venerdì 7 giugno 2013

Lorella, cosi` ci ferisci

Fa male il post che Lorella Zanardo ha dedicato ad Angelina Jolie sul suo seguitissimo blog Il corpo delle donne. Fa male a chiunque abbia avuto il cancro al seno, a chiunque abbia avuto un'amica, una mamma, una sorella, una zia colpita dalla malattia. E` un post pieno di cattiveria gratuita, immotivata. E` un post che giudica, che assegna patenti di bene e di male. E` un post a scoppio ritardato - porta la data del 5 giugno - scritto a seguito di lunga riflessione. O almeno cosi` si spera, visto che il tema e` dei piu` delicati e complessi e di tempo dalla diffusione della notizia della doppia mastectomia preventiva della Jolie alla pubblicazione del post ne e` passato. E allora perche`?

Scrive la Zanardo che la Jolie e` "divenuta un'eroina, non perche`in grado di combattere coraggiosamente una malattia conclamata, cosi` come molte altre sue colleghe hanno gia` fatto in passato, bensi` perche` capace di sconfiggere preventivamente l'ipotesi che un tumore al seno o all'utero possa coinvolgerla". Innanzitutto, l'utero non c'entra. La mutazione da cui e` affetta Angelina Jolie la espone al rischio di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie. Rischio che la mastectomia preventiva - secondo quanto dichiarato dall'attrice - avrebbe fatto scendere dall'87% al 5%. Non sono numeri al lotto, ma cifre fornite dai genetisti che l'hanno seguita. E` importante ricordarlo. La Jolie non si e` svegliata una mattina e ha deciso di farsi tagliare il seno perche` cosi` le andava. Ha preso una decisione ponderata e supportata da medici di sua fiducia. E in quanto tale va rispettata. Inoltre, perche` distinguere tra lei, la Jolie, che si fa asportare i seni preventivamente e le donne "in grado di combattere coraggiosamente una malattia conclamata"? Se avesse atteso che la malattia si sviluppasse avrebbe forse guadagnato i galloni del coraggio e l'ammirazione della Zanardo? Sono molte le donne che la malattia ce l'hanno, che non si sentono affatto guerriere, che non gradiscono affatto che l'appellativo sia appiccicato loro addosso. Una tale Susan Sontag ne ha scritto magistralmente negli anni '70. Zanardo l'ha letta?

La Jolie non avrebbe dovuto rendere pubblica la sua decisione, dice Zanardo. Lo sa, Lorella, che il cancro al seno era un tabu` fino a un paio di decenni fa e che parlarne e farsi fotografare (anche con una fragola in bocca, come nella foto allegata al post) e` stata una conquista? Per quale motivo la Jolie avrebbe dovuto tacere? "Non si debella il cancro con la rimozione degli organi", si legge nel post. E come lo si debella? Con la psiconeuroendocrinoimmunologia? Zanardo ci prende in giro forse? "Il corpo si ammala quasi ci fosse una volonta` di morte", continua. Questo si chiama victim blaming. E` come dire a una donna che e` stata violentata che se l'e` cercata. Far ricadere la responsabilita` di una malattia come il cancro al seno sulle donne stesse e` una vecchia strategia di controllo sociale. Vogliono farci stare zitte sulle cause ambientali, ad esempio, e allora ci rovesciano addosso colpe inesistenti.
"Molto utile resta la prevenzione": quale? Si riferisce forse, Zanardo, alla mammografia? No, perche` se questo e` il caso, non di prevenzione ma di diagnosi precoce si tratta. E spesso non serve a un bel nulla. Come non serviva questo tardivo e insipiente concentrato di acrimonia verso una donna che si e` trovata in una situazione difficile, che ha fatto le sue scelte e che, come tale, merita rispetto.

