Di Fede
Mi ricordo ancora la prima frase che mi ha detto il mio chirurgo quando mi ha visto per la prima volta: "Ma davvero ti devo tagliare?! Sei una bambina!". Questo è quello che succede quando devi fare una mastectomia a 22 anni. Ora di anni ne ho 25, il 26 maggio oltre ad essere il terzo compleanno del mio nipotino sarà anche il terzo anniversario della mia mastectomia. Ricordo il periodo della diagnosi e dei primi interventi di ricostruzione come uno dei più concitati della mia vita: io ero in uno stato di trance, mio padre non riusciva a guardarmi in faccia senza che gli venissero le lacrime agli occhi, mia mamma non capiva più nulla e... Gli amici si dividevano: chi faceva finta di non sapere, chi si è pulito la coscienza con un messaggio/una telefonata/ una visita di circostanza farcita da luoghi comuni e frasi inappropriate e poi i miei preferiti, gli unici degni del nome di amici, quelli che goffamente, teneramente, amorevolmente mi sono stati accanto.
Io sono fortunata, non avevo un adenocarcinoma, ma un fibrosarcoma, niente chemio, niente radio, niente terapia ormonale. Solo controlli su controlli, solo tante tac per controllare che i polmoni rimanessero puliti. E fino ad oggi ( facciamo gli scongiuri del caso) lo sono rimasti. Durante il primo periodo due istinti si sono scontrati in me: quello di essere trattata da ventiduenne normale, e quello di urlare al mondo la mia storia. Quello di far finta che tutto andasse bene, e quello di piangere fino a prosciugarmi. Il tutto è ovviamente esitato in un comportamento stile Dr Jeckill e Mr Hyde. E me lo dico da sola : va bene così.
Come dicevo sono passati quasi 3 anni, la vita va avanti. Non è più la stessa..e' cambiata drasticamente: io, che volevo fare la pediatra da quando ho imparato a parlare, ho bussato alla porta del mio chirurgo plastico chiedendogli di frequentare il suo reparto. Ora tutte le mattine mi alzo con il sorriso sulle labbra e vado in quel reparto dove mi aspettano i miei pazienti, ma soprattutto le mie pazienti, donne più o meno giovani che stanno affrontando il nostro stesso percorso. Il nostro stesso calvario. Io racconto tanto della mia malattia, ma soprattutto della vita dopo la mastectomia.Quando le luci si spengono, e tu devi tornare alla vita... Lavorativa, affettiva, sessuale...
Già la vita sessuale....che ridere. Un paio di mesi fa mi sono ritrovata a baciarmi appasionatamente per la prima volta con l'amore della mia vita. Quello che è l'amore della mia vita da 6 anni..eravamo sdraiati sul letto, era un luminosissimo pomeriggio di inizio marzo... E non appena lui ha provato a sfilarmi la maglietta.....CIAO. Sono andata in blackout out. Non potevo sopportare che lui vedesse quello scempio.E dire che io sono molto soddisfatta della mia ricostruzione, e dire che tutti mi dicono quando mi vedono da vestita " ma no, non si vede nullaaaa"( frase più odiosa esiste?!)e dire che lui lo sapeva bene che avevo passato....era accanto a me, e' stato uno dei primi a saperlo. Uno dei primi a chiamarmi dopo ogni visita, ogni intervento, ogni tac...eh vabeh, ci siamo dati un ultimo bacio, dopo un po' di coccole ci siamo salutati, e lui è salito sul treno che lo avrebbe portato lontano da me ancora una volta. Chissà per quanto. Chissà se non per sempre.Chissà che ha pensato del mio no.Chissà se un giorno avrò la forza e l' occasione di motivarglielo quel no. E dire che altre volte non ho avuto questo problema, altre volte come dice sempre il mio chirurgo giovane e dannatamente bello " me ne sono fregata"...ma ora mi sono un po' stufata di far finta che vada tutto bene
Mi ricordo ancora la prima frase che mi ha detto il mio chirurgo quando mi ha visto per la prima volta: "Ma davvero ti devo tagliare?! Sei una bambina!". Questo è quello che succede quando devi fare una mastectomia a 22 anni. Ora di anni ne ho 25, il 26 maggio oltre ad essere il terzo compleanno del mio nipotino sarà anche il terzo anniversario della mia mastectomia. Ricordo il periodo della diagnosi e dei primi interventi di ricostruzione come uno dei più concitati della mia vita: io ero in uno stato di trance, mio padre non riusciva a guardarmi in faccia senza che gli venissero le lacrime agli occhi, mia mamma non capiva più nulla e... Gli amici si dividevano: chi faceva finta di non sapere, chi si è pulito la coscienza con un messaggio/una telefonata/ una visita di circostanza farcita da luoghi comuni e frasi inappropriate e poi i miei preferiti, gli unici degni del nome di amici, quelli che goffamente, teneramente, amorevolmente mi sono stati accanto.
