Il "medico" di due anni fa non c'e` piu`. Andato. Sparito. Sara` andato in pensione? L'avranno spostato altrove? Non importa. Conta solo che il suo sguardo suino non si riposi sulle mie carte [qui].
Questa volta sono stata previdente: ho chiesto all'oncologa di preparare un certificato di una pagina sola. Poche righe, giusto diagnosi e una data. 2021. Il termine previsto per la fine delle terapie farmacologiche. Tamoxifene una volta al giorno. Decapeptyl ogni 28 giorni.
Il nuovo medico parla in italiano ed e` piu` gentile dell'altro. Non che ci voglia molto.
Mi fa accomodare e ascolta cio` che gli dico: ho il cancro al seno dal 2010 e sono ancora in terapia.
Gli indico il numero di pagina del referto dell'ultima visita oncologica dove ho sottolineato le righe che recitano: "prosegue la terapia ormonale oltre 5 anni".
Mi chiede se ho qualcosa di piu` sintetico. Ecco il certificato. Quello con diagnosi e data.
"Devo continuare fino al 2021".
Nell'angolo in alto a destra del foglio, pero`, scrive 6 gennaio 2020. Passi che si tratta del giorno dell'Epifania, ma perche` un anno di meno?
Si tratta di disposizioni regionali, mi spiega: dopo i primi 5 anni, l'esenzione dal ticket va rinnovata di anno in anno.
"Dal cancro, pero`, non si guarisce", gli faccio presente.
"Come? Certo che si guarisce!"
"E allora perche` in alcune regioni l'esenzione e` a vita per i malati di cancro?"
"Anche qui in Puglia una volta era a vita, ma poi c'era gente che se ne approfittava"
"In che senso?"
"Beh, guarivano e continuavano sempre a non pagare".
Vorrei dirgli che l'esenzione dal ticket per patologia riguarda solo i farmaci e le prestazioni che riguardano la patologia stessa. Che dopo il 2021, anche se dovessi ancora avere l'esenzione e quindi poterlo comprare gratis, il decapeptyl non voglio vederlo neanche piu` in fotografia. Che se la mia oncologa mi dicesse che non ho piu` bisogno di risonanze, mammografie, ecografie, visite e esami del sangue stapperei una bottoglia di buon vino e non metterei mai piu` piede in ospedale. Non credo, pero`, che riuscirei a persuaderlo che ha appena detto un'enorme stronzata. Gli chiedo allora il numero del provvedimento regionale.
"Non lo so"
Da quel giorno il numero del provvedimento regionale e` diventato per me come il santo Graal: lo cerco in ogni dove e non lo trovo.
Ho guardato su internet, ho chiesto su Twitter al governatore della Puglia, nonche` assessore regionale alla sanita`, Michele Emiliano, cosi` attivo sui social. Niente.
Ho scritto, infine, all'ufficio relazioni con il pubblico dell'ASL. La risposta, sollecita, e` stata che secondo la normativa nazionale spetta allo specialista orientare il medico dell'ASL sulla durata dell'esenzione. Esattamente come ho fatto io con il mio certificato di poche righe con diagnosi e data. E il provvedimento regionale secondo cui, in Puglia, trascorsi i primi 5 anni dalla diagnosi, bisogna rinnovare l'esenzione anno per anno?
L'addetta dell'URP gira la mia domanda al direttore amministrativo dell'ASL e all'ufficio esenzione per patologia. Rimango, a tutt'oggi, in attesa di risposta.
Questa volta sono stata previdente: ho chiesto all'oncologa di preparare un certificato di una pagina sola. Poche righe, giusto diagnosi e una data. 2021. Il termine previsto per la fine delle terapie farmacologiche. Tamoxifene una volta al giorno. Decapeptyl ogni 28 giorni.
Il nuovo medico parla in italiano ed e` piu` gentile dell'altro. Non che ci voglia molto.
Mi fa accomodare e ascolta cio` che gli dico: ho il cancro al seno dal 2010 e sono ancora in terapia.
Gli indico il numero di pagina del referto dell'ultima visita oncologica dove ho sottolineato le righe che recitano: "prosegue la terapia ormonale oltre 5 anni".
Mi chiede se ho qualcosa di piu` sintetico. Ecco il certificato. Quello con diagnosi e data.
"Devo continuare fino al 2021".
Nell'angolo in alto a destra del foglio, pero`, scrive 6 gennaio 2020. Passi che si tratta del giorno dell'Epifania, ma perche` un anno di meno?
Si tratta di disposizioni regionali, mi spiega: dopo i primi 5 anni, l'esenzione dal ticket va rinnovata di anno in anno.
"Dal cancro, pero`, non si guarisce", gli faccio presente.
"Come? Certo che si guarisce!"
"E allora perche` in alcune regioni l'esenzione e` a vita per i malati di cancro?"
"Anche qui in Puglia una volta era a vita, ma poi c'era gente che se ne approfittava"
"In che senso?"
"Beh, guarivano e continuavano sempre a non pagare".
Vorrei dirgli che l'esenzione dal ticket per patologia riguarda solo i farmaci e le prestazioni che riguardano la patologia stessa. Che dopo il 2021, anche se dovessi ancora avere l'esenzione e quindi poterlo comprare gratis, il decapeptyl non voglio vederlo neanche piu` in fotografia. Che se la mia oncologa mi dicesse che non ho piu` bisogno di risonanze, mammografie, ecografie, visite e esami del sangue stapperei una bottoglia di buon vino e non metterei mai piu` piede in ospedale. Non credo, pero`, che riuscirei a persuaderlo che ha appena detto un'enorme stronzata. Gli chiedo allora il numero del provvedimento regionale.
"Non lo so"
Da quel giorno il numero del provvedimento regionale e` diventato per me come il santo Graal: lo cerco in ogni dove e non lo trovo.
Ho guardato su internet, ho chiesto su Twitter al governatore della Puglia, nonche` assessore regionale alla sanita`, Michele Emiliano, cosi` attivo sui social. Niente.
Ho scritto, infine, all'ufficio relazioni con il pubblico dell'ASL. La risposta, sollecita, e` stata che secondo la normativa nazionale spetta allo specialista orientare il medico dell'ASL sulla durata dell'esenzione. Esattamente come ho fatto io con il mio certificato di poche righe con diagnosi e data. E il provvedimento regionale secondo cui, in Puglia, trascorsi i primi 5 anni dalla diagnosi, bisogna rinnovare l'esenzione anno per anno?
L'addetta dell'URP gira la mia domanda al direttore amministrativo dell'ASL e all'ufficio esenzione per patologia. Rimango, a tutt'oggi, in attesa di risposta.