Quella del cancro e`, stando ai media mainstream, una storia di scoperte strabilianti. Ne salta fuori una ogni giorno, da sbattere in prima pagina. Che si tratti di una proteina sconosciuta o di un farmaco capace di distruggere ogni cellula maligna in un colpo solo, il miracolo e` quotidiano. Soprattutto per quanto riguarda i farmaci, pero`, le cose non starebbero proprio cosi`. E a dirlo non sono le solite Amazzoni Furiose, guastafeste di professione, ma Ajay Aggarwal, oncologo del Guy and St. Thomas di Londra e professore associato presso il King's College, sempre a Londra che in un articolo pubblicato il 10 aprile scorso sul sito della rivista scientifica Nature lancia l'allarme [qui]:
"Gia` quest'anno la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato o esteso l'utilizzo di diversi farmaci oncologici che devono ancora dimostrare di allungare la vita o migliorarne la qualita`. Purtroppo non c'e` nessuna garanzia che tali benefici verranno dimostrati nel corso del tempo e questi farmaci, come la maggior parte dei trattamenti anti cancro, aumentano il rischio di effetti collaterali come la diarrea o la suscettibilita` alle infezioni.
Dal mio punto di vista, gli enti regolatori dovrebbero assicurarsi che un farmaco produca vantaggi per i pazienti prima di permetterne la persistenza sul mercato.
In qualita` di oncologo, i pazienti a volte mi mostrano titoli in prima pagina che descrivono nuovi farmaci per il cancro in termini di 'svolta' e 'conquista'. Al pari dei miei pazienti, sono entusiasta di vedere che nuove terapie sono all'orizzonte. Sfortunatamente, pero`, queste parole sono raramente quelle che mi vengono in mente nel valutare i risultati degli studi clinici."
Il problema, spiega Aggarwal, consiste nella eccessiva rilevanza negli studi clinici assegnata a indicatori come il rallentamento della crescita del tumore che, tuttavia, non implica necessariamente un allungamento della vita del paziente che, anzi, a volte la vita la rischia a causa degli effetti collaterali del farmaco, soprattutto se gia` debilitato.
Una situazione che non riguarda solo gli Stati Uniti, ma anche l'Europa. Nell'ottobre del 2017, uno studio condotto da Aggarwal e colleghi pubblicato sul British Medical Journal ha messo in luce come la maggior parte dei farmaci oncologici che hanno ricevuto l'approvazione dell'Agenzia europea del Farmaco tra il 2009 e il 2013 sono stati immessi sul mercato senza che mostrassero benefici in termini di sopravvivenza o qualita` della vita [qui].
I grandi ritrovati degli ultimi anni, insomma, non funzionano. Intanto, pero`, vengono commercializzati lo stesso e generano immensi guadagni. Il risultato e` che e` venuto a mancare qualsiasi incentivo a produrre ricerca di buona qualita` che possa portare davvero alle rivoluzioni farmaceutiche che tutti speriamo avvengano.
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