giovedì 28 luglio 2016

Il cancro fa schifo

Puo` capitare, a distanza di 6 anni dalla diagnosi, di distrarsi dal cancro. Non che il pensiero non si affacci nella mente almeno una volta al giorno. Diventa pero` piu` fugace. Se bisogna prendere decisioni importanti riguardo al proseguimento delle terapie si cerca di scacciarlo. Addirittura e` possibile leggere notizie riguardanti la malattia facendo finta che la cosa non ci riguardi.
Arriva, pero`, il momento in cui la realta` ti si schianta in faccia. E ti annienta. Nel corpo, prima di tutto. E` il giorno della siringa blocca-ovaie. La faccio da 5 e mezzo ogni 3 lunedi`. Prima di andare a dormire, il marito mescola la polverina e il solvente, aspira il liquido e lo inietta. La mattina dopo sembra non sia successo nulla. Verso il pomeriggio, le forze cominciano a venire meno, la pressione scende, il cuore pompa a fatica. Due giorni dopo, sono occhiaie e gambe di ricotta. I pensieri stanno insieme a fatica, senza riuscire a fissarsi da nessuna parte. E ti sale la rabbia. Per il cancro a 30 anni. Per i 5 anni di terapia in cui ti sei gonfiata come un pallone, in cui hanno combattuto ogni singolo giorno la battaglia impossibile da vincere con la fatigue. Per quelli che seguiranno nella stessa situazione. Tutto cio` che hai da dire sono parolacce. Parole volgari. Come il cancro. Come l'indifferenza verso la vita rovinata di tante, troppe donne. 

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