Sono passati poco piu` di sette giorni dalla morte per cancro al seno metastatico di Lisa Bonchek Adams (qui). Col cuore ancora spezzato - e temo lo sara` per molto tempo - ci tengo a fare una precisazione.
Come sapete, questo blog e` legato a una pagina Facebook dove, oltre ai post, vengono condivise notizie, riflessioni e immagini riguardanti non solo il cancro al seno ma anche la salute piu` in generale, l'ambiente e, talvolta, il femminismo (qui). Il post sulla morte di Lisa, come era gia` accaduto in passato per temi simili, ha ricevuto dei commenti piuttosto fuori luogo. Scrivere "questo post mi fa paura" a commento della notizia della morte di una giovane donna di 46 anni non denota particolare empatia ne` senso di solidarieta`. A prescindere da cio`, tuttavia, mi preme sottolineare come a nessuna di noi Amazzoni Furiose faccia piacere riportare la notizia della morte di una sorella di malattia e ribadire, in Italia peraltro nel vuoto piu` totale, che di cancro al seno si puo` morire. Il cancro al seno (e anche altre forme di cancro) ce l'abbiamo anche noi e ci piacerebbe davvero poter dire che si tratta di una malattia "guaribile". Cosi` facendo, pero`, diremmo una bugia. Il massimo a cui puo` infatti aspirare chi ne e` affetto e` lo stato di No Evidence of Disease (NED) e, se non volete credere a noi, andate a controllare sulle lettere che i vostri medici rilasciano ogni volta che andate a fare un controllo. Stato della malattia: NED. E` questo che leggerete. Inoltre, in circa il 30% dei casi il cancro al seno si ripresenta in forma metastatica, con diffusione, cioe`, ad altri organi ed e` in questi casi che porta alla morte. In quanto tempo? Non e` possibile saperlo. Ci sono donne che ci convivono anche per dieci anni, altre che muoiono in pochi mesi, altre ancora, come la carissima Lisa, che riescono a guadagnare tre anni sottoponendosi a terapie sfiancanti.
La verita` dunque non piace nemmeno a noi, ma e` cosi` che stanno le cose. E se davvero vogliamo cominciare a cambiarle, non soltanto sperando di essere fortunate e riuscire a sfangarla in qualche modo, ma affrontando la questione a livello collettivo per chi c'e` e per chi verra`, occorre ripartire proprio da quella constatazione, spaventosa quanto ineludibile: di cancro al seno si puo` morire.
Come sapete, questo blog e` legato a una pagina Facebook dove, oltre ai post, vengono condivise notizie, riflessioni e immagini riguardanti non solo il cancro al seno ma anche la salute piu` in generale, l'ambiente e, talvolta, il femminismo (qui). Il post sulla morte di Lisa, come era gia` accaduto in passato per temi simili, ha ricevuto dei commenti piuttosto fuori luogo. Scrivere "questo post mi fa paura" a commento della notizia della morte di una giovane donna di 46 anni non denota particolare empatia ne` senso di solidarieta`. A prescindere da cio`, tuttavia, mi preme sottolineare come a nessuna di noi Amazzoni Furiose faccia piacere riportare la notizia della morte di una sorella di malattia e ribadire, in Italia peraltro nel vuoto piu` totale, che di cancro al seno si puo` morire. Il cancro al seno (e anche altre forme di cancro) ce l'abbiamo anche noi e ci piacerebbe davvero poter dire che si tratta di una malattia "guaribile". Cosi` facendo, pero`, diremmo una bugia. Il massimo a cui puo` infatti aspirare chi ne e` affetto e` lo stato di No Evidence of Disease (NED) e, se non volete credere a noi, andate a controllare sulle lettere che i vostri medici rilasciano ogni volta che andate a fare un controllo. Stato della malattia: NED. E` questo che leggerete. Inoltre, in circa il 30% dei casi il cancro al seno si ripresenta in forma metastatica, con diffusione, cioe`, ad altri organi ed e` in questi casi che porta alla morte. In quanto tempo? Non e` possibile saperlo. Ci sono donne che ci convivono anche per dieci anni, altre che muoiono in pochi mesi, altre ancora, come la carissima Lisa, che riescono a guadagnare tre anni sottoponendosi a terapie sfiancanti.
