Visualizzazione post con etichetta Napoli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Napoli. Mostra tutti i post

domenica 22 maggio 2016

Jody, Francesca e tutti noi

"Che vuol dire #BCSM?"
"Breast Cancer Social Media"

Non ricordo a chi ho fatto questa domanda poco prima della nascita di questo blog, nel 2012. Sono passati ormai quattro anni da quando quell'hashtag, insieme al blog AnneMarie Ciccarella e a Breast Cancer Action, mi hanno trasformata da paziente timorosa di esprimere la propria rabbia per una diagnosi di cancro al seno a soli 30 anni in un'attivista. Quell'hashtag lo dobbiamo ad Alicia Staley and Jody Schoger, co-fondatrici e co-moderatrici, insieme a Deanna Attai, chirurga senologa presso la David Geffen School of Medicine della University of California Los Angeles [qui]. Grazie a quell'hashtag e alla tweetchat ad esso collegata, che si tiene dal 2011 ogni lunedi` ad orari antidiluviani, purtroppo, per chi vive in Europa, sono diventata una cancro-attivista.
Jody Schoger se ne` andata mercoledi` 20 maggio, a 61 anni. Il cancro al seno era tornato nel 2013 a 15 anni di distanza dalla prima diagnosi. Gayle Sulik, direttrice del Breast Cancer Consortium, che la conosceva personalmente racconta che Jody le aveva detto [qui]:

"Sono arrabbiatissima, la scienza ha pasticciato con [il cancro al seno] per tutta la mia vita e non siamo nemmeno vicini [a una soluzione]. E` passata un'altra generazione, e di cancro al seno si muore ancora. Ancora oggi".

C'ho messo tutto il fine settimana per buttare giu` queste poche righe, quando oggi pomeriggio e` giunta, come una pugnalata alle spalle, la notizia della morte per cancro, a soli 40 anni, di una giovane giornalista del Manifesto di cui non mi perdevo un articolo. Francesca Pilla viveva a Napoli, una delle capitali del cancro oggi in Italia. Non so se si trattasse di cancro al seno, ma non importa. Non si puo` morire in questo modo cosi` giovani. E` un'ingiustizia enorme. Ci avvelenano fino a farci ammalare, poi ci dicono di stare tranquille, che tutto si risolve. E invece non e` vero, per chi vede la propria vita falcidiata dalle terapie e i loro postumi e per chi muore. Tutto questo non riguarda solo me, Jody e Francesca. Tutto questo riguarda tutti. E non so proprio quanto ci metterete ancora a svegliarvi e a chiedere ai nostri governanti di tutelare la nostra salute attraverso prevenzione primaria e ricerca che salvi vite umane e non serva solo a guadagnare titoloni sui giornali.

venerdì 15 novembre 2013

16 Novembre a Napoli - Ora e sempre Resistenza





A chi taccia i napoletani o piu` in generale i campani o i meridionali di immobilismo consiglio la visione di questo film, Le Quattro Giornate di Napoli. Racconta un pezzo della storia d'Italia e d'Europa che si e` voluto cancellare o comunque privare dell'importanza che invece merita. Anche attraverso la negazione della partecipazione alla Resistenza degli abitanti di Napoli e del Mezzogiorno o il riduzionismo di cui e` stata fatta oggetto, e` passata l'idea che i "meridionali" siano privi di coscienza civile e politica, pronti solo a chinare il dorso a ricchi e potenti per un piatto di lenticchie. Tutto questo e` falso. Ce lo insegna la storia, ma anche il presente. Il presente e` un Sud che resiste, ancora una volta. Un Sud martoriato che non ci sta, che non ha nessuna intenzione di fare finta di niente. Vorrei poter essere a Napoli domani, 16 novembre, e sentire l'afflato del movimento contro il biocidio. Vorrei essere li`, per poter dire, ancora una volta "Ora e sempre Resistenza".

