Uno spettro si aggira per i gruppi di discussione di donne col cancro al seno. Lo spettro della morte. E` un tabu` assoluto. Non se ne deve parlare. Se qualcuna, timidamente, ogni tanto, solleva l'argomento, perche` ha perso una persona cara a causa della malattia o per qualche notizia letta sui giornali, gli attacchi non si fanno attendere. E non partono soltanto da persone qualunque, iscritte al gruppo a titolo personale, ma persino da chi ne fa parte in qualita` di rappresentante di associazioni, piu` o meno blasonate, che si occupano di offrire supporto a chi e` colpito dalla malattia. Il messaggio e` chiaro. Parlate pure di cancro, ma fatelo come diciamo noi, espungendo la morte dalle vostre narrazioni. E se vi e` morto qualcuno e state male, se leggete sui giornali di qualcun* che sta per morire, se state morendo voi stesse andate a raccontarlo altrove o state zitte. Soffrite e schiattate in silenzio. Non ci si rovini il circo dei nastrini rosa, delle vendite di beneficenza, delle serate di gala per la causa. Non ci si metta di fronte a situazioni in cui non siamo in grado di offrire supporto perche` siamo chiaramente incompetenti. Sfortunatamente, il re e` nudo. E non ci fa certo piacere. Di cancro si muore. E questo in tant* lo sanno benissimo. Negarlo non serve a nulla. Se non a fare in modo che le cose rimangano cosi` come sono.
giovedì 27 novembre 2014
domenica 23 novembre 2014
Non solo operai. Non solo mesotelioma
Cheryl Marsh abitava a Islington, Londra, con la sua famiglia in una casa popolare. Una council house, una come tante. Cheryl e un gruppo di altri venti bambini andavano spesso a giocare, nelle sere d'inverno, negli scantinati del palazzo. Passano gli anni. Cheryl lavora prima per il comune, sempre a Islington. Ripara motociclette. Poi si trasferisce a Brighton dove si occupa di violenza domestica. Ha solo 47 anni quando le viene diagnosticato un mesotelioma. "Non sapevo nulla della malattia, ma quando ho cominciato a informami ho scoperto che colpiva prevalentemente uomini sulla settantina ex lavoratori dell'industria pesante". Che c'entrava allora con lei? Lo scantinato era pieno di polvere. Di amianto. E di amianto erano fatte le pastiglie dei freni delle moto. Cheryl muore nel 2007, a soli 50 anni. Fa in tempo, pero`, a fare causa al comune e ad ottenere un risarcimento di 100.000 sterline (qui)
Neville Beck, invece, faceva l'insegnate di storia in una scuola di Eastbourne. In pensione da tempo, alle soglie dei 70 comincia ad avere il respiro corto. La diagnosi non lascia spazio ai dubbi: mesotelioma pluerico. Come e` possibile, si chiedono Neville e sua moglie? La memoria torna indietro agli anni di insegnamento e a quell'armadietto nella sua classe, dove teneva libri ed effetti personali. Viene fuori che gli scaffali erano fatti di amianto. Neville muore nell'aprile del 2009, a 71 anni (qui) Non e` la sola vittima dell'amianto tra gli insegnanti inglesi. Ce ne sono a centinaia (qui).
Non solo operai dell'industria pesante. Non solo mesotelioma. Nel 2009, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha confermato che l'esposizione occupazionale all'amianto nelle donne aumenta il rischio di sviluppare il carcinoma ovarico (qui). Tra gli studi valutati dallo IARC figura anche uno condotto in Italia, tra lavoratrici dei cementifici e dell'industria tessile (qui).
Neville Beck, invece, faceva l'insegnate di storia in una scuola di Eastbourne. In pensione da tempo, alle soglie dei 70 comincia ad avere il respiro corto. La diagnosi non lascia spazio ai dubbi: mesotelioma pluerico. Come e` possibile, si chiedono Neville e sua moglie? La memoria torna indietro agli anni di insegnamento e a quell'armadietto nella sua classe, dove teneva libri ed effetti personali. Viene fuori che gli scaffali erano fatti di amianto. Neville muore nell'aprile del 2009, a 71 anni (qui) Non e` la sola vittima dell'amianto tra gli insegnanti inglesi. Ce ne sono a centinaia (qui).
