Sono stati giorni strani. Tra nuove diagnosi e la nebbia cognitiva data dalla menopausa indotta non sono riuscita a concentrarmi. Ho sentito pero` come un calo di tensione, come se la rabbia che mi aveva spinto ad aprire questo blog avesse ceduto il posto alla rassegnazione.
Il supporto non e` mancato. Addirittura all'epidemia di cancro al seno nei suoi risvolti politici e culturali si e` interessata Loredana Lipperini che ha dedicato un post a questo blog e altri a racconti riguardanti la malattia. Fikasicula ha scritto un post molto sentito sul blog collettivo Femminismo a Sud. Susanna Curci ha pubblicato un bellissimo articolo riguardante il business del cancro al seno sul settimanale Gli Altri.
Eppure il disinteresse continua ad essere tanto e lo strapotere di chi controlla il discorso pubblico sul cancro al seno e` tale che mi sento scoraggiata. I casi continuano ad aumentare e cosi` le alzate di spalle.
Che fare? E` possibile davvero riuscire ad invertire la rotta? E` possibile riuscire a instaurare un dialogo coi ricercatori e fare in modo che anche i pazienti contribuiscano a stabilire le priorita` della ricerca? E` possibile far sparire il rosa dai nostri seni e dire chiaro e tondo che di cancro al seno si muore col corpo e lo spirito? E` possibile dare spazio alle voci di chi vive con le metastasi? E` possibile davvero trovare una risposta al perche`? E quando anche si dovesse trovarla - ma questa e` una questione che riguarda solo e soltanto me - la mia ferita guarira`? La risposta temo sia no.
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