venerdì 25 ottobre 2013

Con il cuore a Napoli


In via Carbonara 33 a Napoli, c'e` un palazzo rosso pompeiano con delle meravigliose scale vanvitelliane. All'ultimo piano, uscendo dall'ascensore sulla destra, c'e` un appartamento grande e luminoso, le stanze grandi e i soffitti alti. Dalla cucina, si vede il Vesuvio e il campanile della chiesa del Carmine. In quella casa, tra il 1998 e il 2002, ho abitato insieme ad altre 4 ragazze. Eravamo, come si diceva in gergo, "studentesse fuori sede". Io e Carmela avevamo fatto le superiori insieme. Per tutto l'ultimo anno di liceo avevamo progettato la nostra fuga da Foggia che ci stava un po` stretta.
Sono stati anni belli, di liberta`, amicizia, spensieratezza. Napoli un po` la conoscevo gia`, ma me ne sono innamorata vivendoci, tant'e` che per molto tempo, dopo essere andata via nel 2005, a chi mi chiedesse di dove fossi rispondevo: "sono di Napoli". Perche` il luogo di nascita lo decide il caso. A Napoli, invece, ci sono andata per scelta e per scelta ci ho vissuto per 7 anni. E li` sarei rimasta, se le condizioni dell'Italia e dell'Europa dei nostri anni, me lo avessero consentito.
Domani a Napoli c'e` un corteo. Partira` alle 4 del pomeriggio da Piazza Dante. L'hanno organizzata gli attivisti de La Terra dei Fuochi (qui) che si battono contro il biocidio in atto a Napoli, Caserta e provincia. Domani il mio cuore sara` li` con loro. Mi sono scoperta malata di cancro a 30 anni e mi sono chiesta spesso se un caso come il mio possa rientrare nelle statistiche di quella che si configura ormai come una vera e propria strage. Tante sono le persone che ho incontrato che hanno vissuto la stessa esperienza. E alcune, purtroppo, non sono piu` tra noi. Vorrei poter volare a piazza Dante domani, per me e per loro. Per Napoli e chi ci abita e, nonostante tutto, resiste.

venerdì 20 settembre 2013

"Cavoli amari" - A cena nella Terra dei Fuochi




"Un'alimentazione sana, ricca di frutta e verdura aiuta a prevenire il cancro". Lo conosciamo bene questo mantra. Lo ripetono in tantissimi, in continuazione. Gente comune ed illustri clinici. Che succede pero` se la frutta e la verdura contengono sostanze che non dovrebbero contenere?
Immaginate un cavolfiore. Lo si puo` cucinare in tanti modi: stufato, con la pasta, al forno con le olive. Immaginate che il cavolo contenga quantita` di zinco, stagno e ferro di molto superiori alla norma. Immaginate che contenga addirittura policlorobifenili, composti altamente tossici meglio conosciuti sotto l'acronimo di PCB. Ci fara` bene mangiare quel cavolfiore? Probabilmente no. E se tutti i cavolfiori e le verdure di un determinato territorio contenessero sostanze simili, cosa succederebbe? Un biocidio, come quello che sta avvenendo in Campania, in particolare nelle province di Caserta e Napoli, nella zona cosiddetta della "Terra dei Fuochi". (qui l'articolo sul caso del campo di cavolfiori)
Parte della mia famiglia vive a Napoli, io stessa vi ho abitato per un lungo periodo. Il cancro per me e` arrivato a 30 anni e, per adesso almeno, sono ancora qua. Per molti parenti e amici non e` stata la stessa cosa. Ho perso il conto delle persone che ho visto morire a Napoli e dintorni, spente dalle forme di tumori piu` aggressive. Cancro ai polmoni in donne non fumatrici, al seno nelle giovanissime, anche piu` giovani di me, al fegato, al pancreas, allo stomaco, all'intestino.
Mi ha fatto malissimo leggere che il Ministro della Salute Lorenzin, in visita nella Terra dei Fuochi, aveva indicato negli "stili di vita" scorretti degli abitanti della zona il motivo dell'aumento spropositato dei casi di cancro (qui il video). Si riferiva sicuramente, il ministro, anche all'alimentazione. Ma se sono gli stessi frutti della terra ad essere avvelenati, come possiamo fare?
"Cavoli amari" e` un'iniziativa promossa dal giornale online Parallelo 41 (qui il comunicato). Esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e regionale, incluso il ministro Lorenzin, sono stati invitati per il prossimo 2 novembre a degustare i prodotti tipici della Terra dei Fuochi: frutta e verdura provenienti dai campi avvelenati da discariche e roghi. Una bella cena per commemorare i defunti, quelli passati e quelli futuri. Perche` nelle province di Napoli e Caserta si muore e si continuera` a morire, di cancro, mangiando frutta e verdura. 

domenica 14 luglio 2013

Che 'razza' di fumo?

