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domenica 16 giugno 2013

Il dottor Santanche` vende saggezza





Diceva la mia bisnonna che uno scemo o ti fa ridere o ti fa piangere. Nel corso della mia pur breve esistenza, numerose sono state le occasioni di constatare la veridicita` di quest'affermazione. Nel mio caso, tuttavia, piu` che piangere, molti scemi, dopo avermi fatta ridere, mi hanno fatto incazzare come una scimmia.
Il dottor Paolo Santanche` e` un chirurgo estetico di fama. Possiede, inoltre, un'innata saggezza che distilla sul suo blog, ospitato sul sito del Corriere della Sera. Ogni post, una perla.
Imprescindibili, ad esempio, le sue riflessioni su "Estetica e seduzione". L'interrogativo cui il dottor Santanche` offre risposte a dir poco illuminanti e` dei piu` classici: "Quali sono le componenti della seduzione femminile?" E` una domanda che mi pongo spesso anch'io, soprattutto quando la mia dolce meta` si sofferma incantato sui miei peli pubici o sui miei rotolini di ciccia, regalo del tamoxifene. "Deve volermi proprio bene", penso. Eppure, la domanda continua a ronzarmi in testa. Provvidenziale nella risoluzione del dilemma sono le sagge parole del dottor Santanche`:

"È ovvio che, anche se non strettamente indispensabile,essere belle aiuta non poco, ma essere semplicemente carine, gradevoli, meglio ancora, è più che sufficiente. L’arma vincente però è la sicurezza: per sedurre dovete essere sicure del vostro fascino, della vostra avvenenza, non essere disturbate da complessi ed avere la certezza che, anche sul piano estetico, avete i vostri punti forti."

"Ma possono i peli che spuntano dalla mutanda e la panza essere considerati dei punti di forza?", continuo ad arrovellarmi. Non proprio. Il segreto della seduzione e` infatti l'armonia che si puo` ottenere sia tramite trucco o abbigliamento oppure, nei casi in cui questi rimedi non siano sufficienti, attraverso la chirurgia estetica:

"Quando tutto ciò non basta, perché siete convinte che le gambe grosse, o il seno piccolo, o la gobba sul  naso, che non si riescono a nascondere, soprattutto a voi stesse, siano un ostacolo insormontabile per essere seducenti, o quantomeno desiderabili, si può ricorrere alla chirurgia estetica. La chirurgia estetica non deve trasformarvi , ma restituirvi quell’armonia e quella serenità che vi consentano di tirar fuori in meglio di voi stesse. La seduttrice non è la bellona di turno con gambe extra lunghe e tette a mongolfiera: quella è una preda. La vera seduttrice è armonica, gradevole, non vistosa e soprattutto si piace, perché per piacere bisogna piacersi"

Parole che lasciano il segno. Comincio a considerare seriamente l'opzione chirurgica. Le prime rughe fanno capolino. Meglio aspettare, pero`. Ho 32 anni e  l'eta` ideale per un lifting, avverte il nostro beniamino, e` tra il 40 e i 45 anni:

"La donna di 40/45 anni oggi è al massimo del suo fascino e del suo successo: conduce una vita brillante e non ha nulla da invidiare ad una trentenne, tranne la freschezza del viso.
L’esperienza ed il fascino di una 40enne con il viso di una 30enne sono una vera e propria “arma letale”.Una donna deve decidere se vuole mantenersi giovane o invecchiare, se vuole fare interventi di ringiovanimento oppure no. Se decide per il sì deve fare le cose nel momento in cui ne trae maggior giovamento, nel momento in cui può maggiormente godersi i risultati."

Fin qui, grasse risate. Il dottor Santanche` e` un simpaticone, la sua comicita` involontaria mette di buonumore. L'incazzatura pero` e` prevedibilmente dietro l'angolo e mi coglie, inesorabile, nel leggere il post che il dottore dedica al "caso Jolie". Innanzitutto, Santanche` si spaccia, in maniera subdola e per questo ancora piu` pericolosa, per quello che non e`:

"Comunicati stampa, articoli e chi più ne ha più ne metta. Sembra che il seno sia diventato una bomba ad orologeria. Pare che migliaia di donne corrano a farsi togliere il seno terrorizzate dal rischio cancro: evidentemente io sto su un altro pianeta, perche nessuna delle mie pazienti mi ha chiesto nulla di simile, anzi, devo quotidianamente spendere fiumi di parole per convincerle ed educarle alla diagnosi precoce, agli esami regolari, all’autopalpazione."

Santanche` non e` un senologo e` un chirurgo estetico. Per questo motivo, le donne non si rivolgono a lui. Perche` un cervello ce l'hanno e lo fanno anche funzionare e se qualche timore lo nutrono, si rivolgono allo specialista deputato che, nel caso in oggetto, e` il senologo. Riesce inoltre difficile immaginare Santanche` nel ruolo di "educatore" alla diagnosi precoce, spesso ostacolata proprio dalle protesi utilizzate nella mastoplastica addittiva. Per non parlare poi dei casi in cui le protesi stesse sono fortemente sospettate di causare la patologia, come nel caso delle protesi Pip.
Ma non finisce qui. Dopo aver millantato competenze che non possiede, il nostro ne approfitta per farsi pubblicita`:

"Se Angelina Jolie ha preso questa drastica decisione avrà avuto sicuramente i suoi motivi, ma ciò non toglie che si tratti di un intervento comunque devastante e che nessuna ricostruzione potrà restituire un seno dall’aspetto morbido, caldo e naturale: nulla a che vedere con la mastoplastica addittiva!"

