Kathleen Brady ha 20 anni. Fa l'insegnante. Vive in Australia. E ha un linfoma. Pochi giorni fa, il Guardian ha pubblicato un suo articolo (qui) in cui molte delle persone che si sono ammalate di cancro in piena giovinezza si riconosceranno.
Il cancro e` sempre ingiusto, scrive Brady, ma vederselo diagnosticare a 20 anni supera ogni immaginazione. A quell'eta` "si suppone tu stia per cominciare la tua vita, trovando finalmente un lavoro che ti piace, imparando a raggranellare i risparmi e magari andando a vivere con il tuo partner. [...] Dovresti stare bene in salute: quanto basta per tenerti un buon lavoro, uscire ogni fine settimana, viaggiare a piacimento e in generale goderti la vita".
E, invece, Brady due mesi fa ha scoperto di avere il cancro. Non allo stadio terminale. Non incurabile, ma "quel genere [di cancro] che non ti fara` mai piu` sentire sereno e soddisfatto, che ti fa ripensare a tutto quello che pensavi di sapere". Si definisce in una fase di transizione tra l'adolescenza e l'eta` adulta. Non e` piu` abbastanza piccola da vivere a casa con la sua famiglia d'origine, godendo della sicurezza economica su cui evidentemente quest'ultima puo` contare, ma non ha ancora una famiglia sua ne` un lavoro stabile. Ha qualche soldo da parte e voglia di fare esperienze nuove. I suoi amici si stanno pian piano accasando e iniziano a sfornare bambini. Al contrario, lei si trova "costretta a fermare la sua vita all'improvviso".
Una situazione "pietrificante". Mille domande si aggirano nella sua mente: "in che modo sei mesi o piu` di malattia influenzeranno le possibilita` di trovare quel lavoro che voglio cosi` tanto? Vorro` ancora fare la stessa cosa quando tutto questo sara finito? Saro` sempre una paziente col cancro? Devo dire sempre alle persone cosa mi e` successo? Come faccio a vivere cosi`? Lo superero` mai?"
Sono passati quasi cinque anni dalla mia diagnosi di cancro al seno. Persino la terapia col tamoxifene, che all'inizio mi sembrava eterna, sta per finire. La mia vita pero` non e` tornata come prima. Il lavoro che sognavo non ce l'ho e non ce l'avro` mai. Nemmeno un lavoro qualsiasi sembra saltare fuori da qualche parte. Ho 35 anni e non ho mezzi di sostentamento. Vivo con i soldi di mio marito e della mia famiglia. Le mie amiche fanno figli. Ogni volta che conosco qualcuno mi chiedo se debba metterlo a conoscenza di quello che mi e` successo. Sono stanca e ingrassata. E no, non credo 'superero` mai' il rodimento di culo di vedere la mia vita deragliare, senza riuscire piu` a riportarla dentro i binari di quella che volevo fosse la mia normalita`.
Il cancro e` sempre ingiusto, scrive Brady, ma vederselo diagnosticare a 20 anni supera ogni immaginazione. A quell'eta` "si suppone tu stia per cominciare la tua vita, trovando finalmente un lavoro che ti piace, imparando a raggranellare i risparmi e magari andando a vivere con il tuo partner. [...] Dovresti stare bene in salute: quanto basta per tenerti un buon lavoro, uscire ogni fine settimana, viaggiare a piacimento e in generale goderti la vita".
E, invece, Brady due mesi fa ha scoperto di avere il cancro. Non allo stadio terminale. Non incurabile, ma "quel genere [di cancro] che non ti fara` mai piu` sentire sereno e soddisfatto, che ti fa ripensare a tutto quello che pensavi di sapere". Si definisce in una fase di transizione tra l'adolescenza e l'eta` adulta. Non e` piu` abbastanza piccola da vivere a casa con la sua famiglia d'origine, godendo della sicurezza economica su cui evidentemente quest'ultima puo` contare, ma non ha ancora una famiglia sua ne` un lavoro stabile. Ha qualche soldo da parte e voglia di fare esperienze nuove. I suoi amici si stanno pian piano accasando e iniziano a sfornare bambini. Al contrario, lei si trova "costretta a fermare la sua vita all'improvviso".
Una situazione "pietrificante". Mille domande si aggirano nella sua mente: "in che modo sei mesi o piu` di malattia influenzeranno le possibilita` di trovare quel lavoro che voglio cosi` tanto? Vorro` ancora fare la stessa cosa quando tutto questo sara finito? Saro` sempre una paziente col cancro? Devo dire sempre alle persone cosa mi e` successo? Come faccio a vivere cosi`? Lo superero` mai?"
Sono passati quasi cinque anni dalla mia diagnosi di cancro al seno. Persino la terapia col tamoxifene, che all'inizio mi sembrava eterna, sta per finire. La mia vita pero` non e` tornata come prima. Il lavoro che sognavo non ce l'ho e non ce l'avro` mai. Nemmeno un lavoro qualsiasi sembra saltare fuori da qualche parte. Ho 35 anni e non ho mezzi di sostentamento. Vivo con i soldi di mio marito e della mia famiglia. Le mie amiche fanno figli. Ogni volta che conosco qualcuno mi chiedo se debba metterlo a conoscenza di quello che mi e` successo. Sono stanca e ingrassata. E no, non credo 'superero` mai' il rodimento di culo di vedere la mia vita deragliare, senza riuscire piu` a riportarla dentro i binari di quella che volevo fosse la mia normalita`.
È tutto tristemente vero. La vita cambia per sempre, comunque vadano le cose ., e cambia soprattutto l'idea che ti eri fatta del tuo futuro..È stato così anche per me, quando ho dovuto affrontare la prima mastectomia poco più che ventenne e, dopo, diventare una donna con la consapevolezza di quello che il cancro mi aveva rubato. Ed oggi sono ancora qui a combattere, con tutta la disillusione che accomuna tutte noi. Ma che ci rende migliori di prima.
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