domenica 9 febbraio 2014

Audre Lorde finalmente in italiano...ma con l'autofinanziamento




Audre Lorde era una poetessa e attivista statunitense. Femminista nera, lesbica, madre e combattente, con i suoi versi incitava gli oppressi a far sentire la loro voce. Famosi anche i suoi saggi politici, tra cui The Cancer Journals (I diari del cancro), pubblicati nel 1980 a seguito della diagnosi di cancro al seno.

“My silences had not protected me. Your silence will not protect you" 
(I miei silenzi non mi avevano protetta. Il vostro silenzio non vi proteggera`)

Rompere il silenzio che circondava all’epoca il cancro al seno era il principale obiettivo di Audre Lorde. Un silenzio che aveva reso la malattia un tabu`, una ferita segreta, da nascondere attraverso un dispositivo cosmetico come le protesi, senza possibilita` per chi ne veniva colpita di mostrare la propria differenza e riconoscere chi aveva vissuto la stessa esperienza.
L’impatto dei Cancer Journals sul movimento contro il cancro al seno negli Stati Uniti e` stato notevole. Il volume e` ancora adesso considerato un caposaldo da chi desidera abbracciare e promuovere un approccio demistificato alla malattia. A distanza di 34 anni dalla loro pubblicazione in inglese, arriva finalmente la traduzione italiana dei Cancer Journals insieme ad altri scritti politici della Lorde a cura di Margherita Giacobino e Marta Gianello Guida. Sorella Outsider – questo il titolo della raccolta – uscira` a maggio con Il Dito e la Luna, casa editrice a tematica lesbica, femminista, gay e transgender. Il progetto, che offrira` finalmente al pubblico italiano la possibilita` di avere accesso a quanto di piu` importante e` stato scritto sul cancro al seno, e` autofinanziato e ha dunque bisogno di sostegno. Il libro uscira` a maggio al prezzo di copertina di 20 euro. E` possibile, tuttavia, prenotarne gia` ora una o piu` copie al prezzo scontato di 11 euro contribuendo cosi` alle spese di traduzione ed edizione (Qui il blog con le istruzioni per acquistare il libro in anteprima).
Insomma, per Audre Lorde in Italia si deve ricorrere all’autofinanziamento. Perche`? E` cosi` difficile qui da noi parlare di cancro al seno? Al contrario, e` molto facile. Basta farlo nel modo “giusto”. Siamo infatti inondate di libri, pubblicati da editori importanti, le cui autrici e protagoniste si autorappresentano come eroine indefesse nella cui vita il cancro ha svolto il ruolo di un macabro pigmalione. Ultimo della serie, e davvero non se ne sentiva il bisogno, e` la biografia di Francesca del Rosso, giornalista di Vanity Fair, meglio nota come Wondy. Il titolo del libro, che uscira` questa settimana nientemeno che con Rizzoli, lascia poco spazio agli equivoci: Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro (qui).
Il silenzio intorno al cancro e` stato rotto, si`, ma non nel modo che auspicava Audre Lorde. Al suo posto, l’industria culturale, in Italia molto piu` che altrove, ci ha imposto una litania monocorde di guarigioni e trionfi che soffoca le voci discordi, appiattisce la critica, trasforma i volti in maschere, ci condanna a morire dentro.

5 commenti:

  1. Si riconferma, ancora una volta, che se di cancro e di cancro al seno si parla, i toni sono sempre trionfalistici e osannanti la ricerca e le cure "salvavita" insieme alla forza e alla strenua volontà delle donne che, multitasking come sono (!), infilano anche la battaglia contro il tumore tra le mille cose che hanno da fare! Basta storielle di eroine, sorrisi, make up per tirarsi su e apparire sempre scintillanti e trendy.
    Non se ne può più, è tutto irrispettoso delle fatiche fisiche e mentali che le persone attraversano, al tempo dei trattamenti e per sempre.

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    1. se francesca del rosso ha avuto o ha il cancro immagino conosca queste fatiche e che non voglia mancare di rispetto a nessuno. E' un suo diritto raccontarsi (raccontarsi è un diritto di tutti, essere pubblicati no, si tende a fare confusione su questo). Comunque sarebbe buona regola leggere il libro prima di giudicare

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    2. e non sono molto d'accordo con le accuse al cinema che come tutta la narrativa in fondo racconta l'umano e ciò che ne fa parte e molte volte lo fa bene e non in una sola maniera.
      (scusate l'ot)

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  2. Concordo con Paolo1984.
    Avere il cancro ti devasta in ogni senso e se qualcuno riesce a trovare comunque qualcosa di positivo in questa devastazione non è da giudicare male.
    Provate, ovviamente se volete, a leggere il blog di anna staccato lisa o di on the widepeak. Sono state a mio avviso due grandi donne che nonostante la malattia, hanno saputo gioire della vita che purtroppo per loro è terminata troppo presto.
    Claudia

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    1. Cara Claudia, riuscire a trovare *qualcosa* di positivo e` un conto, trasformare una malattia devastante come il cancro in trionfo che ci consente addirittura di diventare 'supereroi' e` un altro. E questa trasformazione, ci tengo a ribadirlo, non la fanno i singoli, come Wondy, Anna Lisa Russo ecc., ma le grandi case editrici che insieme ai giornali, alla televisione, al cinema dispongono di soldi e mezzi con cui riescono a controllare il modo in cui ciascuno di noi interpreta se stesso e il mondo. Perche` i grandi editori ci propinano solo autobiografie dai toni trionfalistici, mentre le riflessioni di un'intellettuale come Audre Lorde non sono di loro interesse?

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