venerdì 31 agosto 2012

Manifesto sul cancro al seno - Scriviamolo insieme - Precisazione




     Continuano ad arrivare risposte al questionario per il manifesto sul cancro al seno. Una precisazione e` doverosa. Il questionario e` solo una "bozza", serve giusto a dare degli spunti. Se volete aggiungere altre domande o se volete scrivere qualunque altra cosa, sentitevi libere di farlo. Il modo e` sempre lo stesso. Tramite commento o scrivendo a occupythecure@gmail.com. Grazie!



1.     Hai avuto il cancro al seno o conosci qualcuna che l’abbia avuto?

2.     Il rosa e` da molti anni il colore associato con il cancro al seno. Ti riconosci in questo colore?

3.     Una donna ogni otto oggi in Italia si ammala di cancro al seno. Circa un terzo ha meno di 44 anni. Cosa ne pensi?

4.     Ti sembra che i media si occupino abbastanza del cancro al seno? Ti piace il modo in cui se ne occupano?

5.     Cosa pensi degli attuali programmi di screening (mammografia a partire dai 50 anni anni)?

6.     Cosa pensi dei trattamenti piu` comuni (chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia, radioterapia, anticorpi monoclonali)?

7.     Pensi che ai trattamenti cosiddetti tradizionali se ne possano associare anche altri? E se si, quali?

8.     Ti interesserebbe conoscere le cause della malattia?

9.     E` possibile, secondo te, fare in modo che nessuna donna si ammali piu` di cancro al seno?

giovedì 30 agosto 2012

Ministro Balduzzi, se permette i chiarimenti li chiediamo noi a lei

Tanti commenti e tante email al questionario per scrivere il Manifesto sul cancro al seno. Continuate a scrivere e a far girare il post.
Nel frattempo, visto che siete gia` alla tastiera, mandate anche una mail al ministro della Salute Balduzzi che ieri ha dichiarato di voler presentare ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani in merito alla legge 40, la legge sulla procreazione assistita. La corte era stata interpellata da una coppia portatrice sana di fibrosi cistica, una malattia mortale, i cui figli potrebbero nascere malati. La Corte ha stabilito che la legge 40, vietando la diagnosi pre-impianto, e` in contraddizione con la legislazione italiana ed e` irrispettosa della vita privata e familiare dei ricorrenti. Beh, il Ministro Balduzzi ieri ha dichiarato di voler presentare ricorso per chiedere dei "chiarimenti". Insomma, in Italia una donna ogni otto si ammala di cancro al seno, e lui lo sa perche` non lo dico io ma la Commissione Sanita` del Senato, e questo invece di muoversi a fare qualcosa, incluso cio` che richiede l'Unione Europea in materia, pensa a fare ricorso su una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che si e` espressa favorevolmente riguardo all'istanza di una coppia il cui unico desiderio e` mettere al mondo dei figli sani?
Mi sa che i chiarimenti al Ministro li dobbiamo chiedere noi!
Qui sotto c'e` il testo della mail. L'indirizzo a cui inviarla e` il seguente: segreteria ministro@sanita.it
Inondiamolo!  P.S. Ricordatevi di firmare la mail.


Gentile Ministro Balduzzi,

Desidero esprimerle tutta la mia disapprovazione per le sue recenti dichiarazioni riguardanti la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla legge che regola la procreazione assistita, meglio nota come legge 40.
Come riportato dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa, lei ha intenzione di proporre al Consiglio dei Ministri il ricorso contro la sentenza ai fini di un “chiarimento giurisprudenziale”.
Anche le donne di questo paese credo abbiano diritto a un chiarimento su una questione che, come la legge 40, riguarda la loro salute. Si tratta dell’epidemia di cancro al seno. Secondo i dati di uno studio effettuato per conto della Commissione Sanità del Senato e resi noti nel 2011, una donna ogni otto in Italia si ammala di cancro al seno e un terzo ha meno di 44 anni.
Riporto testualmente:

