Un paio di sere fa , una delle iscritte al gruppo di discussione delle Amazzoni Furiose (qui) segnalava come, a pochi giorni dall'apertura, la furia che dovrebbe caratterizzarlo si fosse gia` placata: "Mi fa una tristezza vedere quest'assenza di 'post', di parole, noi tutte ne abbiamo tante, tiriamole fuori". Una frase che mi ha fatto ripensare al saggio di Audre Lorde, in apertura dei Cancer Journals, intitolato (e mi si passi la traduzione forse forzata) "Trasformare il silenzio in parole e fatti".
Il saggio e` in realta` la trascrizione di un intervento di Audre Lorde al convegno della Modern Language Association tenutosi nel dicembre del 1977. La partecipazione della Lorde era stata messa in forse da un intervento al seno che la poetessa e attivista aveva subito circa un paio di mesi prima. E` lei stessa a raccontarlo. Secondo i medici l'intervento era necessario per rimuovere quello che, molto probabilmente, era un tumore maligno. A distanza di tre settimane, a sorpresa, la notizia che il nodulo era invece benigno. (Non sara` cosi`, purtroppo, l'anno successivo). In quel lasso di tempo, durante quell'attesa sfibrante, Lorde ripensa se stessa e la sua vita, le sue priorita` e quello che non ha fatto e si rende conto che cio` che piu` la faceva stare male erano i suoi silenzi, le volte in cui non era riuscita ad esprimersi. Continuava a chiedersi di cosa aveva avuto paura quelle volte in cui era stata zitta, adesso che la piu` grande paura che gli esseri umani si trovino ad affrontare, quella della morte, le faceva mettere tutto in prospettiva. Allo stesso tempo, si era fatta strada in lei la consapevolezza che la morte e` il nostro comune destino e che anche lei sarebbe morta, se non allora, in futuro, come tutti, sia che avesse trovato il coraggio di parlare che no. "I miei silenzi non mi avevano protetta. I vostri silenzi non vi proteggeranno".
Parlare significa svelarsi, esporsi. Puo` sembrare allora che il silenzio ci protegga. Chi, come noi, come Audre Lorde, come tutte le persone che stanno in bilico sul confine che separa la vita e la morte e lo guardano ogni giorno e ogni giorno fanno i conti con l'idea di doverlo oltrepassare, sa che non sara` il silenzio a tenerci dalla parte dei vivi. A che scopo stare zitti allora? Che motivo abbiamo per non far sentire la nostra voce, il nostro dolore, la nostra rabbia? Niente puo` farci piu` male, siamo dei battitori liberi, dei cani sciolti. Il silenzio e` inutile. Trasformarlo in parole e fatti puo`, al contrario, avvicinarci a chi sta come noi, a chi condivide il nostro percorso. Il silenzio separa, ci rende invisibili gli uni agli altri. Le parole e i fatti, l'espressione di se` stessi e del proprio pensiero, costruiscono ponti e mondi nuovi.
La traduzione di questo e di molti altri saggi di Audre Lorde sara` disponibile in italiano per la prima volta a maggio. E` possibile acquistare sin d'ora il libro in prevendita (qui)
Il saggio e` in realta` la trascrizione di un intervento di Audre Lorde al convegno della Modern Language Association tenutosi nel dicembre del 1977. La partecipazione della Lorde era stata messa in forse da un intervento al seno che la poetessa e attivista aveva subito circa un paio di mesi prima. E` lei stessa a raccontarlo. Secondo i medici l'intervento era necessario per rimuovere quello che, molto probabilmente, era un tumore maligno. A distanza di tre settimane, a sorpresa, la notizia che il nodulo era invece benigno. (Non sara` cosi`, purtroppo, l'anno successivo). In quel lasso di tempo, durante quell'attesa sfibrante, Lorde ripensa se stessa e la sua vita, le sue priorita` e quello che non ha fatto e si rende conto che cio` che piu` la faceva stare male erano i suoi silenzi, le volte in cui non era riuscita ad esprimersi. Continuava a chiedersi di cosa aveva avuto paura quelle volte in cui era stata zitta, adesso che la piu` grande paura che gli esseri umani si trovino ad affrontare, quella della morte, le faceva mettere tutto in prospettiva. Allo stesso tempo, si era fatta strada in lei la consapevolezza che la morte e` il nostro comune destino e che anche lei sarebbe morta, se non allora, in futuro, come tutti, sia che avesse trovato il coraggio di parlare che no. "I miei silenzi non mi avevano protetta. I vostri silenzi non vi proteggeranno".
Parlare significa svelarsi, esporsi. Puo` sembrare allora che il silenzio ci protegga. Chi, come noi, come Audre Lorde, come tutte le persone che stanno in bilico sul confine che separa la vita e la morte e lo guardano ogni giorno e ogni giorno fanno i conti con l'idea di doverlo oltrepassare, sa che non sara` il silenzio a tenerci dalla parte dei vivi. A che scopo stare zitti allora? Che motivo abbiamo per non far sentire la nostra voce, il nostro dolore, la nostra rabbia? Niente puo` farci piu` male, siamo dei battitori liberi, dei cani sciolti. Il silenzio e` inutile. Trasformarlo in parole e fatti puo`, al contrario, avvicinarci a chi sta come noi, a chi condivide il nostro percorso. Il silenzio separa, ci rende invisibili gli uni agli altri. Le parole e i fatti, l'espressione di se` stessi e del proprio pensiero, costruiscono ponti e mondi nuovi.
La traduzione di questo e di molti altri saggi di Audre Lorde sara` disponibile in italiano per la prima volta a maggio. E` possibile acquistare sin d'ora il libro in prevendita (qui)
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