Uno spettro si aggira per i gruppi di discussione di donne col cancro al seno. Lo spettro della morte. E` un tabu` assoluto. Non se ne deve parlare. Se qualcuna, timidamente, ogni tanto, solleva l'argomento, perche` ha perso una persona cara a causa della malattia o per qualche notizia letta sui giornali, gli attacchi non si fanno attendere. E non partono soltanto da persone qualunque, iscritte al gruppo a titolo personale, ma persino da chi ne fa parte in qualita` di rappresentante di associazioni, piu` o meno blasonate, che si occupano di offrire supporto a chi e` colpito dalla malattia. Il messaggio e` chiaro. Parlate pure di cancro, ma fatelo come diciamo noi, espungendo la morte dalle vostre narrazioni. E se vi e` morto qualcuno e state male, se leggete sui giornali di qualcun* che sta per morire, se state morendo voi stesse andate a raccontarlo altrove o state zitte. Soffrite e schiattate in silenzio. Non ci si rovini il circo dei nastrini rosa, delle vendite di beneficenza, delle serate di gala per la causa. Non ci si metta di fronte a situazioni in cui non siamo in grado di offrire supporto perche` siamo chiaramente incompetenti. Sfortunatamente, il re e` nudo. E non ci fa certo piacere. Di cancro si muore. E questo in tant* lo sanno benissimo. Negarlo non serve a nulla. Se non a fare in modo che le cose rimangano cosi` come sono.
Ti posto lo stesdo commwnto chw ho messo in una pagina fb che ho visto nascere..
RispondiEliminaaggiungo un'altra cosa.. che ho gia scritto a chi attaccava l"admin di uno di quei gruppi a cui fai riferimento.. o sarebbe forse meglio dire .. il gruppo a cui fai riferimento. . Il gruppo nasce con finalita' diverse.. e prosegue perseguendo le sue finalita'.. ineccepibili dal punto di vista etico .. e te lo dico con cognizione di causa.. come operatrice in ambito palliativo e malata di cancro al seno..
Ognuno persegue i propri obiettivi.. che pur nella loro apparente diversità dovrebbero mirare allo stesso obiettivo..
o c'è in questo accanimento qualcosa che mi sfugge ?
Prima del peggio c'è il cancro..
Ma anche prima del meglio nel mio caso.. almeno se devo far riferimento al mio stato attuale..
Voi avete ragione.. sì muore di cancro.. anzi.. si muore anche di cancro..
Io ho visto morire una delle.kie migliori amiche. . E quando dico visto non intendo visto da lontano.. intendo accompagnata mano nella mano.. in braccio.. in spalla..
Ho visto morire mio padre. . Nel suo letto con tutti noi figli nello stesso letto..
Io posso leggere di disperazione e dolore senza che questa mi pieghi.. la vita non mi fa paura..
Ma non voglio vedere alla mancanza di speranza...voglio continuare a farlo.. perché la.speranza non va mai tolta a nessuno.. perché nessuno.. nemmeno io che ho i dati bene in testa.. che sono consapevole.. che.. che.. ho il diritto di rendere consapevole chi ha bisogno di altre speranze per continuare a vivere. .
Continuo a pensare che il memento mori ( ricordati che devi morire) sua meno importante del memento vivere (ricordati di vivere).
Ben venga la sensibilizzazione .. facciamo capire al mondo...alla societa.. ciò di cui abbiamo bisogno come donne.. madri.. esseri umani..
Ma non togliamo la speranza..
Per questo in alcuni luoghi è bene usare la delicatezza nell'esprimere il.proprio pensiero.. soprattutto noi...che malate lo siamo.. e sappiamo cosa sia la paura.. non dobbiamo commettere l'errore di credere che ogni donna sia come noi.. siamo tutti unici nella salute e nella malattia
Ricostruiamo la vicenda per chi non fa parte dello stesso gruppo a cui fa riferimento. Nel gruppo in questione, viene postato da un'iscritta un articolo su una donna inglese che sta per morire di cancro all'utero e avrebbe espresso dei desideri prima di morire. L'amministratrice del gruppo, rappresentante di un'importante associazione per donne con cancro al seno, invita a non postare "notizie simili" perche` "voglio che nei nostri gruppi si parli di vita: questi messaggi non servono a niente e non capisco perche` vengano postati". Quindi parlare della morte di una donna non serve a niente? Questo lei lo trova eticamente irreprensibile? Personalmente, questa la definisco censura. In alternativa, possiamo ricorrere al vocabolo ipocrisia. Grazia
Elimina
RispondiEliminaSenti cara amazzone furiosa, in un gruppo di TUMORE al SENO in cui tante persone parlano delle mastectomia, delle protesi di come ricominciare a vivere nonostante la paura, tu che metti un bel post su una donna con un tumore ALL'UTERO che sta per morire, sinceramente sei fuori luogo.
