinfonia il mondo cantera`”

Ve la ricordate questa canzone? Carina, no? Me la cantava sempre la mia mamma quando ero piccola, nonostante la Carra` non le piacesse molto. Non so perche`, ma stamattina, guardando le foto della Race for the Cure organizzata da Susan G. Komen Italia a Roma a fine maggio, mi e` sembrato di risentire l’allegro motivetto.
Una festa, una splendida festa davvero. Non si puo` che definire cosi` l’evento le cui immagini, disponibili sul sito della Fondazione, sprizzano felicita` e allegria. Si comincia con le foto ufficiali che ritraggono le madrine della manifestazione, tra cui l’attrice televisiva Rosanna Banfi, che ha avuto un cancro al seno qualche anno fa, e i rappresentanti del Coni. E non mancano nemmeno le immagini dei nostri beniamini della TV, Geppi Cucciari, Lilli Gruber, col nastrino rosa appuntato sulla giacca. E poi ci sono gli stand degli sponsor, Johnson&Johnson, Revlon, Lottomatica, i palloncini rosa di Neutrogena, per citarne solo alcuni. Il sole e i visi gaii dei partecipanti, pronti a sorridere al flash dei fotografi, rendono la cifra di una giornata passata in allegria a festeggiare…a festeggiare…a festeggiare cosa? Il cancro al seno? E che c’e` da festeggiare? Che c’e` da correre? Chi sono quelli che corrono? Gente col cancro, magari in chemioterapia? Certo che no, come fai a correre durante la chemio? Gente che lo ha avuto e sta facendo l’ormonoterapia che ti sbatte a terra e non ce la fai nemmeno ad alzarti dal letto la mattina? E quelli nelle carrozzine? Chi sono? I bambini che non sanno nemmeno cos’e` il cancro al seno (e meno male!)? Ma che e` sta pagliacciata? Ma cosa fate?
Non c’e` proprio niente da festeggiare. Non c’e` niente da rallegrarsi della propria sopravvivenza, come fa la Banfi. Che cosa vuol dire essere ‘sopravvissute’ quando si tratta di una malattia che puo` ripresentarsi anche a distanza di dieci anni? E` chiaro che non ha nessun senso! E come si fa ad essere tanto contente del fatto che il caso abbia scelto di rinviare per noi il giorno del giudizio e l’abbia affrettato per le migliaia di donne che ogni giorni di cancro al seno muoiono. Perche` il cancro al seno non e` una festa. Di cancro al seno si muore. E che dire della donne che vivono per anni con le metastasi. Ah no, quelle per la Race for the Cure di Susan G. Komen non esistono, perche` non solo non possono correre, ma portano pure sfiga. E non potranno comprare a lungo i prodotti da cui la maratona e` sponsorizzata: hanno la morte addosso!
I prodotti, gia`, i prodotti. I cosmetici, i detergenti per la casa, per il corpo, persino il Lotto. Ma lo sapete che quella roba contiene sostanze fortemente sospettate di svolgere un ruolo di primo piano nella genesi del cancro al seno e quindi nell’epidemia che ci sta falcidiando? E dopo esserci fatte avvelenare, li dovremmo anche comprare? E con quale scusa? Sentiamo? Perche` il 20% del ricavato delle vendite va alla ricerca? E quale ricerca? Su cosa? Fatta come? E il restante 80% se lo mettono in tasca, no? Guadagnano sul cancro al seno, sul dolore e la morte delle donne.
Che bella festa, che splendida festa la Race for the Cure. La festa del cancro al seno. Chi vuole giocare, si puo` prenotare….

2 commenti:

  1. hai ragione da vendere...mi girano!

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  2. Prova a chiedere a Fabrizio Zago, l'ideatore del Bio Dizionario, cosa pensa della maggior parte dei cosmetici che girano.
    La vedo comunque come te; mezze pagliacciate. E perchè invece di "aggirarsi" in queste ormai fiere annuali, invece di esporre il petto alla lotta, non spendono quel tempo e quell'entusiasmo a informarsi, a scavare sulle cause del cancro? Perchè, come dice Sergio Chiesa, i libri non li legge nessuno, nemmeno gli oncologi.

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