martedì 30 ottobre 2012

Il paziente e` un soggetto

Chiariamo subito. Questo non e` un post contro l'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. L'obiettivo di questo post e` sollevare una problematica spinosa: il paziente e` un soggetto?

Andiamo con ordine. Sono entrata per la prima volta allo IEO pochi giorni dopo aver saputo che avevo il cancro. Ero disperata. Davanti a me vedevo solo morte. Sono stata accolta e rassicurata. Tutti i medici e gli infermieri con cui ho avuto modo di interagire sono stati impeccabili. La mia gratitudine nei loro confronti e` immensa.

Oggi pero` si e` verificato un episodio molto increscioso. E non e` la prima volta. Si e` verificato nel mondo virtuale, nel mondo di Facebook, ma e` significativo di un modo di fare e di intendere il rapporto medico-paziente ed e` per questo che voglio raccontarvelo.Il dottor Alberto Luini, uno dei senologi di punta dello IEO, e` stato recentemente intervistato dal Corriere della Sera a proposito di uno studio pubblicato dall'Universita` di Oxford sulla correlazione positiva tra cancro al seno, menarca precoce e menopausa tardiva. L'intervista e` stata postata sulla pagina Facebook di IEO. Ieri ci sono capitata per caso perche` cercavo il numero di telefono per prenotare i controlli semestrali. E mi cade l'occhio sull'intervista. La leggo e non riesco a trattenermi dal commentare sotto il post, chiedendo perche` caspita non si parli mai dei fattori di rischio ambientale e perche` diavolo io, che non ho avuto nessun menarca precoce e nessuna menopausa tardiva, mi sia beccata il cancro al seno a 30 anni, senza familiarita` e senza mutazione genetica. Non l'avessi mai fatto. Sono stata accusata dagli amministratori della pagina di utilizzare quest'ultima a "scopo di marketing". Interventi di altre persone che chiedevano chiarimenti o lamentavano di essere state maltrattate dal dottor Luini sono stati cancellati.
Non sono abituati. Non sono abituati al confronto con i pazienti. Chi e` malato non ha il diritto di fare domande, di contestare il verbo dei medici, possessori della verita`. E chi lo fa viene censurato o, come ha fatto il dottor Luini con me, viene trattato con fare partenalista. "Qualche volta e` il disagio (o il dolore) a spiegare alcuni interventi. E` da comprendere". No, caro dottore, il disagio (ma quale?) e il dolore non c'entrano. Sebbene abbia avuto il cancro, sono ancora dotata di senso critico e voglio dire la mia. Non sono un oggetto, caro dottore. Sono un soggetto. Io e tutte le altre persone colpite da qualsivoglia malattia. E se dice una cazzata, caro dottore, io glielo faccio notare. E` un mio diritto. Perche` lei parla parla parla, ma il cancro ce l'ho avuto io. E sono io che ogni giorno ne pago le conseguenze e me ne chiedo il perche`. E nessuno, nemmeno lei, dopo anni e anni di ricerche - che sarebbe forse il caso di rimettere in discussione - sa darmi una risposta.

sabato 27 ottobre 2012

La tua forza e` il tuo grido



Ho visto un video bellissimo questa settimana. E` il video che annuncia lo sciopero generale che avra` luogo in Spagna e in molti altri paesi europei, Italia compresa, il 14 novembre.
I volti sofferti di persone diverse, intrappolati da buste di plastica che impediscono di respirare, sono un'immagine molto eloquente delle condizioni in cui versa l'intero continente schiacciato dalla nuova marea montante del neoliberismo divoratore di vite, progetti e sogni. La musica che accompagna le immagini e` un crescendo. Le buste di plastica si spezzano, i volti si liberano, le grida rabbiose si levano. El 14 de noviembre tu huelga es tu grito, si legge. Il 14 novembre il tuo sciopero e` il tuo grido. Un grido di ribellione, di rabbia, di liberta`. Alle grida seguono abbracci e sguardi di nuovo pieni di determinazione e speranza.
Oggi a Napoli e` morta una giovane donna di 30 anni. Le era stato diagnosticato il cancro al seno un anno fa. Mastectomia e chemio non sono servite e impedire la diffusione della malattia. Io non la conoscevo. La conosceva, pero`, una mia amica "baciata" dal cancro anche lei in giovane eta`. "Non si puo` morire di cancro a 30 anni", mi dice, "Non lo accetto". "Non dobbiamo accettarlo", le rispondo. "E cosa possiamo fare? Nessuno ha risposte". "Dobbiamo chiederle".
E` ora di gridare. Per noi stesse, per quelle che sono morte, per quelle che si ammaleranno sempre piu` numerose e tra loro ci saranno le nostre figlie, le nostre nipoti, le nostre amiche. "Perche`?". Bisogna gridarlo. Dobbiamo rompere anche noi quei sacchetti di plastica (rosa) che ci hanno stretto intorno al collo. Il cancro al seno non e` un destino. E` una malattia gravissima, mortale. Di cancro al seno si muore. Ogni giorno. Dovunque. Gridiamo, tutte insieme, forte, senza piu` paura:

                                                         PERCHE`?

domenica 21 ottobre 2012

E se fosse una questione di culo?

Ci penso da un po`. Anzi, da molto. E se fosse tutta una questione di culo? Si, se la "sopravvivenza" fosse una mera questione di fortuna?
Facciamoci due conti. Le cause del cancro al seno sono sconosciute. O meglio, si sa che tutta una serie di fattori possono combinarsi insieme e provocare il cancro ma il quadro e` ancora piuttosto vago. Sappiamo che un certo tipo di alimentazione puo` favorire l'insorgere della malattia, ma sappiamo anche che ci sono donne che sbafano carne, dolci e farine raffinate per tutta una vita e non si ammalano. Sappiamo che siamo costantemente in contatto con agenti cancerogeni - sono nel cibo che mangiamo, nei detersivi, nei cosmetici, nella plastica, nell'aria - ma, sebbene il numero dei casi sia in aumento, non tutte le donne si ammalano. A questo punto, chi tra di voi sostiene la causa dei geni sara` pronto a dire "ci vuole la predisposizione". Si, ma che vuol dire? Quale predisposizione? Ad oggi si conoscono solo due tipi di mutazioni genetiche, responsabili del 5% dei casi di cancro al seno. E, fra l'altro, avere una mutazione non implica necessariamente che ci si ammalera`.
Insomma la verita` e` che del cancro al seno si sa poco o nulla. Anni e anni di ricerche e non sappiamo ancora perche` caz...ops caspita ci ammaliamo. Non conoscendo le cause della malattia, anche l'efficacia della cura ne risente. E infatti, non si puo` parlare esattamente di cura, semmai di trattamento. La chirurgia, la chemio, la radio, i monoclonali, la terapia ormonale diminuiscono le probabilita` di recidiva, ma non assicurano la guarigione. Un buon 20% delle donne che si ammalano di cancro al seno ci rimette le penne.
E vogliamo parlare della diagnosi precoce? Ci sono donne che hanno scoperto la malattia prima che andasse ai linfonodi, quando il cancro era ancora in situ, che si sono ritrovate, a distanza anche di dieci anni, con delle metastasi e sono morte.
E allora diciamolo in maniera spassionata. Diciamolo noi pazienti, perche` i medici lo dicono solo in camera caritatis: e` questione di culo. Per quello che sappiamo della malattia la momento, pregare la Madonna e tutti i santi di non schiattare fa parte del trattamento. Inutile pensare "l'ho scoperto presto", "sto facendo la terapia giusta", "lo affronto nel modo giusto" come se chi muore invece l'avesse presa per il verso sbagliato. Se vogliamo certezze dovremmo davvero cominciare a chiederle e dire forte e chiaro che l'abbiamo capito: per come stanno le cose adesso, e` una questione di culo.