Si ha ragione l'admin del gruppo!
RispondiEliminaSi deve parlare di vita e di qualità della vita scandita oramai da tac, PET, marker e chi più ne ha ne metta, durante le interminabili attese dei referti ... Postare su un gruppo di donne appese emotivamente e materialmente ad un filo è fuori luogo e abbastanza crudele!
Non è di nessuna utilità, anzi al contrario fa risalire il panico di quando hai sentito per la prima volta la parola cancro ed era riferito alla propria persona !!!
Ho scritto in maniera pessima ....
RispondiEliminaSe non si fosse capito comunque, si io preferirei che ho schiatta lo facesse in silenzio! Grazie!!!
L'unico silenzio utile e` quello degli stolti
RispondiEliminainferenza
RispondiEliminaprendere pochi dati.. a caso.. i piu' comodi da raccogliere e trarre delle conclusioni, e credere che questa sia una legge universale, applicabile a tutti indistintamente.
concentrarsi sul proprio vissuto, sul proprio modo di vivere la malattia, sulla propria rabbia, sulle proprie paure e credere che sia l'unico modo di vivere..
ricevere una diagnosi, avere paura, entrare in un reparto di oncologia e trovare qualcuno che ti tratta come se non fossi piu' una persona ma un " contenitore di cancro", essere stanchi.. aprire una pagina fb e trovare dei necrologi.. a che serve?
L'unico silenzio è quello degli stolti..
l'infermiera che ti inietta la rossa e ti raconta che anche sua mamma e sua zia hanno avuto il cancro al seno, che sua mamma sta bene ma che la zia è morta.. (cit:)
siamo sicuri che quel silenzio sarebbe stato quello di uno stolto?
Negli ospedali, si fa la chemio con chi e` stadio IV, si vedono le lacrime di chi si sente comunicare che non c'e` piu` niente da fare, si vedono con i propri occhi i malati terminali. Non servono parole, in quei luoghi cosi` come non servono altre parole per descrivere l'atteggiamento da bulle suo e delle sue sodali. "concentrarsi sul proprio vissuto, su proprio modo di vivere la malattia, sulla propria rabbia, sulle proprie paure e credere che sia l'unico modo di vivere..." si metta davanti a uno specchio e se lo dica da sola
RispondiEliminagentile signora... diamoci del lei visto che lei lo da a me, anzi mi scuso per non averlo fatto prima...
RispondiEliminalei ha letto cosa le ho scritto prima?..
io ho un master in cure palliative.. sa cosa sono?
significa lavorare con i pazienti terminali.. quelli ai quali puoi solo alleviare le sofferenze.. cura totale e globale della persona laddove non sia piu' possibile curare la malattia
la ringrazio per avermi dato della bulla.. io non ho solidali.. ho una testa che pensa in modo autonomo.. da anni e anni.. il fatto di avere qualcuno che la pensa come me non cambia di una virgola il mio sentire..
lavoro in ospedale da 32 anni.. la morte l'ho vista in faccia molte volte.. anche se non era la mia.. e lavorando in ambito palliativo ho imparato che si pone sempre una domanda alle persone terminali che si hanno di fronte : "mi racconti la sua malattia".. e si lavora sulla consapevolezza partendo da quello che l'altra persona puo' sopportare.. senza mai togliere la speranza.. che in un momento di diagnosi è quella della guarigione, e in quel momento è quella di una morte serena e il piu' possibile libera da sofferenze..
io non posso cambiare il suo modo di vedere le cose e vivere la malattia, non sarebbe giusto farlo.. lei è libera di viverla come crede e vuole.. sono entrata qui solo dopo che lei ha fatto dei riferimenti espliciti ad un altro luogo di condivisione, criticandolo.
essere arrabbiata non la metterà al riparo dalle recidive, ma le impedirà di sicuro di vivere serenamente il tempo che le rimane, che sia un anno o che siano trenta..
le auguro che siano tantissimi
Bene, ora che ha sciorinato il suo curriculum puo` andare. "Essere arrabbiata non la mettera` al ripato dalle recidive": guardi che non sono io a voler fare finta che non esistano e che non esista la morte.... Quanto al tempo che mi rimane e come lo vivo, si senta libera di farsi gli affari suoi.
RispondiEliminano comment..
RispondiEliminaSono le due di notte in Italia. Perche` non va a dormire? Si dia pace, ci sono donne col cancro al seno che non ritengono opportuno adottare la censura su temi come la morte inevitabilmente connessi all'esperienza del cancro.
RispondiEliminaVedo che non ha capito una virgola ....
RispondiEliminaIl concetto è proprio lo stesso!
Viva il suo cancro come le pare senza criticare chi lo fa diversamente!
Sono le 8,27 in Italia, ho dormito divinamente ed ora vado a fare un corso ed un esame .... Vado a vivere!