Non solo operai dell'industria pesante. Non solo mesotelioma. Nel 2009, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha confermato che l'esposizione occupazionale all'amianto nelle donne aumenta il rischio di sviluppare il carcinoma ovarico (qui). Tra gli studi valutati dallo IARC figura anche uno condotto in Italia, tra lavoratrici dei cementifici e dell'industria tessile (qui).
venerdì 14 novembre 2014
sabato 8 novembre 2014
Cancro al seno: cinque anni non bastano
Novembre, anche quest'anno, ci ha salvato. Il mese del rosa e` finito. Sul cancro al seno cala il silenzio. Il circo si ferma. Noi no. Ricominciamo anzi a parlare di cancro al seno, dopo la pausa di ottobre, e segnaliamo un articolo interessante pubblicato sul Corriere della Sera (qui) che riporta i risultati di uno studio epidemiologico condotto presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e pubblicato sulla rivista Annals of Oncology.
Quante volte le persone con il cancro al seno si sono sentite dire, anche dai propri medici, che trascorsi 5 anni dalla diagnosi il rischio di morte scende ai livelli di prima della malattia? Eppure, i casi in cui il cancro si e` ripresentato a distanza anche di dieci o quindici anni ci sono. Lo studio condotto ad Aviano mette nero su bianco, dati alla mano, che per quanto riguarda il cancro al seno bisogna attendere 20 anni perche` l'aspettativa di vita di ritorni uguale a quella della popolazione generale. Intervistato dal Corriere, il responsabile dello studio, Luigino Dal Maso, ha sottolineato che se i risultati saranno confermati da ulteriori studi, occorrera` prendere seriamente in considerazione una revisione dei protocolli per le visite di follow up, inclusa anche la possibilita` di accedervi a spese del Servizio Sanitario Nazionale.
Quante volte le persone con il cancro al seno si sono sentite dire, anche dai propri medici, che trascorsi 5 anni dalla diagnosi il rischio di morte scende ai livelli di prima della malattia? Eppure, i casi in cui il cancro si e` ripresentato a distanza anche di dieci o quindici anni ci sono. Lo studio condotto ad Aviano mette nero su bianco, dati alla mano, che per quanto riguarda il cancro al seno bisogna attendere 20 anni perche` l'aspettativa di vita di ritorni uguale a quella della popolazione generale. Intervistato dal Corriere, il responsabile dello studio, Luigino Dal Maso, ha sottolineato che se i risultati saranno confermati da ulteriori studi, occorrera` prendere seriamente in considerazione una revisione dei protocolli per le visite di follow up, inclusa anche la possibilita` di accedervi a spese del Servizio Sanitario Nazionale.
lunedì 3 novembre 2014
Brittany Maynard - Il diritto a morire con dignita`
Suicidio. Ha usato questa parola la giornalista del TG2 dell'ora di pranzo nel riportare la notizia della morte di Brittany Maynard. Un'espressione infelice e inappropriata. Piu` corretto sarebbe stato parlare di diritto a morire con dignita`, ma si sa, nella cattolicissima Italia di questi temi non si puo` certo parlare liberamente.
La storia di Brittany ha fatto il giro del mondo. Colpita a soli 29 anni da un glioblastoma all'ultimo stadio, la giovane donna si e` trasferita da San Francisco, dove viveva con il marito, nell'Oregon in modo da poter esercitare il diritto che quest'ultimo stato riconosce, diversamente dalla California, a chi e` affetto da una malattia in fase terminale di morire con dignita`. Ha voluto rendere pubblica la sua storia per dare il suo contributo alla battaglia portata avanti dall'associazione Compassion & Choices (qui) che chiede che il diritto a una morte dignitosa in caso di malattia terminale sia garantito a tutti gli americani.
Sabato primo novembre, Brittany e` morta, serenamente, circondata dai suoi cari, come aveva scelto di fare. La famiglia ha chiesto ai media di rispettare il loro dolore e ha pubblicato un necrologio sul sito del Brittany Maynard Fund (qui) in cui viene citato un pezzo di un discorso di William Faulkner che dice: "Percio`, non abbiate mai paura. Non abbiate mai paura di esprimervi in favore dell'onesta` e della verita` e della compassione, contro l'ingiustizia e le bugie e la cupidigia. Se voi, non soltanto voi in questa sala stasera, ma nelle migliaia di altre sale come questa nel mondo oggi, domani e la prossima settimana, lo farete [...] cambierete il mondo".
Riposa in pace, Brittany.
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