21 commenti:


  1. GLIELE HAI CANTATE E SUONARE..BRAVA!

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  2. Personalmente sono a disagio da quando ho saputo la notizia.
    Amputare un corpo sano perché ha una certa possibilità di ammalarsi mi agghiaccia.
    Forse è anche il modo in cui l'episodio viene presentato dai media: come una scelta ragionevole, quando a me pare estremamente innaturale.
    La pubblicizzata scelta di Angelina Jolie ha dato alle donne più speranza o più panico?

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    1. La Jolie non e` l'unica ad aver fatto ricorso alla mastectomia profilattica. Sono molte le donne, in situazioni come la sua, a prendere una decisione simile. Proviamo a spostare l'attenzione da lei alla malattia e chiediamoci piuttosto se le donne hanno paura del cancro al seno e, se si, perche`. Personalmente credo che la paura sia molto diffusa e giustificata: i casi sono in aumento, soprattutto tra le donne piu` giovani, e non esiste una cura che assicuri la guarigione. Il massimo che si puo` ottenere e` lo status di NED - No Evidence of Disease. Senza parlare degli effetti collaterali dei trattamenti oggi a disposizione e del trauma. Direi che di motivi per essere spaventate ne abbiamo, con o senza Angelina Jolie

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  3. Posto qui il mio 'commento in atesa di moderazione' che Zanardo non pubblicherà:
    "non dubito censurerete il mio, come moltissimi altri commenti, che, nella rabbia, cerco di moderare.
    Ma che sarebbe infinitamente più duro, se potessi.
    Sorvolo sul fatto che una donna e personaggio pubblico può fare e anche dire quel che vuole del suo corpo e prendersi le relative responsabilità, in questo caso, di fronte alle donne che si trovano o che si potrebbero trovare o che si sono trovate nella sua stessa situazione. A mio parere, si rivolge e risponde solo a loro. Non a giornaliste e opinioniste e tuttologhe varie pronte ad azzanarla mentre addenta voluttuosa una fragola. Che tristezza.
    Vengo al punto. Primo:
    ho avuto un tumore al seno, prima dei 50 anni previsti dagli oncologi e dai loro inutili protocolli, e nonostante l’accurata e puntuale prevenzione effettuata, avendo avuto la nonna paterna malata e poi morta di cancro al seno. Sono, quindi, tra quelle donne che avrebbero, probabilmente, avuto un test BRC1/2 con un risultato simile a quello di Jolie. Lascio perdere cosa avrei o non avrei fatto io.
    Non si torna indietro. Purtroppo.
    Secondo:
    mio marito è medico. Di ‘quelli di una volta’ che piacciono tanto a Zanardo. La quale, anche in questa occasione, non perde occasione per parlare in primo luogo di sè. E della sua ‘esperienza di ‘dolore’ che mi permetto di definire davvero di risibile entità – un maldipancia rispetto all’87% di un cancro al seno! – e frequente, nella vita di una donna (con figli o meno, io ne ho 2) rispetto a quella di un cancro.
    Mio marito, meraviglioso medico-come-quelli-di-una-volta, pur ‘guardandomi’ nella mia interezza di essere umano sempre, nulla ha potuto, neppure ‘imponendomi le mani’ (è chirurgo e anche senologo, pensa un pò) se non quando era troppo tardi e il tumore già di 2cm e mezzo.
    Terzo:
    Zanardo non ha idea di che cosa significhi affrontare un cancro al seno con i relativi seguenti, atroci, infiniti mesi di chemioterapia, radioterapia e successive quadrantectomie o singole e/o doppie mastectomie. Ma forse, lei, ascoltando prima molto molto bene il suo corpo di donna e rivolgendosi all’ayurvedica, o a grandi scienziati tipo Di Bella o bevendo siero di capra, eviterebbe il geneticamente prevedibile. Potenza della mente sul corpo. Nella quale, peraltro, io credo. Migliaia di donne (e di uomini) si ammalano in seguito a un dolore. Dopo un lutto. O una perdita. Ma le donne che hanno familiarità di cancro al seno in famiglia, cara Zanardo, si ammalano SEMPRE. E’ chiaro o meno questo semplice concetto a lei e alla redazione de Il corpo delle donne?
    Quarto:
    nei mesi trascorsi tra ricoveri e terapie varie ho conosciuto decine di donne mastectomizzate. O ‘solo’ quadrantectomizzate, (dopo bombardamenti di chemio e radio, ovviamente) Ne ricordo in particolare una, 34 anni, medico, bella e felice e in procinto di sposarsi fino a poco prima. Nonna e madre morte di cancro al seno. Prevenzione eseguita sempre scrupolosamente. E inutilmente. O una delle mie più care amiche, che si è ammalata, a 40 anni, poco prima di me: nonna morta a 36 anni di cancro al seno, madre mastectomizzata, e oggi per fortuna ancora in vita, faceva una mammo e una eco, puntualissima, ogni anno. Un mese dopo l’ecografia, qualcosa ‘di strano’ ad un capezzolo e il suo tumore era già di 2 cm.
    La prevenzione, se hai familiarità di cancro al seno in famiglia, serve a poco o niente.
    Quinto:
    come tanti altri oncologi, Veronesi non dice, né dirà mai, né lo farete voi, che le sue operazioni alle donne ammalate di cancro al seno, parziali e più belle e confortanti esteticamente, hanno avuto come risultato un drastico aumento di recidive.
    Sesto e ultimo:
    Angelina Jolie- non Angiolina! – con la sua coraggiosa dichiarazione pubblica ha fatto sentire meno sole, meno amputate nell’anima, oltre che nel loro corpo di donne mastectomizzate, moltissime donne. Molte ma molte di più di quante voi lì fuori possiate, e soprattutto vogliate, immaginare.
    Guardi pure a sud, Zanardo. E benvenuta.
    Patty@pensieroETICO