Lei legga pure tutti i necrologi che vuol
Carissima Amazzone Furiosa o Grazia Di Michele o Tovarisch Graziuschka.o come altro ti vuoi chiamare,
RispondiEliminache possa essere condivisibile o meno il mio modo di gestire un gruppo non lo metto in dubbio, ma ognuno può uscire quando vuole se non si trova: c’è libertà di scelta. La cosa che capisco è che sei molto giovane perché la rabbia con cui ti esprimi è tipica della giovane età
Esprimerla come fai tu, al di là dello sfogo catartico, produce solo grossi disagi relazionali e tu lo stai facendo in un gruppo di donne che stanno lottando con il cancro
Credo che tu sia capace ed intelligente, ma che allo stesso tempo sia arrogante ed incapace a relazionarti in maniera cortese ed educata con gli altri.
Credo che a te manchi l’intelligenza emotiva, che è l’intelligenza del cuore, la possibilità di autocontrollo. l’adattabilità sociale
Essere diretti e sinceri non significa necessariamente ferire gli altri: si possono esprimere le proprie emozioni, anche negative, ma la tua rabbia impedisce la relazione
La tua malattia è la nostra, la mia e tu mi attacchi per quello che faccio: puoi farlo se questo ti fa stare bene e ti impedisce di non metterti in contatto con la tua paura. La tua intensa reazione è violenza però e l'aggressività che emerge, fa pensare ad un’esplosione. Inghiottire la rabbia fa male, ma gridarla anche. Esplodere di solito è inutile, non risolve, ma perpetua il problema e si tende poi ad arrabbiarsi di nuovo ed ancora, per lo stesso motivo.
Sull’argomento morte penso che ognuno di noi parta da una fondamentale certezza: la morte, ma deve approdare ad una altrettanto valida certezza; la vita.
Io non nego la morte che è l'unica cosa certa per tutti noi: il cancro mi ha insegnato però a rispettare la vita e voglio che la morte mi colga viva, felice e non furiosa
p.s.: Ho messo qui la mia lettera perché mi hai bannata, nonostante tu sia ancora nel mio gruppo e dopo aver detto: "Staro` qui a dire la mia. Mettetemi fuori voi se ne avete il coraggio".
Penso che tutto si commenti da solo
Allora, riassumiano. Un’iscritta al gruppo Facebook moderato dalla signora Pinuccia – e si e` presentata lei qui, di sua spontanea volonta` perche` ne` il suo nome ne` quello del gruppo sono stati fatti su questo blog – posta una notizia relativa a una donna inglese che sta per morire di cancro all’utero e ha espresso dei desideri da realizzare prima di lasciare questo mondo. Pinuccia, moderatrice del gruppo e rappresentante di un’importante associazione che si occupa di cancro al seno, e` intervenuta invitando a non postare “notizie simili” perche` “voglio che nei nostri gruppi si parli di vita: questi messaggi non servono a niente e non capisco perche` vengano postati”. Affermazione a seguito della quale ho fatto notare, dopo un breve scambio di battute con un’altra iscritta, che chi rappresenta un’importante associazione che si occupa di cancro al seno e affronta in questo modo temi, come la morte, inevitabilmente connessi a una malattia come il cancro e` un’incompetente e farebbe meglio a farsi da parte. A questo punto, sono stata letteralmente ricoperta di insulti e minacce. Ne elenco alcuni, a titolo di esempio:
RispondiElimina“ignorante”
“capra”
“sei una personaccia schifosa ma fortunata, fortunata perchè ancora la tecnologia non permette a me di passare attraverso il video... roba da spaccarmi il braccio buono per romperti il muso a suon di sberle fai schifo”
“va' a ciaparlo vah”
“cafona ignorante […] vai fuori dai coglioni”
“ io ho il mio nome vero e con le mie mani vere ti prenderei a ceffoni lurida Grazia De Michele”
“sei na carogna vigliacca”
“tanto a sberle se ti incontro ti prendo comunque”
“mammmmamiaaa e prendilo un pochino. ..che ti ammansueti un po!!”
Insulti e minacce non hanno ricevuto risposta da parte mia. Nemmeno la signora Pinuccia, tuttavia, si e` sentita in dovere di tenere a bada le altre signore e riportare la discussione su toni piu` pacati. Al contrario, per esacerbare ulteriormente gli animi ieri ha postato nel gruppo il post “Soffrite e schiattate in silenzio”. Sono seguiti altri insulti che sono stata costretta a leggere perche`, nonostante avessi disattivato le notifiche da quel post, la signora Pinuccia continuava a taggarmici. Bannarla dal mio account Facebook personale e` stato quindi l’unico modo per cercare di sottrarmi a quella che si configura come una vera e propria aggressione squadrista che e` proseguita sulla pagina Facebook di questo blog e sul blog stesso, come potete vedere. Non serve aggiungere altro e da questo momento i commenti a questo post sono chiusi.