“In Italia il tumore della mammella rappresenta la prima causa di morte nella fascia tra i 35 ed i 50 anni; i dati di prevalenza superano le 450.000 donne e ogni anno è diagnosticata a circa 40.000 donne. Mediamente una donna su otto sviluppa un carcinoma mammario nel corso della propria vita e nel 30,4 per cento trattasi di donne con età inferiore a 44 anni […]Il tema dell’incidenza del cancro della mammella nelle donne al di sotto dei 45 anni rappresenta una problematica di grande rilevanza socio-economico e una sfida sanitaria non più dilazionabile. Purtroppo sono sempre di più i dati che confermano una grave carenza nel ricorso alla diagnosi  precoce da parte delle giovani pazienti che, rispetto alle donne più anziane, hanno maggiori rischi in termini di dimensione del tumore e di metastasi linfonodali. […]Non va dimenticato inoltre che le giovani donne hanno un’alta incidenza di neoplasie biologicamente più aggressive, un’alta incidenza di lesioni poco differenziate, ormono-negative, aneuploidi e con alta percentuale di cellule in fase-S. Si stima che la probabilità di morire per un carcinoma mammario in donne con meno di 40 anni sia di circa il 52 per cento maggiore rispetto alle donne con più di 40 anni; tutto ciò non solo a causa della mancanza di programmi di screening ma anche per la maggior incidenza di carcinomi  basal-like ovverosia la forma di tumori più aggressivi secondo la nuova classificazione in base al profilo genico delle neoplasie mammarie”.

Immagino lei conosca questi dati, Ministro. D’altra parte sono disponibili a chiunque sul sito del Senato

http://www.senato.it/bgt/pdf/docXVII9.pdf

Credo allora che prima di chiedere chiarimenti a Strasburgo sulla legge 40, lei debba dei chiarimenti a tutte le donne italiane. Cosa sta facendo per porre in essere le misure adeguate per mettere argine a quella che la Commisione Sanità del Senato della Repubblica definisce “una sfida sanitaria non dilazionabile”? Cosa intende fare perché anche l’Italia si adegui a quanto raccomandato dal Parlamento Europeo e cioè a considerare il cancro al seno una priorità della politica sanitaria degli Stati membri e a istituire entro il 2016 le cosiddette Breast Unit? Come pensa di poter conciliare detti interventi con la politica di tagli alla spesa pubblica, inclusa la spesa sanitaria, messa in atto dal governo di cui fa parte?

Vede, Ministro, non è il solo a chiedere chiarimenti. Vogliamo chiarimenti anche noi, sulla nostra salute. E mentre si sforza di darceli, lasci stare la legge 40. O se proprio vuole fare qualcosa, la abolisca.





mercoledì 29 agosto 2012

Manifesto sul cancro al seno - Scriviamolo insieme - Questionario




L’Amazzone c’ha la testa dura, l’avrete capito. Nel post precedente era stata lanciata la proposta di scrivere collettivamente un manifesto sul cancro al seno in vista del mese della prevenzione a ottobre.
Ottobre, si diceva, e` il mese del rosa e del business sulla malattia. E` il mese in cui tutte noi siamo invitate ad andare a fare la mammografia. Tutti, medici, ricercatori, giornali parlano del cancro al seno ad ottobre. Tutti meno noi, le donne. Quelle che in percentuale sempre piu` elevata si ammalano di cancro al seno.
L’idea del Manifesto e` nata per caso su Twitter. Si parlava di cosa fare per riappropriarci di ottobre e della malattia. Il Manifesto, dunque, dobbiamo scriverlo tutte insieme. Chi il cancro al seno l’ha avuto e chi no.
Ho preparato un questionario. Sono 9 domande. Potete rispondere anche a una sola, ma per favore fatelo. Potete postare le vostre risposte direttamente qui sul blog (anche in anonimato) o inviarle all’indirizzo occupythecure@gmail.com.
Le vostre risposte serviranno a scrivere il Manifesto. Pronte? Via!

P.S. Grazie a Patty, Serena e alla Rete delle Reti Femminili per il supporto e la bellissima immagine

1.     Hai avuto il cancro al seno o conosci qualcuna che l’abbia avuto?

2.     Il rosa e` da molti anni il colore associato con il cancro al seno. Ti riconosci in questo colore?

3.     Una donna ogni otto oggi in Italia si ammala di cancro al seno. Circa un terzo ha meno di 44 anni. Cosa ne pensi?

4.     Ti sembra che i media si occupino abbastanza del cancro al seno? Ti piace il modo in cui se ne occupano?

5.     Cosa pensi degli attuali programmi di screening (mammografia a partire dai 50 anni anni)?

6.     Cosa pensi dei trattamenti piu` comuni (chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia, radioterapia, anticorpi monoclonali)?