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    1. Grazie, Patty. Nonostante la rabbia, sei stata molto efficace.

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    2. La tua testimonianza e' davvero concreta ed efficace.
      Parlo da marito di una donna Brca1 positiva,che ha avuto la malattia e dopo sei mesi ha scelto liberamente di essere mastectomizzata,esattamente per le ragioni che hai elencato.

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    3. Ho letto oggi questa tua risposta nel blog della Zanardo, quindi alla fine l' hanno passata. Ci sono rimasta malissimo alle accuse di violenza verbale fatte a gente, e mi ci metto pure io, che avevano semplicemente mostrato il proprio dissenso.
      Sara, io credo che il tuo disagio dipenda da come hanno rpesentato la questione i media italiani e olandesi che ho visto io, hanno letto accanto "tette-Jolie" e gli è partito l' embolo sensazionalistico. Io ho letto epr primo il suo articolo in inglese e ricodo di aver pensato che ha un signor rpess-officer, era scritto in modo mediato, pacato, attento a non offendere e condannare nessuno pur spiegndo le proprie ragioni, tutte cose che per esempio nel post della Zanardo mi sono mancate. E vorrei dire che nella nostra diffusa ignoranza matematica, io per prima, sentire una statistica non ci d`a l' idea di capire. Ecco, del giornalismo serio sarebbe partito dal dre che con le probabilità che avevano riscontrato alla Jolie con metodi scientifici e approvati, lei non era sana a prescindere, quei seni di fatto erano praticamente malati. Si chiama davvero rpevenzione e non è che la facciano a chiunque, slo a quelle pochissime donne sfigate che hanno una storia di famiglia così, Infatti pochi giorni dopo la sensazione è morta pure sua zia. Non credo che nessuno dopo aver sentito della Jolie si sveglia la mattina, va dal medico a dirgli: sono angosciata, toglietemi tutto e la settimana dopo sta sul tavolo operatorio. Ma credo fermissimamente che molte donne hanno letto e si sono dette: occazzo, quanti anni sono che non mi faccio una mammografia o un pap test? E hanno prenotato. Siamof atte cos`^, se sentiamo che si ammala una nostra amica o conoscente ci diamo la spinta a farci controllare. Con quell' articolo la Jolie ha fatto da catalizzatore a moltissime più donne che qualsiasi amica o conoscente non famosa possa raggiungere. E l' ha fatto mettendoci la faccia e quel mezzo briciolo di privacy che forse ancora aveva.
      Poi la Zanardo iniziando con le illazioni sulle dimensioni delle protesi ha voluto davvero dire: guardate questa cretina cosa si inventa per giustificare il fatto che vuole le tette grosse. E sinceramente è stata la cosa che più mi ha dato fastidio.

