"Essere coraggiosi non vuol dire non avere paura, vuol dire saperla affrontare". Me lo diceva sempre mia madre, quando ero bambina. Ho ripensato tante volte a quella frase da quando mi sono ammalata. Ogni giorno guardo dritto in faccia la paura di morire e cerco di affrontarla. A volte mi riesce bene, a volte meno. Balle non me ne racconto mai, pero`. E non mi volto mai dall'altra parte se una compagna di malattia subisce un peggioramento o muore.
A quella frase ho ripensato oggi, spulciando su Facebook tra i commenti della mia amica e breast cancer advocate AnneMarie Ciccarella (
qui il suo blog). AnneMarie si autodefinisce "fearless friend", amica senza paura e spiega che, per lei, essere senza paura significa agire
nonostante la paura. E non sono solo chiacchiere. AnneMarie e` impegnatissima soprattutto sul fronte della ricerca sul cancro al seno al quarto stadio. Quello che fa piu` paura.
AnneMarie e` volontaria presso la
Dr. Susan Love Research Foundation, tra le pochissime organizzazioni a promuovere ricerca sulle cause del cancro al seno e ad affermare con chiarezza che la sola cura non basta. AnneMarie stessa ha spiegato le ragioni del suo impegno. Ho pensato di tradurvi le sue parole. Le parole di una grande donna. Di una leonessa che conosce la paura e la guarda dritto in faccia.
Un'eredita` che mi rifiuto di trasmettere (l'originale
qui)
E` ora. Per decenni abbiamo atteso progressi significativi e ora sono impaziente.
Sono passati 5 anni dalla fine delle cure per il mio carcinoma lobulare infiltrante. Preso in tempo, ma comunque infiltrante. Le cure includevano intervento chirurgico, chemioterapia e ormonoterapia. Non ero sola nel mio viaggio con il cancro al seno. Mia madre lo aveva avuto nel 1987 e di nuovo nel 2007. Quando anche a mia sorella hanno diagnosticato la stessa malattia, ho capito che non potevo piu` stare a guardare.
Ho cominciato osservando attendamente gli "incredibili passi avanti" nella cura del cancro al seno. Le terapie a cui mi sono sottoposta io erano praticamente identiche a quelle a cui si era sottoposta mia madre. Era passato molto tempo, ma non sembrava essere cambiato molto. Le tecniche chirurgiche sono migliorate, ma si tratta comunque di interventi. La sommistrazione della chemioterapia e` meno aggressiva, ma si tratta comunque di iniettare tossine nel corpo.
Non c'era qualcuno che si muovesse su un sentiero differente? Avevo bisogno di cambiare rotta e il volontariato mi e` sembrato un buon punto di partenza. Facevo gia` parte del Love/Avon
Army of Women della Dr. Susan Love Research Foundation e avevo visto che cercavano volontarie. Una telefonata e sono partita.
Lo Army of Women non era soltanto un modo per far avanzare la ricerca piu` rapidamente contribuendo al reclutamento per gli studi come mai fatto prima. La Dottoressa Love stava conducendo ricerche innovative e finanziando studi simili attraverso la Fondazione da lei creata. Non si trattava tanto di trovare nuovi modi per uccidere le cellule cancerose, ma di prevenzione. Si tratta di capire perche` alcune cellule impazziscono. Abbiamo bisogno di studiare l'ambiente in cui queste cellule si sviluppano.
Ci sono. Per risolvere un problema, prima di tutto bisogna capire che problema e`. Se riusciamo a capire le cause, possiamo lavorare per raggiungere un obiettivo diverso: fermare il cancro al seno prima ancora che cominci. E` questo l'obiettivo della Dr. Susan Love Research Foundation e la Dottoressa Love ne ha fatto lo scopo della sua vita. Lo
Health of Women Study, lanciato lo scorso ottobre [e aperto alle donne di tutto il mondo, ndr], e` destinato a smuovere le acque. Le risposte alle nostre domande sono nei nostri corpi e la nostra partecipazione alla ricerca sul cancro al seno offrira` ai ricercatori una
road map. Elementi comuni cominceranno a venir fuori una volta che i nostri dati - in forma anonima - verranno analizzati. In questo modo tutte noi possiamo giocare un ruolo importante per rendere il cancro al seno qualcosa del passato.
Mia madre era con me mentre il medico mi visitava a luglio del 2006. Quando quelle parole terribili hanno succhiato l'ossigeno dalla stanza, mia madre era piu` devestata di me. Anche io ho una figlia. Non vorrei MAI trovarmi al posto di mia madre e vivere la stessa esperienza.
Sono pronta a supportare chiunque sia intenzionato a trovare un modo per mettere fine al cancro al seno. L'obiettivo deve essere estirpare la malattia.
Il cancro al seno ha gia` rubato troppo a troppe persone per troppo tempo. E` il momento di alzare la posta in gioco. Io? Ci sono.