martedì 16 ottobre 2012

Elogio della pennichella

Lo so, ho avuto il cancro al seno e quindi devo e sottolineo devo condurre una vita sana e morigerata. No fumo, no alcool, no zuccheri, no caffe`, no dolci, no grassi, tanto sport.
Lo so, queste cose sono salutari per tutti e ammiro davvero tanto le persone che non bevono, non fumano, non strafocano dolci, fanno attivita` fisica e riescono pure ad essere felici.
Prima di ammalarmi ero l'opposto. Fumavo, caffettiavo spesso e volentieri, divoravo dolci, magnavo insaccati e formaggi a volonta` e di fare sport non volevo nemmeno sentirne parlare.
Da due anni, tutto e` cambiato: ho cambiato dieta e stile di vita. Sono diventata vegan part-time (mangio il pesce) e vado in piscina. Ho scoperto che nuotare mi piace, mi rilassa. Mentre nuoto immagino che con ogni bracciata distruggo tante brutte schifose cellule cancerose. Sara` per questo che mi piace andare veloce tanto che, a volte, perdo il fiato.
Oggi dovevo andare in piscina. Sono tornata dal lavoro alle quattro. Ho cazzeggiato fino alle cinque. Ero stanca. Mi sono detta "schiaccio un pisolo e poi si nuota". Dormire il pomeriggio era uno dei miei "sport" preferiti nella mia vita precedente. Ho messo la sveglia e mi sono stravaccata sul letto. La sveglia ha suonato. Una, due, forse tre volte. Non lo so. Quando mi sono svegliata erano le sei e mezza. Un'ora e mezza di pennica, come ai bei vecchi tempi. Il senso di colpa ha fatto capolino. "Cazzo, dovevo andare in piscina. Mo` e` tardi, sara` strapiena e sono troppo rincitrullita". I pensieri hanno cominciato a correre. "Cazzo, se non nuoto almeno 2 volte alla settimana mi riammalo. Sono la solita scansafatiche. No, cosi` non va. Cosi` non si guarisce". Si, ti vengono in mente ste cose quando hai avuto il cancro. Finisci per credere che se avessi fatto sport o mangiato diversamente non ti sarebbe venuto. E ripassi la tua vita al setaccio alla ricerca dell'errore e la rivolti come un calzino, sperando che cambiando tutto, sparigliando le carte, il male non torni.
La pennica probabilmente pero` aveva sortito il suo effetto oggi. E` stata un'illuminazione improvvisa. "Vaffanculo lo sport per oggi. Volevo dormire e ho dormito. Come facevo prima". Mi sono sentita sana. Mi sono sentita io.

domenica 14 ottobre 2012

Manifesto - Il cancro al seno non e` un destino

Ecco il Manifesto sul cancro al seno. C'ho messo un po` a scriverlo. Avete risposto in tante al questionario e tenere insieme tante idee non e` facile. Inoltre, tra il nuovo lavoro e nebbia cognitiva post-chemio e da menopausa, mi sento spesso senza energie.
Ovviamente si tratta di una bozza. C'e` bisogno dei vostri commenti. Ricordate che questo manifesto non e` mio, e` nostro. Accorrete numerose


Il cancro al seno non e` un destino

"In Italia il tumore al seno rappresenta la prima causa di morte nella fascia di età  tra i 35 ed i 50 anni; ogni anno tale patologia viene diagnosticata a circa 40.000 donne: tra queste il 30,4 per cento ha un’età inferiore a  44 anni, mentre il 35,7 per cento è compreso tra i 44 e i 65 anni e il rimanente 34,1 per cento riguarda le donne over 65. Mediamente, una donna su otto sviluppa un carcinoma mammario nel corso della propria vita [...] Il carcinoma mammario è una malattia complessa le cui cause, a tutt’oggi, non sono state ancora chiarite [...]"[1]

Una ogni otto. Una donna italiana ogni otto si ammala di cancro al seno. Di queste, circa un terzo ha meno di quarant'anni. I dati, resi disponibili dalla Commissione Sanita` del Senato, sono agghiaccianti. Epidemia. E` questa la parola che descrive appieno la drammaticita` della situazione che le donne italiane si trovano a vivere oggi. Una situazione tanto piu` drammatica se, insieme ai dati sull'incidenza, si prende in considerazione anche il discorso pubblico riguardante la malattia.

Fino a non molto tempo fa, il cancro al seno era considerato un tabu`. Le donne colpite dovevano sottoporsi a trattamenti estremamente invasivi come la mastectomia, la rimozione totale del seno. Private di una parte del corpo comunemente considerata attributo imprescindibile di "femminilita`", erano condannate al silenzio. La loro veniva considerata una tragedia strettamente individuale, da tenere nascosta. Negli ultimi vent'anni le cose sono cambiate. Il cancro al seno e` entrato nel discorso pubblico. La malattia, fino ad allora stigmatizzata, e` diventata oggetto di attenzione e marketing soprattutto da parte di case farmaceutiche e aziende produttrici di cosmetici. Le "pazienti" sono state trasformate in "sopravvissute", la cui vicenda testimonierebbe l'importanza delle raccolte di fondi da destinarsi alla ricerca effettuate attraverso la vendita di prodotti. Che tipo di ricerca e quanta parte dei proventi sia effettivamente donato non e` dato sapere. Inoltre, non di rado, detti prodotti contengono sostanze responsabili della genesi del cancro al seno.