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  4. Grande patti e grazie Amazzone, come sempre! ;)

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  5. Sottoscrivo pienamente il pensiero di Patty, aggiungendo un'ovvietà forse, ma solo chi ha vissuto il cancro sulla propria pelle può capire a fondo cosa voglia dire vivere con una malattia potenzialmente mortale. Penso inoltre che la Jolie abbia maturato la propria decisione pensando anche ai suoi figli, e comunque rimane una sua scelta personalissima. Il cancro sta diventando un'epidemia ed è di questo che si dovrebbe discutere. Quando ho scoperto di avere questo indesiderato ospite chiamato cancro, molte persone a me vicine erano molto spaventate, mi sono sentita dire più volte "può colpire chiunque". Ed è vero. Arriva, all'improvviso, a qualsiasi età, purtroppo. Un abbraccio a tutte voi. S.

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  6. ho già fatto le mie critiche in calce al post di zanardo.
    Qui dico solo che nella situazione di alto rischio genetico in cui si trovava Angelina Jolie, nessuna scelta era facile, nè farsi operare preventivamente, nè tenersi seni e ovaie con la quasi certezza di dover affrontare un cancro e quindi la chemio eccetera..quindi qualunque decisione avesse preso sarebbe stata da rispettare (e anche la mastectomia preventiva quando si ha quel gene difettoso è un modo di "lottare" contro la malattia valido quanto ogni altro).
    Ipotizzare, come fa Zanardo, che ora le donne andranno in massa a farsi togliere dei seni sani senza motivo solo perchè l'ha fatto un'attrice che aveva ottime ragioni per farlo..bè mi pare offensivo

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  7. Mah. Nulla da ridire contro la forma di prevenzione attuata dalla Jolie, però il problema non è questo. Il problema è che lei può farlo in quanto piena di soldi, una poveraccia qualunque nemmeno la visita per sapere quante possibilità di sviluppare un tumore ha si può permettere, o quasi.
    Le scelte dure e sofferte si possono permettere di farle i ricchi, il resto della plebaglia è obbligata a stare lì ad aspettare che un tumore se la mangi.

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    1. Su questo sfondi una porta aperta. Sarebbe cosa buona e giusta porre la questione in questi termini.

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    2. Anonimo in realtà io ho fatto il test e mi è costato circa 200 dollari (ma era compreso uno scan di tutte le mutazioni genetiche) quindi in realtà non si tratta di costi ma di informare le persone che ci sono le possibilità.

      Sandy

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    3. Non e' assolutamente vero.
      Il nostro ssn sgangherato per quanto sia,permette GRATUITAMENTE, a tutte le donne che hanno una storia familiare alle spalle di affrontare la questione a cominciare dal test genetico, che permette di scoprire la positivita' alla mutazione del gene BRCA

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  8. Hai/avete pienamente ragione. Mi ha fatto malissimo leggere, nel post di Zanardo quel "Pochi giorni di ospedale hanno consentito a Jolie...": ho ripensato a tutti giorni trascorsi con mia madre in ospedale, l'operazione, la chemio, la radio. Avevo 18 anni, non capivo niente ed ero forte. Così come lo è stata lei.
    Ma la sofferenza altrui giova solo a chi ne può parlare.