Che bisogno c'era di aggiungere il link al suo sito? Quest'uomo e` un affermato chirurgo estetico, presumibilmente pieno di soldi. Ha bisogno di farsi pubblicita`, tirando in mezzo la mastoplastica addittiva e tessendone le lodi, quando si parla di cancro al seno e mastectomia, intervento che definisce "devastante"? Cosi`, tanto per incoraggiare le donne che, obtorto collo, hanno dovuto sottoporvicisi. Cosi`, tanto per farsi ancora un po` di pubblicita`, che` i soldi, anche quando sono tanti, non sono mai abbastanza. E se di mezzo ci vanno le donne, fa niente, che` tanto non frega niente a nessuno. Santanche`, dopo avermi fatto ridere, stavolta mi hai fatto proprio incazzare.


giovedì 24 gennaio 2013

Un nuovo blog: My C-Word

E` bello riuscire a dare un nome alle emozioni e ai sentimenti. A volte, e` difficile, non ci si riesce e si prova un senso di frustrazione. Capita allora, in queste circostanze, di leggere qualcosa scritto da altri in cui potersi rispecchiare. 
Ho scoperto un nuovo blog sul cancro al seno. E` in italiano. Si chiama My C-Word
E` nel primo post che ho ritrovato una delle emozioni piu` forti che ho provato sin dalla diagnosi e che, tuttavia, non ero riuscita a trasformare in parole.

"If i listen to my inner voice, I hear someone who’s crying". Se ascolto la voce dentro di me, sento qualcuno che piange. 
"Non so neanche perché la mia mente abbia deciso di partorirla in inglese quella frase, forse è una reminiscenza dei miei anni passati all’estero.  Però lo sento davvero.  Dentro di me sento un qualcuno che piange.  Disperatamente.  E non solo in questo momento.  Che io sia tranquilla, distratta o arrabbiata, che stia ridendo a crepapelle o amorevolmente conversando con qualcuno, il rumore di quel pianto è sempre lì, in sottofondo.  C’è una parte di me che è inconsolabile.  Ora è quasi inverno, anche se l’autunno non si è sentito quasi, e io continuo a morirmi di caldo e a sentirmi così. E non so come fare perché la motivazione è pesante.  Basta una sola parola per spiegare quel pianto.  Una di quelle poche parole capaci, da sole, di provocare sensazioni forti, al solo essere nominate. Capaci di far scendere un silenzio imbarazzante su una conversazione che era stata, fino a quel momento, piacevolmente frivola.   La parola Cancro.  La parola che crea disagio, turbamento, pena, rabbia, paura. La parola da censurare. “Ho avuto una malattia grave”. “E’ stato un periodo molto pesante della mia vita”. "Sono stata male". E’la parola dalla terribile potenza distruttiva, nonostante venga accostata sempre più spesso alla parola speranza, alla parola lungovivenza, alla parola guarigione. Questa potenza avrebbe quasi un certo fascino, se non fosse, ancora troppo spesso, legata al concetto di dolore e a quello di morte.
Il Cancro mi ha costretto a chiudere col passato, con la mia vita di prima, senza preavvisi, senza possibilità di scelta.  E mi ha portato via tante cose.  Da un giorno all’altro ha cancellato l’immagine di una persona sana e serena.  Una me che non esiste più. Il Cancro ha distrutto l’immagine del mio corpo. Mi ha fatto capire cosa significhi, in prima persona, trovarsi faccia a faccia con la possibilità di morire giovane.
Passate le terapie pesanti, dopo tutta la paura, la disperazione e il dolore, e nonostante la crescita che tutto questo comporta, a tre anni dalla diagnosi, sento di aver perso un qualcosa di grosso, e non riesco a farmene una ragione.  Dal 2009, quando mi è stato diagnosticato un cancro al seno, non sono più me stessa.  Non mi riconosco più.  E’ come se recitassi tante parti diverse ma non fossi più io. Perché il timore che il male ritorni è troppo forte, e il trauma che l’esperienza porta con sé è ancora troppo vivo in me. E le certezze sono davvero troppo poche.  La sensazione che ho, è quella di vivere in un limbo, in una terra di mezzo, al confine tra salute e malattia.  Non vivo più né nel mondo dei sani, né in quello dei malati.  Perché non sono né l’una né l’altra cosa.  La sensazione che provoca tutto questo è quella di disagio. Non so come identificarmi perché letteralmente, per spiegare il mio stato non esistono parole. Da qui il desiderio di aprire questo blog'.  Stai certa che lo leggeremo

domenica 9 dicembre 2012

Un nuovo nome

Gioie da cancrata disoccupata: potersi di nuovo occupare del proprio blog. Proprio blog. Non mi piace. A parte l'avversione ideologica per la proprieta` privata, mi piace pensare che questo blog sia un "luogo" collettivo, dove chiunque sia interessato a promuovere un approccio alternativo a quello dominante sul cancro al seno possa avere modo di esprimersi.
Stavo pensando, allora, che forse e` il caso di cambiare anche il nome del blog. Ci vorrebbe un nome che renda conto della pluralita` delle nostre voci.
Probabilmente sto delirando. Nel dubbio, vado avanti e procedo al cambio del nome. Da oggi questo blog si chiamera`: Le Amazzoni Furiose