La settimana scorsa e` stata ospite a casa mia, insieme ai suoi genitori, una bimba di otto mesi. La mamma e il papa` sono nostri grandi amici, ma vivono in Italia, quindi non abbiamo molte occasioni per vederci. Io avevo conosciuto la piccola durante una delle mie trasferte a Milano. Era venuta a trovarmi con la mamma. Il mio compagno di cammino, invece, ancora non la conosceva. E` stata una bella esperienza averla qui con noi, lasciare che i nostri ritmi venissero scanditi dalla sua presenza e dalle sue esigenze, gattonare e ridere del suo ostinato rifiuto di aprire la bocca quando a darle la pappa ero io.
Qualche giorno prima del suo arrivo, il mio compagno di cammino si e` fatto prestare da un collega una culletta dove la bimba potesse dormire. Vederla, vuota, in attesa di essere riempita, mi ha fatto un certo effetto. I bambini mi piacciono da morire e ne vorrei tanto almeno uno ma...ma ci si e` mezzo di mezzo il cancro al seno.
Era nei nostri progetti: finiamo le nostre tesi di dottorato, troviamo un lavoro, facciamo un bimbo. Eravamo sicuri che sarebbe andata cosi`. Al massimo eravamo un po` preoccupati dalla possibilita` reale di trovare un'occupazione ben retribuita, dati i tempi. Non avevamo mai pensato al cancro, pero`.
Non voglio fare la donna piagnucolosa 'privata' della maternita`. Penso che le donne dovrebbero essere madri quando se e come lo scelgono e considero la decisione di alcune di non avere figli una prova di intelligenza e capacita` critica. Pero`, e` innegabile, a me i bambini piacciono e io un bambino lo volevo. Almeno uno.
E invece ho fatto la chemioterapia, che potrebbe aver distrutto le mie ovaie. Ora sono in menopausa indotta. E soprattutto il mio cancro era molto ghiotto di estrogeni, che in gravidanza vengono prodotti in quantita` industriali. Se dovessi sopravvivere fino alla fine della terapia ormonale, mi chiedo, il simpaticone non potrebbe risvegliarsi mentre c'ho un pupo in pancia? E poi, se anche non si risvegliasse in quel frangente, potrebbe risvegliarsi dopo e affrontare la cosa con un figlio...Non voglio nemmeno pensarci. E se fosse una femmina, figlia di una mamma ammalatasi a 30 di cancro al seno? Bella premessa!
Lo so, adesso direte "ti fai troppe domande" oppure "ringrazia il cielo che sei viva e non ci pensare". E invece no, io ci penso, perche` io il bambino lo volevo e adesso non so se posso averlo e, se potessi averlo, avrei paura. E questo non e` bello. E non e` giusto. E ancora una volta, vedete, come si fa a non pensare che l'unica strada e` fare in modo che di cancro al seno non ci si ammali piu`?
I send you hugs and love. This makes me sad.
RispondiEliminaxoxo
In parte sono gli stessi pensieri nei quali ho galleggiato senza sprofondare. L'anno scorso, diagnosi nuova (poi benigna) dopo 20 anni dal primo carcinoma (non al seno) , terrore di dover affrontare cure pesanti con un figlio piccolo in casa. E' andata bene e per ora sono serena. Ma i dubbi tuoi sono anche i miei e quelli di tante altre donne. ("Tornerà?")
RispondiEliminaNo, non ci si può non pensare. Pensare, scrivere, leggere sono già l'inizio della cura.
Con stima,
M.
Ti ho scoperta oggi x caso curiosando su D di repubblica...tristezza e angoscia e rabbia hanno accompagnato la lettura del tuo breve quanto inteso blog... l'anno scorso un medico, durante una mammografia di routine.. x' prevenire è meglio ke curare, mi aveva riscontrato delle calcificazioni..erano solo delle macchie da schermo..prima di capirlo sono passati solo 7 giorni..di inferno..cn tanta paura e domande e angoscia..la primavera scorsa una mia zia, dopo poco + di un anno, è morta a 44 anni (x cisti al seno nn considerata importante...ke poi ha figliato una serie di tumori in ogni dove..)...
RispondiEliminavolevo solo dire che ..nn serve lo so...ma sapere che c'è gente incazzata come te serve..riscalda..scuote...fa bene a tutte ..
un abbraccio
Maristella (Ostuni)