La rappresentazione della "sopravvissuta" come eroina capace, contando solo sulle proprie forze, di sfidare la malattia e vincerla, tornando alla vita di prima o addirittura riuscendo a migliorarla, non corrisponde alla realta`. O almeno non sempre. Le voci discordanti di chi convive quotidianamente con i pesanti effetti collaterali dei trattamenti e con i postumi del trauma vissuto sono state ancora una volta messe a tacere. Le storie di chi - come e` significativamente d'uso dire - "non ce l'ha fatta" vengono cancellate. I timori di coloro che non si sono ancora ammalate ma vedono aumentare ogni giorno il numero dei casi vengono ridimensionati. La diagnosi precoce - fatta passare per "prevenzione" - viene comunemente millantata come soluzione al problema. Le cause della malattia e dell'aumento dei casi non sembrano essere meritevoli di alcuna attenzione.

Preso atto di questa situazione e in considerazione dell'esigenza di riappropriarsi del discorso sulla malattia, chiediamo:

1. Revisione dei programmi di screening e loro estensione alle donne di eta` inferiore ai quarant'anni. La mammografia non e` uno strumento dignostico affidabile nelle donne in eta` fertile. Possibili alternative vanno dunque seriamente prese in considerazione.

2.  Il cancro al seno non e` un destino. E` necessario investire in maniera ingente sulla ricerca delle cause della malattia.

3. I fattori di rischio di natura endogena (ad esempio, esposizione a sostanze che mimano l'azione degli estrogeni) vanno resi noti e fatti oggetto di adeguate campagne di sensibilizzazione da effettuarsi anche nelle scuole.

4. La rappresentazione mediatica della malattia deve essere aderente alla realta` e non dettata da logiche di mercato.

5. Le organizzazioni che effettuano raccolte di fondi devono specificare in modo chiaro e dettagliato come il denaro raccolto verra` speso. E` inoltre indispensabile che si mettano a punto metodi alternativi alla vendita di mercanzie. Uno di questi e` la donazione diretta a istituti di ricerca che andrebbe semplicemente accompagnata fornendo informazioni ai donatori nel modo piu` neutro possibile

6. Assistenza psicologica gratuita per tutte le donne che ricevono una diagnosi di cancro al seno e che desiderino avvalersene

7. Chi riceve la diagnosi deve ricevere informazioni su tutti i trattamenti a disposizione, compresi quelli complementari alla medicina tradizionale

8. Chi, tra le donne in pre-menopausa, sceglie di sottoporsi alla chemioterapia deve essere informata delle possibili  conseguenze sulla propria fertilita` e messa in condizione di avere accesso rapido e gratuito alle tecniche oggi a disposizione per preservarla



[1] http://www.senato.it/bgt/pdf/docXVII9.pdf

mercoledì 10 ottobre 2012

Amazzoni Furiose: Isabella, professione dietista

Ecco a voi i consigli di Isabella Zuccala, dietista. La prevenzione non e` solo la mammografia. Quella e` diagnosi precoce. La prevenzione vera, quella primaria, quella che sbarra la strada alla malattia, che ne impedisce l'insorgenza e` altra cosa. E comincia a tavola. Ve lo spiega Isabella.

amo abituati ad intendere la salute come assenza di malattia e la malattia come un accidente su cui intervenire tempestivamente.
Nulla di più inesatto, almeno quando si parla di tumori; ci sono stati di equilibrio, in cui le cellule cancerose vengono isolate ed eliminate, e ci sono stati di squilibrio, in cui può essere promossa la proliferazioni di tali cellule.
Se un tumore solido ci mette dai 20 ai 30 anni a manifestare i segni clinici dallo stimolo alla cancerogenesi e se solo il 5% dei tumori al seno è geneticamente determinato, questo vuol dire che in quei 20 – 30 anni la promozione del tumore dipende anche da fattori modificabili, cioè dipende anche da noi.
Il fattore modificabile per eccellenza è l’alimentazione: nessuna tecnologia o farmaco ha la potenza del cibo nel modulare e correggere i processi cellulari, e questo per un motivo fondamentale: il cibo modula direttamente l’espressione del nostro DNA, cioè promuove l’espressione di alcuni geni e ne sopprime altri, e in una vita assumiamo decine di tonnellate di cibo.