    Scendere a patti con la realtà significa, in questo caso, ammettere un parziale fallimento della medicina nei confronti del cancro per cui l'unica soluzione, quando possibile, è chirurgica.
    Zanardo può affidarsi a chiunque creda lei, ma non c'è ragione per attaccare una scelta di prevenzione già praticata ben da prima e suggerita, in alcuni casi, dagli stessi medici.

    Una questione rimane sospesa. Mi sembra che Zanardo non si sia mai accanita contro l'isterectomia preventiva tanto quanto contro la mastectomia. Sarà forse che la seconda può portare un cambiamento visibile per via dell'applicazione di protesi, e la prima invece può rimanere nascosta? Quali sono i tabù di Lorella Zanardo?

    Grazie, Paola.

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  9. Condivido. In genere, se si è in difetto di empatia naturale, aiuta aver visto coi propri occhi le cose di cui si parla. A parte la chemio di mia mamma (non per tumore al seno, ma atroce e, alla fine, inutile) ho 2 amiche che hanno - e stanno ancora - sopportando il calvario del tumore al seno. La più fortunata... non si è ancora ripresa dallo shock e dalla sofferenza del prima, durante, dopo operazione, radioterapia e medicinale da prendere vita natural durante, ed era una "semplice" quadrantectomia. La seconda sta lottando da 8 anni con una forma aggressiva di tumore al seno che - nonostante le abbiano asportato tutto quanto asportabile! - non ha mai smesso di ripresentarsi sotto forma di metastasi un po' ovunque! In pratica fa la chemio da 8 anni di fila! Io non so cosa farei nei suoi panni, ma mi sento di affermare che se lei avesse saputo 10-15 anni fa il calvario che le sarebbe toccato di lì a pochi anni, con una bambina di 10 anni, e senza speranza non solo di guarigione ma neanche di periodi di quiescenza, avrebbe scelto la mastectomia profilattica. E non vedo perchè avrebbe dovuto vergognarsene, nè evitare di parlarne in pubblico.

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  10. Grazie per l'ottimo articolo che condivido pienamente. Nel blog di Zanardo ho letto anche i commenti di Patty e il tuo, ai quali Zanardo ha risposto urlando "alla violenza!" Solo per conoscenza, riporto qui il commento che ho fatto nel suo blog a questo proposito:

    Non sono d’accordo con quanto lei scrive (né con la pessima scelta dell’immagine), al contrario lo trovo molto grave, per le ragioni già argomentate da Patty e Amazzone Furiosa. Incredibilmente, e molto scorrettamente, lei accusa queste commentatrici di “violenza”. Trovo molto deludente da parte sua, e anche parecchio sospetto, questo risentito gridare alla violenza nei commenti (“violentissima signora!”) anziché argomentare come fanno le donne che la criticano. E soprattutto ascoltare. Vorrei consigliarle la lettura del celebre saggio di Susan Sontag “Illness as Metaphor”, in italiano “Malattia come metafora”, Einaudi, 1992. Le potrà essere utile la prossima volta che vorrà parlare di cancro (e metafore guerresche). PS: Come le è stato già segnalato, sarebbe opportuno, nel titolo del post, correggere il nome della persona di cui parla, che si chiama AnGElina e non Angiolina. Un refuso può capitare, ma perché non correggere quando ci si accorge dell’inesattezza? Qualcuna potrebbe scrivere un post su “Lorena Zanardo”.

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  11. Aggiungo la mia voce:

    https://www.facebook.com/notes/marzia-b%C3%AC/aria-vuota-fritta-alla-fermata-dellignoranza/10151593521508700

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  12. In passato, Amazzone, ho contestato anche vivacemente alcune tue posizioni. Ma stavolta hai ragione da vendere, ci tengo a dirtelo. Un grazie anche a Patty, davvero essenziale ed efficace.

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  13. Ops... volevo firmarmi con nome e cognome, invece è partito il nick. Sono Maurizio cassi.

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