Ottobre si avvicina. Il circo rosa ripartira` come ogni anno. A mo` di preparazione spirituale, facciamo un tuffo nel passato, ai tempi in cui il mese della prevenzione del tumore al seno non aveva ancora colore.
Era il 1985 quando negli Stati Uniti venne lanciata la National Breast Cancer Awareness Week, trasformatasi successivamente in National Breast Cancer Awareness Month. A lanciarla, il colosso chimico farmaceutico britannico Imperial Chemical Industries, che deteneva all'epoca il brevetto del tamoxifene - venduto col nome di Nolvadex - e il cui mercato piu` vasto era quello nord-americano. L'obiettivo era promuovere la mammografia come strumento di diagnosi precoce. Un'iniziativa benefica? Difficile rispondere di si, considerando che la Imperial Chemical Industries, oltre a produrre il tamoxifene, produceva anche pesticidi. Un fattore determinante nello scegliere che genere di messaggio diffondere sulla malattia e come "prevenirla".
Negli anni 90, la compagnia decide di staccare il suo settore farmaceutico e agrochimico e formare un'azienda nuova, la Zeneca. Quest'ultima, alla fine del decennio, e` stata accorpata ad una casa farmaceutica svedese, la Astra AB, dando vita ad AstraZeneca. Nel 2000, dalla fusione del ramo agrochimico di AstraZeneca e quello di Norvartis e` nata Syngenta, la multinazionale con sede in Svizzera che produce semi e pesticidi.
AstraZeneca continua ad essere tra i principali sponsor del National Breast Cancer Awareness Month. I suoi interessi nel settore non si sono di certo esauriti, nonostante il brevetto sul tamoxifene sia ormai scaduto. Una nuova generazione di farmaci, i cosidetti inibitori dell'aromatasi, sono una nuova gallina dalle uova d'oro per la compagnia. L'aromatasi e` un enzima chiave nella trasformazione del testosterone in estrogeni che, a loro volta, sono coinvolti nello sviluppo del cancro al seno. Gli inibitori dell'aromatasi non fanno altro che bloccare l'attivita` dell'enzima. AstraZeneca e Novartis hanno commercializzato due tra i farmaci appartenenti a questa categoria tra i piu` usati: Arimidex e Femara.
Allo stesso tempo, Syngenta e` uno dei principali produttori al mondo di atrazina, un erbicida molto utilizzato in agricoltura ed un interferente endocrino. Studi in laboratorio hanno dimostrato come l'atrazina provochi la femminilizzazione dei maschi delle rane che sviluppano ovaie nei testicoli. Altri studi condotti su linee cellulari umane hanno messo in evidenza come nelle cellule cancerose, se esposte all'atrazina, l'attivita` dell'aromatasi aumenti cosi` come la produzione di estrogeni. Insomma, come dice, Tyrone Hayes, professore di biologia integrata a Berkeley, "la compagnia che ti da l'atrazina, che mette in moto l'aromatasi, arriva e ti vende un inibitore dell'aromatasi e ti dice che funziona mille volte meglio di qualsiasi altra terapia per il cancro al seno a disposizione" [qui].
L'atrazina e` stata vietata in Italia negli anni '80. Secondo un rapporto dell'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) pubblicato nel 2013, la sua presenza nelle acque di superficie e sotterranee e` ancora rilevante [qui]. E` probabile insomma che i nostri nipoti saranno ancora esposti ad essa, sebbene in quantita` minori rispetto al passato, ma in combinazione con una gamma sempre piu` vasta di interferenti endocrini e sostanze tossiche. Perche` quest'anno allora, invece di fare la mammografia, non ci mettiamo tutte a protestare sul serio perche` le ingiustizie che abbiamo subito non si abbattano anche sulle generazioni a venire?!?
Era il 1985 quando negli Stati Uniti venne lanciata la National Breast Cancer Awareness Week, trasformatasi successivamente in National Breast Cancer Awareness Month. A lanciarla, il colosso chimico farmaceutico britannico Imperial Chemical Industries, che deteneva all'epoca il brevetto del tamoxifene - venduto col nome di Nolvadex - e il cui mercato piu` vasto era quello nord-americano. L'obiettivo era promuovere la mammografia come strumento di diagnosi precoce. Un'iniziativa benefica? Difficile rispondere di si, considerando che la Imperial Chemical Industries, oltre a produrre il tamoxifene, produceva anche pesticidi. Un fattore determinante nello scegliere che genere di messaggio diffondere sulla malattia e come "prevenirla".
Negli anni 90, la compagnia decide di staccare il suo settore farmaceutico e agrochimico e formare un'azienda nuova, la Zeneca. Quest'ultima, alla fine del decennio, e` stata accorpata ad una casa farmaceutica svedese, la Astra AB, dando vita ad AstraZeneca. Nel 2000, dalla fusione del ramo agrochimico di AstraZeneca e quello di Norvartis e` nata Syngenta, la multinazionale con sede in Svizzera che produce semi e pesticidi.
AstraZeneca continua ad essere tra i principali sponsor del National Breast Cancer Awareness Month. I suoi interessi nel settore non si sono di certo esauriti, nonostante il brevetto sul tamoxifene sia ormai scaduto. Una nuova generazione di farmaci, i cosidetti inibitori dell'aromatasi, sono una nuova gallina dalle uova d'oro per la compagnia. L'aromatasi e` un enzima chiave nella trasformazione del testosterone in estrogeni che, a loro volta, sono coinvolti nello sviluppo del cancro al seno. Gli inibitori dell'aromatasi non fanno altro che bloccare l'attivita` dell'enzima. AstraZeneca e Novartis hanno commercializzato due tra i farmaci appartenenti a questa categoria tra i piu` usati: Arimidex e Femara.
Allo stesso tempo, Syngenta e` uno dei principali produttori al mondo di atrazina, un erbicida molto utilizzato in agricoltura ed un interferente endocrino. Studi in laboratorio hanno dimostrato come l'atrazina provochi la femminilizzazione dei maschi delle rane che sviluppano ovaie nei testicoli. Altri studi condotti su linee cellulari umane hanno messo in evidenza come nelle cellule cancerose, se esposte all'atrazina, l'attivita` dell'aromatasi aumenti cosi` come la produzione di estrogeni. Insomma, come dice, Tyrone Hayes, professore di biologia integrata a Berkeley, "la compagnia che ti da l'atrazina, che mette in moto l'aromatasi, arriva e ti vende un inibitore dell'aromatasi e ti dice che funziona mille volte meglio di qualsiasi altra terapia per il cancro al seno a disposizione" [qui].
L'atrazina e` stata vietata in Italia negli anni '80. Secondo un rapporto dell'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) pubblicato nel 2013, la sua presenza nelle acque di superficie e sotterranee e` ancora rilevante [qui]. E` probabile insomma che i nostri nipoti saranno ancora esposti ad essa, sebbene in quantita` minori rispetto al passato, ma in combinazione con una gamma sempre piu` vasta di interferenti endocrini e sostanze tossiche. Perche` quest'anno allora, invece di fare la mammografia, non ci mettiamo tutte a protestare sul serio perche` le ingiustizie che abbiamo subito non si abbattano anche sulle generazioni a venire?!?