Tra due giorni si parte. Finalmente, devo dire. I pesi sullo stomaco e` meglio toglierseli al piu` presto possibile. L'attesa sfianca e ingigantisce le paure. Chiama alla memoria altre attese. Nel mio caso, quella che e` intercorsa tra il 'potrebbe essere' e l' 'e`'. Un'attesa insonne. Sette giorni e sette notti interminabili, in cui il terrore si e` insinuato dentro di me, pronto a riaffacciarsi in momenti come questo. Quando bisogna di nuovo affidarsi alle macchine e attendere.
Mi chiedo se chi, per sua fortuna, non ha mai avuto a che fare con il cancro riesca davvero ad immaginare lo stress e il senso di medicalizzazione che i controlli comportano. Non e` come fare un prelievo del sangue per l'anemia. E` un tour de force tra sale d'aspetto e macchinari che ti scandagliano il corpo centimetro per centimetro.
Tra lunedi` e mercoledi` mi toccheranno ben 7 esami diversi, ciascuno con i suoi tempi di preparazione e di esecuzione. Si comincia con i prelievi, tra cui quelli per i marker tumorali. Si prosegue con la risonanza magnetica mammaria: iniezione del liquido di contrasto e poi a testa in giu` con il seno infilato in un imbuto e un rumore che ti sfonda i timpani. A seguire, la visita cardiologica, con eco ed elettrocardiogramma per essere sicuri che le terapie non mi abbiano causato problemi al cuore che, talvolta, possono manifestarsi a distanza di anni. Si riprende, il giorno dopo, con l'ecografia all'addome per verificare l'assenza di metastasi epatiche (il fegato e` una delle sedi di metastasi del cancro al seno). Per il pomeriggio ci si cucca una bella mammografia con annessa ecografia, giusto per rinverdire i fasti e risentire il brivido della prima volta. L'ultimo giorno e` invece dedicato alla visita ginecologica con ecografia transvaginale, richiesta perche` il tamoxifene puo` causare il cancro dell'endometrio, e poi il gran finale con la scintigrafia ossea. L'esame in se`, con acquisizione delle immagini di tutto lo scheletro, dura solo venti minuti. Tuttavia occorre arrivare circa 3 ore prima per l'iniezione del radiofarmaco. Dopodiche`, bisogna aspettare che quest'ultimo si metta in circolo. In questo lasso di tempo, si rimane dentro il centro di medicina nucleare, senza possibilita` di uscire, in compagnia di altri pazienti nella stessa situazione. Quando il farmaco si e` distribuito, si viene fatti accomodare su un lettino mobile che, durante l'esame, scorre all'interno di tunnel.
Al termine della tre giorni, comincia l'attesa per i risultati con la consapevolezza che, come dice la mia oncologa, si tratta di indagini talmente approfondite che "qualcosa si trova sempre".