La verita` dunque non piace nemmeno a noi, ma e` cosi` che stanno le cose. E se davvero vogliamo cominciare a cambiarle, non soltanto sperando di essere fortunate e riuscire a sfangarla in qualche modo, ma affrontando la questione a livello collettivo per chi c'e` e per chi verra`, occorre ripartire proprio da quella constatazione, spaventosa quanto ineludibile: di cancro al seno si puo` morire.
E' questa una verità che è stata più volte minimizzata a favore di un trionfalismo ben diverso della speranza individuale che è sempre giusto sostenere. Noto che in alcuni gruppi di autoaiuto, soprattutto fra donne più giovani, il postulato "la progressione di malattia non deve essere un tabù, tanto meno parlare di morte" inizia a essere accettato. In altri casi "le metastatiche" si sentono più a proprio agio pellegrinando fuori dai gruppi eterogenei ed entrando in un apposito gruppo solo per donne con malattia in progressione. Per parlare liberamente senza essere sanzionate o spaventare le altre.
RispondiEliminaFinalmente qualcuno che parla di cancro al seno come é veramente! Noi operate ne abbiamo sinceramente abbastanza di vedere foto sui giornali di donne truccate e sorridenti con una bella banda a o un bel foulard colorato a coprire una (finta) testa pelata! Ma quando mai! Quando io facevo la chemio ero brutta, triste, grigiae incazzata col mondo! E basta con questi slogan tanto mielosi quanto fuorvianti che decantano un cambiamento lento ma radicale di approccio da parte degli ospedali verso i malati! Certo, dipende dai singoli fasi e dalle singole strutture. Ma io vi garantisco che sono stata curata di recente in un istituto dei tumori di Milano e mi sembrava di essere in una catena di montaggio, con delle operaie sempre incazzate al posto delle infermiere! E sono anche stata ricoverata per giorni, e ho visto parenti disperati, ho respirato l'odore della morte, ho incrociato sguardi supplichevoli.....questa é la realtà del cancro! Questa é la realtà del cancro al seno. E chi si deprime a leggere queste cose può sempre cercare qualche pagina di gossip o di pubblicità di assorbenti o creme per il viso col fiocchetto rosa della ricerca!
RispondiEliminaMi dispiace molto per la vostra amica Lisa, vi sono vicina col cuore... Purtroppo la gente è ancora molto spaventata da questa malattia, chi non la vive sulla propria pelle molte volte è insensibile in un modo disarmante, non si cura della sofferenza altrui, e questo è uno dei tanti problemi che il cancro crea intorno a sé.. . Hai ragione, è davvero fastidiosa tutta quella pubblicità mielosa e infiocchettata di rosa... chiunque abbia fatto la chemio sa benissimo che, oltre a soffrire molto fisicamente, non si è proprio "da copertina"... Per quanto riguarda la tua esperienza a Milano, mi spiace molto, parlando con altre donne, mi è stato detta la stessa cosa... io personalmente sono stata curata a Genova e ho trovato medici ed infermieri molto gentili, professionali ed "umani", cosa ben rara mi sa... a volte ci sono queste piccole eccezioni e pensi che allora, forse, non siamo solo numeri. Un abbraccio a tutte, S.
RispondiEliminaRecentemente commentavo con una amica, recidiva come me, che, quando ci viene diagnosticato il cancro al seno, di solito la notizia e' accompagnata dalla rassicurazione che "e' il cancro piu' curabile". Certo, ma le metastasi alle ossa, al fegato, ai polmoni che susseguono, non sono forse legate a quel cancro cosi rosa ed edulcorato? Di cancro al seno si puo' morire. Nel frattempo, pero', non dimentichiamoci di vivere.
RispondiEliminaMa perche'non si riesce a curare anche le metastasi al fegato,polmoni ossa dovute al cancro al seno che portano a morte?
EliminaPost cinico ma vero, purtroppo. Alla faccia dei Veronesi di turno (che, peraltro, ce la mettono tutta in ricerca e in clinica e che fanno indispensabile marketing).
RispondiEliminaGià, e quando anche le infermiere o una dottoressa ti dicono: su, sorrida! Un sorriso aiuta, stia serena. Cosa rispondere? Che c'è da stare sereni quando stai facendo chemioterapia e sei al terzo cancro a 50 anni?
RispondiEliminaE' vero di cancro al seno si può morire, ma quando la vita continua e va oltre, la visione della vita cambia e diventa ricca perchè in ogni momento c'è il desiderio di vivere la propria vita al meglio
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