Il fumo. Non quello che esce dalle ciminiere dell'ILVA e dell'ENI e soffoca i tarantini, Taranto e chiunque vi transiti, spesso a morte. Il fumo di sigaretta. E` questa, secondo il commissario staordinario dell'Ilva, Enrico Bondi, la causa dell'aumento dei casi di cancro al polmone nella citta` ionica. Bondi non e` uno qualsiasi. E` stato nominato commissario straordinario dell'ILVA dall'attuale governo ed e`, contemporaneamente, amministratore delegato dell'azienda della famiglia Riva. Curioso, eh? Le sue affermazioni suonano dunque particolarmente sinistre. A Taranto si fumava piu` che altrove soprattutto negli anni '70, e` scritto in una relazione tecnica di 44 pagine allegata alla lettera inviata da Bondi al governatore della Puglia, a causa del contrabbando di sigarette e per questa ragione adesso si registrerebbe un numero allarmante di casi di carcinoma polmonare. Questa sarebbe tuttavia solo la sparata piu` grossa. Altre contenute nella relazione metterebbero in discussione dati raccolti per anni e i risultati dello studio SENTIERI.
Solo la scorsa settimana ci era toccato il vaniloquio del ministro della Sanita` Lorenzin che ha attribuito agli stili di vita dei napoletani, l'aumento esponenziale dei casi di cancro nell'area. Siamo al solito victim blaming, il solito sciacallaggio, il solito tentativo di ridurre il cancro a una mera questione individuale, la conseguenza logica di un comportamento errato da parte di singoli o di una comunita` intera.
Sui casi in oggetto, Taranto e Napoli, si allunga anche l'ombra del razzismo. I meridionali sono, nella cultura e nell'immaginario degli italiani, il simbolo dell'arretratezza. Una caratteristica che si esprimerebbe anche attraverso la scarsa cura di se` e della propria salute. Facile dunque fare leva sulla rappresentazione razzista che riguarda tutti gli abitanti del Sud e delle isole per giustificare i propri misfatti e le proprie connivenze. A chi, dal Nord al Sud (che` il discorso razzista e` molto pervicace e finisce con l'essere riprodotto anche dai soggetti che ne sono il principale bersaglio), verrebbe in mente di smentire un ministro e un commissario straordinario che puntano il dito contro gli stili di vita poco salutari della teppaglia sudicia? Forse un tempo a nessuno. Le cose, pero`, stanno cambiando. Il biocidio in atto a Napoli, a Caserta, a Taranto ma anche in altre aree del paese, non lo si puo` piu` nascondere. Le vittime sono troppe, molti sono bambini (che si ammalino di cancro in tenera eta` perche` mangiano troppa cioccolata?). Le parole scellerate di questi figuri, loschi, si loschi, offendono e restituiscono la cifra del pericolo che stiamo correndo tutti. Chi si e` gia` ammalato e chi potrebbe esserlo domani.