Proviamo a stilare un decalogo per la prevenzione del tumore al seno tramite l’alimentazione:
  1. Evitare il sovrappeso: in particolare a livello addominale dove il tessuto adiposo viscerale produce tnf alfa (tumor necrosis factor). Gli studi indicano come tenere sotto controllo il peso eviterebbe il 42% dei tumori al seno; un eccesso di grassi nell’alimentazione aumenta l’incidenza dei tumori al seno anche del 50%; seguire una dieta leggermente ipocalorica (80% fabbisogno) per tutta la vita espone di meno alla produzione di sostanze nocive.
  2. Mangiare biologico. I cibi biologici hanno un maggior contenuto in vitamine e minerali e il 94% dei prodotti biologici non contiene residui di pesticidi e contiene circa la metà dei nitrati, sostanze che possono dar luogo a composti cancerogeni. E’ vero, costano di più, ma evitando un pasto fuori casa – sicuramente poco salutare – rientriamo della differenza.
  3. Evitare gli additivi alimentari quanto più possibile; si tratta di sostanze il cui uso è consentito quando non è ancora stata dimostrata la pericolosità, o, peggio ancora, di sostanze di cui si conosce la pericolosità, ma che restano in commercio per interessi economici grazie a studi sponsorizzati. Non facciamo le cavie umane, abituiamoci a leggere le etichette e ad evitare gli additivi alimentari.
  4. Assumere quotidianamente antiossidanti ovvero sostanze protettive che promuovono la morte o impediscono la proliferazione delle cellule tumorali. Li troviamo in frutta, verdura, legumi, vino, birra, the verde cioccolato fondente, oli vegetali.
Non è stato evidenziato un accumulo di antiossidanti nell’organismo e la loro emivita (durata nell’organismo) varia da 2 a 6 ore, pertanto solo il consumo abituale e frequente nella giornata può assicurare una dose significativa.
Consideriamo che molecole antiossidanti di diverso tipo (polifenoli, caroteni, vitamina C) in natura si trovano spesso nello stesso alimento e sinergicamente aumentano il potenziale antiossidante dell’alimento stesso, per cui qualsiasi integratore non si sostituirà mai all’assunzione dei suddetti alimenti, semmai costituirà una valida aggiunta.
  1. Assumere sostanze in grado di limitare l’azione degli estrogeni visto che il 75% dei tumori al seno cresce sotto lo stimolo di questi ormoni. L’indolo, un antiossidante contenuto nei broccoli e nei cavoli e nei cavoletti di bruxels, agisce attivando i metaboliti protettivi degli estrogeni e sopprimendo quelli dannosi. Da oggi cavoli a merenda.
  2. Limitare il carico glicemico e la conseguente secrezione di insulina, che stimola la proliferazione delle cellule tumorali sia direttamente, sia stimolando a sua volta l’attività estrogenica; limitiamo quindi l’assunzione di farine raffinate e cibi a base di grani raffinati - pasta, riso e altri cereali vanno consumati integrali - cibi spazzatura e zucchero in ogni sua forma.
  3. Assumere sostanze antinfiammatorie, poiché uno stato infiammatorio cronico promuove la crescita del tumore. Gli omega 3, presenti nell’olio di pesce o di lino e nei semi di lino, hanno una potente azione antinfiammatoria. Se fatichiamo ad inserire questi cibi nella nostra quotidianità, non esitiamo ad usare un integratore.
  4. Curare il benessere dell’intestino tramite integrazioni di probiotici (bifidobatterio), prebiotici (fos e inulina), glutamina e zinco, affinché possa fungere efficacemente da barriera nei confronti delle sostanze nocive e potenzialmente cancerogene.
  5. Utilizzare metodi di cottura e utensili adeguati, quindi sceglieremo cotture rapide e a basse temperature per limitare la produzione di sostanze tossiche; cucineremo in padelle in acciaio o antiaderenti integre avendo cura di ungere il fondo con olio; evitiamo il microonde, la cui cottura agisce a livello molecolare nei cibi e, di fatto, non sappiamo con che conseguenze.
  6. Fare una moderata attività fisica per promuovere la produzione di mediatori benefici e per eliminare tossine potenzialmente nocive, ossigenando meglio i tessuti e controllare il peso.



domenica 7 ottobre 2012

Enzo De Caro, la senti questa voce....

