giovedì 28 luglio 2016

Il cancro fa schifo

Puo` capitare, a distanza di 6 anni dalla diagnosi, di distrarsi dal cancro. Non che il pensiero non si affacci nella mente almeno una volta al giorno. Diventa pero` piu` fugace. Se bisogna prendere decisioni importanti riguardo al proseguimento delle terapie si cerca di scacciarlo. Addirittura e` possibile leggere notizie riguardanti la malattia facendo finta che la cosa non ci riguardi.
Arriva, pero`, il momento in cui la realta` ti si schianta in faccia. E ti annienta. Nel corpo, prima di tutto. E` il giorno della siringa blocca-ovaie. La faccio da 5 e mezzo ogni 3 lunedi`. Prima di andare a dormire, il marito mescola la polverina e il solvente, aspira il liquido e lo inietta. La mattina dopo sembra non sia successo nulla. Verso il pomeriggio, le forze cominciano a venire meno, la pressione scende, il cuore pompa a fatica. Due giorni dopo, sono occhiaie e gambe di ricotta. I pensieri stanno insieme a fatica, senza riuscire a fissarsi da nessuna parte. E ti sale la rabbia. Per il cancro a 30 anni. Per i 5 anni di terapia in cui ti sei gonfiata come un pallone, in cui hanno combattuto ogni singolo giorno la battaglia impossibile da vincere con la fatigue. Per quelli che seguiranno nella stessa situazione. Tutto cio` che hai da dire sono parolacce. Parole volgari. Come il cancro. Come l'indifferenza verso la vita rovinata di tante, troppe donne. 

venerdì 8 luglio 2016

Non e` solo il cancro a farmi paura

Vado pazza per l'hummus, la crema di ceci che ho scoperto da quando abito in Inghilterra. L'hummus e` tipico dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Si puo` mangiare spalmato sul pane o per accompagnare le pietanze.
Quando, nel 2010, mi trasferii temporaneamente in Italia per la chemioterapia decisi di prepararmi l'hummus da sola, visto che nei supermercati non riuscivo a trovarlo. La ricetta e` semplice. Unico problema: dove procurarsi uno degli ingredienti principali, il tahin - una salsa a base di semi di sesamo - a Foggia? 
Fu cosi` che, una mattina, io e mia madre entrammo in un negozio di alimentari vicino alla stazione. La zona e` diventata da alcuni anni una sorta di quartiere-ghetto: l'apertura di negozi gestiti da migranti non e` stata accolta particolarmente bene dai foggiani che si sentono minacciati dalla presenza dei nuovi arrivati. Anche mia madre mi guardo` per un attimo con un certo sgomento quando le dissi che solo in uno di quei negozi avremmo potuto comprare il tahin, ma decise di seguirmi ugualmente. 
Parcheggiammo la macchina non lontano da quella che una volta era la mia vecchia scuola elementare ed entrammo in piccolo alimentari. 
"Buongiorno, sto cercando il tahin"
La signora alla cassa  non crede ai suoi occhi. Era probabilmente la prima volta che due donne foggiane entravano nel suo negozio per comprare i suoi prodotti. Pensando di non aver capito, mi chiese di ripetere cosa stessi cercando.
"Il tahin, la salsa per fare l'hummus".
Alle nostre spalle, suo figlio aveva gia` preso il barattolo e  se la rideva per la mia pronuncia. Mia madre, scioltasi, chiese la ricetta dell'hummus direttamente alla signora, la quale si prodigo` in particolari consigliandoci di provare a preparare una specialita` dell'Egitto, suo paese d'origine: l'hummus di fave.
Sono passati ormai diversi anni da quell'episodio. Stamattina mi sono capitate sotto il naso due notizie, riportate dai giornali locali, che me l'hanno riportato alla memoria. Qualche giorno fa, proprio in quella zona i vigili urbani, muniti di spray urticante, hanno effettuato controlli ed arresti suscitando il plauso dell'assessore Claudio Amorese, esponente de La Destra, che ha rivolto ai tutori dell'ordine il suo "personale ringraziamento, soprattutto a coloro che sono impegnati nel non facile lavoro di ridare decoro e dignità ad alcune arterie stradali a ridosso di viale XXIV Maggio, dove è massiccia la presenza di cittadini stranieri." [qui]. Ma non e` finita: oltre che dallo spray urticante, il quartiere e` infestato dalle squadracce fasciste di Forza Nuova e Azione Studentesca che, col pretesto di un episodio di violenza sessuale, hanno iniziato a perlustrare la zona offrendosi di "scortare" a casa i cittadini purche`, ovviamente, siano di pura razza foggiana. Addirittura e` possibile prenotare il servizio via mail o su Facebook [qui].
Mi tornano in mente la signora egiziana e suo figlio, il tahin comprato da loro e l'hummus che costituiva uno dei miei pasti principali durante la chemio. E penso anche ad Emmanuel Chidi Nnamdi, morto per mano fascista come la parlamentare Jo Cox, qui in Inghilterra, alla vigilia del referendum sull'appartenenza del paese all'Unione Europea. Penso al negozio gestito da rumeni dato alle fiamme a Norwich la notte scorsa [qui]. Penso che ho paura del fascismo come ho paura del cancro perche` entrambi spezzano vite.