lunedì 6 agosto 2012

Non fumare e` una scelta politica


Seduti al tavolo di un bar nel Casco Vello, il centro di Vigo, Galizia, Spagna del Nord, io e il mio compagnio di cammino sorseggiamo un buon bicchiere di Albarinho fresco. Il sole splende ma non fa troppo caldo. Il cielo e` blu, il mare e` vicino. Si sente. Situazione di relax totale, una di quelle in cui ti scatta la voglia di una sigaretta. Ci pensiamo entrambi, ma nessuno dei due ne parla
Pomeriggio. Siamo in spiaggia. Abbiamo le isole Cies di fronte. Mangiamo un gelato. No, non un gelato vegan. Un bel maxibon strapieno di zuccheraccio e merda varia, ma nel baruccio della spiaggia non c'e` altro. Intorno a noi molta gente fuma. Il mio compagno di cammino cede. Chiede del tabacco al suo amico Pablo. Lo prego di non farlo, ma lui insiste "Voglio fumare". Io non cedo.
Ho cominciato a fumare a 20 anni. Ho continuato fino al 17 novembre 2010, il giorno della diagnosi. Il fumo non e` causa diretta di cancro al seno, ma la dottoressa che mi aveva dato i risultati della biopsia mi aveva consigliato di smettere per eliminare qualsiasi fattore di rischio, anche il piu` remoto.
Per tutta la durata della chemioterapia non ho toccato una sigaretta. Dopo, qualche sporadico strappo l'ho fatto. E` soprattutto quando sono in compagnia o nelle situazioni di relax che mi viene voglia di fumare. E il pensiero che faccio e` sempre lo stesso, e` quello di tutti i fumatori sporadici "Che vuoi che mi faccia una sigaretta?".
Non avevo riflettuto, fino ad ora, su un aspetto importante che va ben oltre la salvaguardia della propria salute. Non fumare e` un atto politico. Da decenni ormai le multinazionali del tabacco avvelenano soprattutto gente che appartiene alle classi piu` popolari. Che le sigarette facciano male e` noto da molto tempo. Fino agli anni '40, negli Stati Uniti, le sigarette venivano chiamate coffin nails, chiodi di bara. Poi l'industria del tabacco e` riuscita a farci credere che fumare risolve problemi, rilassa, fa figo. Le sigarette hanno ucciso chissa` quanta gente, incluso mio nonno, che lavorava come una bestia e nelle sigarette credeva di trovare ristoro. Le sigarette causano il cancro al polmone, per non parlare delle malattie cardiovascolari.
Chiunque fumi diventa inevitabilmente complice di questo gioco al massacro. Comprare sigarette significa finanziare l'industria della morte da tabagismo. Per questo motivo ho deciso di fare di tutto per non cadere piu` in tentazione. Non voglio essere complice di chi ha fatto i soldi sulla pelle degli altri e vi invito a fare lo stesso.

2 commenti:

  1. Hai ragione, ma questo te lo potrebbe dire chiunque.

    Quello che invece pochi hanno il coraggio, o la voglia, di dire è che lo stesso vale per il consumo di alcolici.
    L'alcol uccide un po' meno del fumo, ma siamo comunque sull'ordine di decine di migliaia di persone all'anno solo in Italia.
    L'alcol è tossico e cancerogeno.
    Anche un consumo modesto (1 o 2 bicchieri di vino al giorno) incrementa il rischio di cancro, in particolare per bocca, gola, seno e intestino (fonti: OMS, World Cancer Research Fund, Istituto Superiore di Sanità).
    Però l'industria dell'alcol continua a propinare la "cultura del buon bere", a
    cercare di convincerci che non si può far festa senza un bicchiere in mano.
    E la stragrande maggioranza ci casca in pieno.

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  2. Vero. sono anni che provo a smettere e ora, con la scusa del tabacco, fumo meno ma continuo a trovare ottime scuse. l'alcol invece l'ho abbandonato 7 anni fa e da anni combatto contro la cultura del bere ma senza risultati. In Italia se rifiuti lo champagnino del cazzo ti guardano male. Comunque sì. facciamo l'amore, anche quello e sempre grazie ai figli di puttana che sperimentano, bardate di preservativi.

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