No, non sono sparita e non mi sono nemmeno riammalata, almeno per il momento. Semplicemente, dopo due anni, ho ricominciato a lavorare. Sto facendo un corso per insegnare lingue alle superiori qui in Inghilterra.
Mi piace stare con i ragazzini, ma mi stanco anche molto. Devo riabituarmi a svegliarmi presto la mattina e combattere per il resto della giornata con la fatigue post-cancro e da menopausa forzata. La sera, uno dei momenti in cui mi sentivo piu` ispirata a lanciare strali, crollo come un peperone cotto dal sole.
Il manifesto arrivera` presto, comunque. Dovrete pazientare ancora un po`, anche perche` sono arrivati davvero tanti contributi e bisogna metterli insieme, ma arrivera`.
Nel frattempo, lasciatemi tessere le lodi di una nuova amazzone 'ad honorem', mia sorella Mariangela.
L'anno scorso, insieme alla mia nipotina Fufy, che poi e` anche e sottolineo anche sua figlia, Mariangela aveva partecipato alla Race for the Cure a Napoli. E l'aveva fatto in assoluta buona fede. Saputo della manifestazione si era subito iscritta, ignara - e io con lei allora - del fatto che si trattasse in realta` di una grande trovata commerciale orchestrata sulla pelle delle donne colpite dal cancro al seno. Ignara - e io con lei - di quello che Komen aveva combinato in passato e stava per combinare negli Stati Uniti, tagliando di colpo i fondi per le mammografie all'associazione Planned Parenthood per motivi squisitamente politici. Planned Parenthood infatti si batte da anni per il diritto all'aborto e alla contraccezione. E` scomoda e Komen non c'ha pensato due volte a tagliarle i fondi pur di fare un favore a qualcuno. E poco importa se quei soldi servivano per le mammografie che molte donne negli Stati Uniti non possono permettersi, visti i costi elevatissimi e l'assenza di stato sociale.
Insomma, mia sorella ha partecipato alla Race 2011 per solidarieta` nei miei confronti. E` tornata a casa contenta, pieni di gadgets e campioncini. Le hanno regalato persino i salvaslip. Che se ne fa chi ha avuto il cancro al seno ed e` in menopausa o per colpa della chemio o perche` sta facendo la terapia ormonale?
A distanza di un anno, mia sorella ha cambiato idea. Alla Race che si e` tenuta questo fine settimana a Napoli non e` andata e si e` anche molto incazzata nell'ascoltare stamattina le dichiarazioni di Enzo De Caro, il comico che faceva parte una volta de "La Smorfia", il trio fondato da Massimo Troisi, ai microfono di Sky Sport. De Caro ha dichiarato, secondo quanto mi hanno riferito mia sorella e una nostra amica, "e poi lasciatemelo dire, ci servono le zizze sane delle femmine, per noi e per loro".
De Caro e` chiaramente un cretino. Voglio pero` spezzare una lancia in suo favore. Questo e` quello che succede quando a un "personaggio famoso" viene chiesto di parlare di qualcosa che non conosce, che non ha sperimentato e di cui probabilmente non gli importa granche`. Insomma, che cosa c'entra De Caro col cancro al seno? Che cosa c'entrano i giocatori del Napoli che hanno partecipato alla manifestazione? Cosa c'entra tutto questo col cancro?
So perfettamente che le persone che hanno partecipato alla Race for the Cure a Napoli l'hanno fatto in buona fede. Lasciate che vi proponga una cosa: chiedetevi cosa c'entra davvero tutto quello che avete visto e ascoltato oggi col cancro. Cosa c'entra la zumba? Cosa c'entrano i salvaslip? Cosa c'entrano i Vip, chiamati a mettere la faccia su qualcosa che spesso non conoscono e che speriamo non conoscano mai?


martedì 2 ottobre 2012

Se ne sono andate

Volevo scriverlo ieri questo post, ma ho avuto un brutto raffreddore. Fa lo stesso. Anzi, meglio. Oggi e` la festa degli angeli ma e` anche il secondo giorno del mese della 'prevenzione' del tumore al seno. Sotto leggerete un elenco di nomi. Sono i nomi delle donne che ho conosciuto nel corso della mia vita e che sono morte di cancro al seno. Aggiungete i nomi di quelle che avete conosciuto voi e ricordiamocele sempre.

Mariangela
Titti
Giovanna
Adele
Tisbe