Io sono fortunata, non avevo un adenocarcinoma, ma un fibrosarcoma, niente chemio, niente radio, niente terapia ormonale. Solo controlli su controlli, solo tante tac per controllare che i polmoni rimanessero puliti. E fino ad oggi ( facciamo gli scongiuri del caso) lo sono rimasti. Durante il primo periodo due istinti si sono scontrati in me: quello di essere trattata da ventiduenne normale, e quello di urlare al mondo la mia storia. Quello di far finta che tutto andasse bene, e quello di piangere fino a prosciugarmi. Il tutto è ovviamente esitato in un comportamento stile Dr Jeckill e Mr Hyde. E me lo dico da sola : va bene così.
Come dicevo sono passati quasi 3 anni, la vita va avanti. Non è più la stessa..e' cambiata drasticamente: io, che volevo fare la pediatra da quando ho imparato a parlare, ho bussato alla porta del mio chirurgo plastico chiedendogli di frequentare il suo reparto. Ora tutte le mattine mi alzo con il sorriso sulle labbra e vado in quel reparto dove mi aspettano i miei pazienti, ma soprattutto le mie pazienti, donne più o meno giovani che stanno affrontando il nostro stesso percorso. Il nostro stesso calvario. Io racconto tanto della mia malattia, ma soprattutto della vita dopo la mastectomia.Quando le luci si spengono, e tu devi tornare alla vita... Lavorativa, affettiva, sessuale...
Già la vita sessuale....che ridere. Un paio di mesi fa mi sono ritrovata a baciarmi appasionatamente per la prima volta con l'amore della mia vita. Quello che è l'amore della mia vita da 6 anni..eravamo sdraiati sul letto, era un luminosissimo pomeriggio di inizio marzo... E non appena lui ha provato a sfilarmi la maglietta.....CIAO. Sono andata in blackout out. Non potevo sopportare che lui vedesse quello scempio.E dire che io sono molto soddisfatta della mia ricostruzione, e dire che tutti mi dicono quando mi vedono da vestita " ma no, non si vede nullaaaa"( frase più odiosa esiste?!)e dire che lui lo sapeva bene che avevo passato....era accanto a me, e' stato uno dei primi a saperlo. Uno dei primi a chiamarmi dopo ogni visita, ogni intervento, ogni tac...eh vabeh, ci siamo dati un ultimo bacio, dopo un po' di coccole ci siamo salutati, e lui è salito sul treno che lo avrebbe portato lontano da me ancora una volta. Chissà per quanto. Chissà se non per sempre.Chissà che ha pensato del mio no.Chissà se un giorno avrò la forza e l' occasione di motivarglielo quel no. E dire che altre volte non ho avuto questo problema, altre volte come dice sempre il mio chirurgo giovane e dannatamente bello " me ne sono fregata"...ma ora mi sono un po' stufata di far finta che vada tutto bene
Grazie per questa storia. Non ho parole ma volevo solo ringraziarvi.
RispondiEliminaGrazie per il tuo racconto onesto e sincero
RispondiElimina