La giornata di oggi e` cominciata male. Inghilterra, ore 7.
La sveglia suona. Potrei alzarmi piu` tardi, la scuola dove lavoro e` vicino
casa. Stamattina pero` devo chiamare lo IEO per prenotare la Risonanza
Magnetica Mammaria che devo fare a fine gennaio, come richiesto dalla mia
oncologa. Fa parte dei controlli semestrali. Sono giovane, la mammografia e
l’ecografia da sole non bastano. Almeno una volta l’anno dobbiamo fare una
risonanza al seno. Il centralino chiude
alle 4 del pomeriggio. A quell’ora sono ancora a scuola. Devo giocare d’anticipo
e chiamare la mattina molto presto.
E` ancora scuro. Sono sola in salotto. Jose dorme. Digito il
numero. “Istituto Europeo di Oncologia”. E` la prima parola che sento
dall’altra parte. Oncologia. Oncologia. Oncologia. Sono stata in terapia per un
anno e mezzo e mi ero abituata a questa parola. Adesso che le terapie
ospedaliere sono finite, almeno per il momento,
e sto pian piano rientrando nella mia vita “normale”, quella parola mi
si conficca nel cuore e lo trapassa. E di nuovo la sensazione di vivere un incubo. Oncologia, riferito a me.
Ricordati, Grazia, hai il cancro.
I lucciconi non fanno in tempo a scendere che l’addetta
delle prenotazioni mi risponde con la solita gentilezza. Sono sempre gentili i
centralinisti dello Ieo. “Mi dispiace,
non abbiamo ancora le agende per il nuovo anno”. E` da agosto che chiamo e I poveracci
mi rispondono sempre la stessa cosa. “Deve chiamare ogni settimana, ci dispiace
non e` colpa nostra”. Lo so bene che loro non c’entrano. Per questo motivo, la
scorsa settimana ho inviato un reclamo all’Ufficio Relazioni con il Pubblico
dell’Istituto. Non ho ricevuto alcuna risposta e il problema, a distanza di una
settimana, e` sempre lo stesso.
Chiudo il telefono e fisso il vuoto per qualche minuto. L’eco
di quella parola nemica, oncologia, mi risuona ancora dentro. Ancora mi fa
male.
E` tardi. Devo andare
al lavoro. Non c’e` tempo di chiamare al telefono l’Ufficio Relazioni con il
Pubblico. Scrivo un post sulla pagina Facebook dell’Istituto. E` un post
stizzito. E` il post di una persona che protesta per un’ inefficienza. Un’inefficienza
pesante. Prenotare una risonanza magnetica mammaria per chi ha avuto il cancro
al seno non e` precisamente come prenotare un appuntamento dal callista o dal
parrucchiere. Il pensiero di doversi
sottoporre ad un esame per verificare se la malattia che rischia di ucciderti
e` tornata toglie il sonno. L’unico modo per sopravvivere, oltre che al cancro,
all’angoscia e alla paura e` di pensare all’esame il meno possibile. Anche solo
prenotarlo e` motivo di angoscia. Significa riprendere contatto con la malattia.
Significa di nuovo dover prendere coscienza del fatto che la morte potrebbe
essere dietro l’angolo. Immaginate cosa vuol dire dover chiamare ogni settimana
per poter prenotare l’ esame. E` un incubo! E se il paziente prova a protestare cosa succede? A me e` stato risposto cosi`:
"poiche` la Sua dichiarazione e` messa appositamente in pubblico risponderemo qui (se Le interessasse realmente un aiuto si informerebbe attraverso altri canali)"
C’e` da mettersi le mani nei capelli. Se i reclami si
scontrano con un muro di gomma, noi pazienti che facciamo? Ne parliamo, per favore? Quante di voi stanno cercando di prenotare una risonanza magnetica mammaria per il 2013 allo Ieo? Sono stanca di vedere i miei diritti calpestati. E scommetto che non sono la
sola.