7.     Pensi che ai trattamenti cosiddetti tradizionali se ne possano associare anche altri? E se si, quali?

8.     Ti interesserebbe conoscere le cause della malattia?

9.     E` possibile, secondo te, fare in modo che nessuna donna si ammali piu` di cancro al seno?

mercoledì 22 agosto 2012

Chiamata alle armi


A chi non ama il linguaggio guerresco, soprattutto se riferito al cancro, il titolo di questo post non piacera`. Per la verita`, nemmeno a me piacciono espressioni come “sta lottando contro il cancro” o, peggio ancora, “ha perso la sua battaglia contro il cancro”. Sono i media spesso ad esprimersi in questi termini. Se a farlo sono le malate, pero`, secondo me e` diverso. Ci si puo` riappriopiare del linguaggio e utilizzarlo a proprio vantaggio. Alcune donne col cancro al seno traggono coraggio dalle metafore guerresche riferite alla loro malattia e hanno quindi, a prescindere dai gusti, tutta la mia solidarietà.
Finito il preambolo, andiamo al sodo. Come accennato nei post precedenti, ottobre e` il mese della ‘prevenzione’ del cancro al seno. E` il mese del rosa, delle sopravvissute e del business. La proposta del nastro nero resta sempre valida, cosi` come quella di reinventarci Cancer Riot. Sarebbe opportuno pero` anche preparare un piccolo manifesto. Niente di complicato, una lista delle cose che riguardano il cancro al seno – nel senso piu` ampio possibile – che non ci piacciono e che vorremmo cambiare.
Pronte? Via!

venerdì 17 agosto 2012

Cancer Riot

Oggi e` proprio una giornata di merda: le Pussy Riot sono state condannate a 3 anni di carcere; in Italia Nichi Vendola straparla di "progresso" e delle "robuste e solide tradizioni produttive" dell'Italia ossia l'Ilva di Taranto, il mostro di Emilio Riva che avvelena e uccide i tarantini; i nipotini del ministro Clini continuano a vivere felici lontano dal quartiere Tamburi.
Non e` solo Taranto il problema. Negli anni immediatamente precedenti la malattia, tra il 1998 e il 2005, ho vissuto a Napoli. Napoli aveva la sua Ilva - la zona e` in attesa di bonifica da anni - e oggi ha i rifiuti. Non solo quelli che si vedono per le strade e che i media ci sbattono in faccia giusto per ribadire l'equazione razzista Napoli=monnezza. A Napoli e nelle zone circostanti finiscono sepolti illegalmente rifiuti tossici provenienti dalle fabbrichette del Nord, dal Veneto per esempio. Ne parlava un documentario uscito qualche anno fa. Si chiamava Biutiful Cauntri.
Napoli e l'intero Sud sono diventati la pattumiera d'Italia. Una volta, l'Italia mandava i suoi rifiuti in Somalia con i soldi della cooperazione internazionale. Lo sapeva bene Ilaria Alpi, che per averlo scoperto c'ha rimesso le penne. Oggi c'e` il Sud. Siamo pieni zeppi di diossina. La diossina non si scioglie, si accumula nel grasso. Le donne il grasso ce l'hanno soprattutto nel seno. E soprattutto al seno si beccano il cancro. Sempre di piu` e in forme sempre piu` aggressive.
Oggi e` proprio una giornata di merda e sono piu` incazzata del solito. Allora vi faccio una proposta. Facciamo come le Pussy Riot: entriamo in una chiesa, non deve essere per forza una chiesa importante, possiamo esercitarci anche nella nostra parrocchia prima di prendere d'assalto San Pietro, sfiliamoci  magliette e reggiseno e chiediamo alla Madonna che ci liberi dagli stronzi che ci stanno avvelenando e massacrando. Non deve mica farli crepare. Non siamo mica come loro, non vogliamo la morte di nessuno. Potrebbe pero` scaraventarli su un altro pianeta o trasformarli in simpatici nani da giardino. Potremmo cominciare con Riva, Vendola e Clini. Ovviamente si accettano proposte. Una cosa e` gia` decisa, pero`. Il nome di battaglia. Ci chiameremo Cancer Riots!