sabato 23 marzo 2013

Peggio del cancro c'e` Stefano Caldoro

Orrore. Madonna che brutto risveglio. Non avevo nemmeno finito di bere il caffe` e ho letto una notizia che mi ha sconvolta: tagli per 16 milioni di euro all'Istituto Nazionale Tumori Irccs - Fondazione Pascale di Napoli, il piu` grande ospedale oncologico del Sud, dove si fa ricerca e cura. I volti di tutti i conoscenti e amici che sono stati seguiti li` mi passano davanti agli occhi. E` come se li avessero ammazzati tutti in un colpo solo.
La cosa pazzesca e` il motivo con cui sono stati giustificati i tagli: il bilancio del Pascale e` in attivo, quindi non avrebbe bisogno di soldi. La catastrofe e` stata annunciata ieri pomeriggio. Si, una catastrofe, perche` senza quei soldi, il Pascale chiudera` nel giro di tre mesi.
Dulcis in fundo, la dichiarazione di Stefano Caldoro, governatore della Regione Campania, riportata dal Corriere del Mezzogiorno "Tutti devono fare i conti con la crisi, famiglie e istituzioni".
Cosa? Cosa? Caldoro caro, sono anni che gli abitanti della Campania vengono avvelenati. Le province di Napoli e Caserta sono falcidiate dal cancro. E la responsabilita` non e` certo delle famiglie che, anzi, sempre piu` numerose piangono i loro morti. Avete trasformato la Regione in un immenso sversatoio di rifiuti tossici e tu mi vieni a dire che dobbiamo fare tutti i conti con la crisi? Questa e` una dichiarazione degna di un criminale incallito. O di un imbecille. Di qualcuno che non sa nemmeno cosa sia il Pascale e che nulla conosce del dramma di un'intera popolazione. Che schifo! Non so aggiungere altro. Pensavo, con il cancro, di aver visto tutto. Mi sbagliavo. Peggio del cancro c'e` Stefano Caldoro, che ai malati di cancro ha deciso di togliere anche la speranza di guarire.

venerdì 17 agosto 2012

Cancer Riot

Oggi e` proprio una giornata di merda: le Pussy Riot sono state condannate a 3 anni di carcere; in Italia Nichi Vendola straparla di "progresso" e delle "robuste e solide tradizioni produttive" dell'Italia ossia l'Ilva di Taranto, il mostro di Emilio Riva che avvelena e uccide i tarantini; i nipotini del ministro Clini continuano a vivere felici lontano dal quartiere Tamburi.
Non e` solo Taranto il problema. Negli anni immediatamente precedenti la malattia, tra il 1998 e il 2005, ho vissuto a Napoli. Napoli aveva la sua Ilva - la zona e` in attesa di bonifica da anni - e oggi ha i rifiuti. Non solo quelli che si vedono per le strade e che i media ci sbattono in faccia giusto per ribadire l'equazione razzista Napoli=monnezza. A Napoli e nelle zone circostanti finiscono sepolti illegalmente rifiuti tossici provenienti dalle fabbrichette del Nord, dal Veneto per esempio. Ne parlava un documentario uscito qualche anno fa. Si chiamava Biutiful Cauntri.
Napoli e l'intero Sud sono diventati la pattumiera d'Italia. Una volta, l'Italia mandava i suoi rifiuti in Somalia con i soldi della cooperazione internazionale. Lo sapeva bene Ilaria Alpi, che per averlo scoperto c'ha rimesso le penne. Oggi c'e` il Sud. Siamo pieni zeppi di diossina. La diossina non si scioglie, si accumula nel grasso. Le donne il grasso ce l'hanno soprattutto nel seno. E soprattutto al seno si beccano il cancro. Sempre di piu` e in forme sempre piu` aggressive.
Oggi e` proprio una giornata di merda e sono piu` incazzata del solito. Allora vi faccio una proposta. Facciamo come le Pussy Riot: entriamo in una chiesa, non deve essere per forza una chiesa importante, possiamo esercitarci anche nella nostra parrocchia prima di prendere d'assalto San Pietro, sfiliamoci  magliette e reggiseno e chiediamo alla Madonna che ci liberi dagli stronzi che ci stanno avvelenando e massacrando. Non deve mica farli crepare. Non siamo mica come loro, non vogliamo la morte di nessuno. Potrebbe pero` scaraventarli su un altro pianeta o trasformarli in simpatici nani da giardino. Potremmo cominciare con Riva, Vendola e Clini. Ovviamente si accettano proposte. Una cosa e` gia` decisa, pero`. Il nome di battaglia. Ci chiameremo Cancer Riots!