giovedì 9 agosto 2012

Il nastro nero


Nero. Il colore del lutto. Il colore della morte.
E` agosto, siamo tutti sotto l'ombrellone, chiappe nell'acqua o nasi all'insu` ad ammirare le cime dei monti. In realta`, la maggioranza sta in citta` a schiattare di caldo perche` non ha i soldi per le vacanze ma non si puo` dire. Non sta bene. E allora facciamo finta che siamo tutti in vacanza, in tutt'altre faccende affancedati e che non ci vada proprio di pensare a rotture di scatole come il lavoro e i soldi che mancano o il cancro.
Agosto e` il mese delle vacanze. Ad ottobre, pero`, non manca molto. E ottobre, ormai da anni, e` il mese della prevenzione del tumore al seno. Si scrive 'prevenzione' si legge diagnosi precoce. Si scrive 'tumore', si legge cancro.
Il mondo si colora di rosa ad ottobre. I nastri rosa fioriscono ovunque. I giornali e la tv parlano del 'tumore' al seno, consigliano di fare la mammografia e ci rassicurano con storie edificanti di chi 'ce l'ha fatta'. Chi di cancro al seno c'e` morta, chi vive con le metastasi, chi sta facendo la chemio e non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto non esiste. E che dire delle cifre allarmanti sull'aumento della patologia, soprattutto tra le donne con meno di 44 anni? Silenzio! Che nessuno rovini la festa!
Lo so, siamo ad agosto, il caldo vi squaglia, c'avete un anno gia` abbastanza di merda sulle spalle e non sapete nemmeno se da qui ad ottobre non avrete dato di matto. Io pero` una proposta ve la faccio e vorrei che cominciassimo a contarci. Quindi, se la cosa vi interessa date un cenno. Sul blog, su Facebook, dove e come vi pare, ma fatelo. Quest'anno, ad ottobre, tingiamo i nastri rosa di nero. Mettiamoci agli angoli delle strade, nelle profumerie e nei supermercati a distribuirli. O magari appuntiamocene uno sul petto. Mettiamoli sulle foto dei nostri profili Facebook e Twitter. Spammiamoli sulle pagine di Estee Lauder e di chiunque faccia affari sulla malattia. Mostriamoli ai ricercatori e facciamo capire che vogliamo dire la nostra. Sovvertiamo il discorso dominante. Il cancro non e` edificante per nulla, non e` una battaglia da vincere. Non e` 'femminile' per niente.  E` dolore. E` morte. E` una sconfitta collettiva. Sempre.

Buone vacanze

lunedì 6 agosto 2012

Non fumare e` una scelta politica


Seduti al tavolo di un bar nel Casco Vello, il centro di Vigo, Galizia, Spagna del Nord, io e il mio compagnio di cammino sorseggiamo un buon bicchiere di Albarinho fresco. Il sole splende ma non fa troppo caldo. Il cielo e` blu, il mare e` vicino. Si sente. Situazione di relax totale, una di quelle in cui ti scatta la voglia di una sigaretta. Ci pensiamo entrambi, ma nessuno dei due ne parla
Pomeriggio. Siamo in spiaggia. Abbiamo le isole Cies di fronte. Mangiamo un gelato. No, non un gelato vegan. Un bel maxibon strapieno di zuccheraccio e merda varia, ma nel baruccio della spiaggia non c'e` altro. Intorno a noi molta gente fuma. Il mio compagno di cammino cede. Chiede del tabacco al suo amico Pablo. Lo prego di non farlo, ma lui insiste "Voglio fumare". Io non cedo.
Ho cominciato a fumare a 20 anni. Ho continuato fino al 17 novembre 2010, il giorno della diagnosi. Il fumo non e` causa diretta di cancro al seno, ma la dottoressa che mi aveva dato i risultati della biopsia mi aveva consigliato di smettere per eliminare qualsiasi fattore di rischio, anche il piu` remoto.
Per tutta la durata della chemioterapia non ho toccato una sigaretta. Dopo, qualche sporadico strappo l'ho fatto. E` soprattutto quando sono in compagnia o nelle situazioni di relax che mi viene voglia di fumare. E il pensiero che faccio e` sempre lo stesso, e` quello di tutti i fumatori sporadici "Che vuoi che mi faccia una sigaretta?".
Non avevo riflettuto, fino ad ora, su un aspetto importante che va ben oltre la salvaguardia della propria salute. Non fumare e` un atto politico. Da decenni ormai le multinazionali del tabacco avvelenano soprattutto gente che appartiene alle classi piu` popolari. Che le sigarette facciano male e` noto da molto tempo. Fino agli anni '40, negli Stati Uniti, le sigarette venivano chiamate coffin nails, chiodi di bara. Poi l'industria del tabacco e` riuscita a farci credere che fumare risolve problemi, rilassa, fa figo. Le sigarette hanno ucciso chissa` quanta gente, incluso mio nonno, che lavorava come una bestia e nelle sigarette credeva di trovare ristoro. Le sigarette causano il cancro al polmone, per non parlare delle malattie cardiovascolari.
Chiunque fumi diventa inevitabilmente complice di questo gioco al massacro. Comprare sigarette significa finanziare l'industria della morte da tabagismo. Per questo motivo ho deciso di fare di tutto per non cadere piu` in tentazione. Non voglio essere complice di chi ha fatto i soldi sulla pelle degli altri e vi invito a fare lo stesso.