Il polipo endometriale causato dal tamoxifene e` stabile. Gli esami del sangue, marcatori compresi, sono nella norma. L'ecografia al seno non ha rilevato nulla di nuovo. Anche questi controlli sono andati. Manca solo la visita senologica per confermare che, al momento, lo stato della mia malattia e` NED: No Evidence of Disease.
Sono guarita? Assolutamente no. E non solo perche` mancano ancora due anni alla conclusione della terapia ormonale, ma soprattutto perche` - vale la pena ribadirlo ancora una volta - non sara` mai possibile stabilire se il cancro diagnosticatomi nel novembre 2010 e` andato via. Potrebbero esserci ancora cellule maligne nel mio corpo. Potrebbero. Non esiste al momento alcun esame diagnostico in grado di confermarlo o escluderlo. Potrebbero rimettersi a proliferare. Forse lo stanno gia` facendo, ma non hanno ancora formato una massa rilevabile dagli strumenti a disposizione. O forse non lo faranno mai e moriro`, spero tra tanti anni, di qualche altra cosa. E quel giorno, solo quel giorno chi mi sopravvivera` potra` dire che non e` stato il cancro al seno ad uccidermi.
Come mi e` gia` successo, dopo una giornata passata in ospedale, non riuscivo a dormire. Gironzolando su Twitter, sono venuta a sapere che una donna, Barbara Bristow, amica della cara Anne Marie Ciccarella, la blogger statunitense che mi ha introdotta al cancer activism (qui), e` morta di cancro al seno metastatico. A febbraio, al termine dei controlli precedenti a questi, era arrivata la notizia della morte di Jada, giovane venezuelana trapiantata negli USA (qui).
La morte e` arrivata sia per Barbara che per Jada al termine di un percorso dolorosissimo nelle secche del quarto stadio, quello in cui la malattia diventa incurabile e si puo` solo tenere a bada, provando una terapia dietro l'altra fino a che, esaurite tutte le cartucce, non resta che chiudere gli occhi per sempre. Si puo` vivere anche per anni col cancro al seno metastatico. Non e` certo una bella vita, pero`. Lo racconta la coraggiosissima Lisa Adams nel suo blog (qui).
Lisa, mamma di tre bambini, ha scoperto le metastasi nel 2012, sei anni dopo la diagnosi iniziale. Attraverso il suo blog, Lisa e` diventata una voce importante per chi vive la difficilissima condizione del cancro al seno metastatico e non perde mai occasione per ribadire che, nonostante le fanfare e gli squilli di tromba, per l'unica forma di cancro al seno che uccide - quella metastatica appunto - non si fa ancora abbastanza in termini di ricerca. A lei un grazie grande quanto il mondo
Sono guarita? Assolutamente no. E non solo perche` mancano ancora due anni alla conclusione della terapia ormonale, ma soprattutto perche` - vale la pena ribadirlo ancora una volta - non sara` mai possibile stabilire se il cancro diagnosticatomi nel novembre 2010 e` andato via. Potrebbero esserci ancora cellule maligne nel mio corpo. Potrebbero. Non esiste al momento alcun esame diagnostico in grado di confermarlo o escluderlo. Potrebbero rimettersi a proliferare. Forse lo stanno gia` facendo, ma non hanno ancora formato una massa rilevabile dagli strumenti a disposizione. O forse non lo faranno mai e moriro`, spero tra tanti anni, di qualche altra cosa. E quel giorno, solo quel giorno chi mi sopravvivera` potra` dire che non e` stato il cancro al seno ad uccidermi.
Come mi e` gia` successo, dopo una giornata passata in ospedale, non riuscivo a dormire. Gironzolando su Twitter, sono venuta a sapere che una donna, Barbara Bristow, amica della cara Anne Marie Ciccarella, la blogger statunitense che mi ha introdotta al cancer activism (qui), e` morta di cancro al seno metastatico. A febbraio, al termine dei controlli precedenti a questi, era arrivata la notizia della morte di Jada, giovane venezuelana trapiantata negli USA (qui).
La morte e` arrivata sia per Barbara che per Jada al termine di un percorso dolorosissimo nelle secche del quarto stadio, quello in cui la malattia diventa incurabile e si puo` solo tenere a bada, provando una terapia dietro l'altra fino a che, esaurite tutte le cartucce, non resta che chiudere gli occhi per sempre. Si puo` vivere anche per anni col cancro al seno metastatico. Non e` certo una bella vita, pero`. Lo racconta la coraggiosissima Lisa Adams nel suo blog (qui).
Lisa, mamma di tre bambini, ha scoperto le metastasi nel 2012, sei anni dopo la diagnosi iniziale. Attraverso il suo blog, Lisa e` diventata una voce importante per chi vive la difficilissima condizione del cancro al seno metastatico e non perde mai occasione per ribadire che, nonostante le fanfare e gli squilli di tromba, per l'unica forma di cancro al seno che uccide - quella metastatica appunto - non si fa ancora abbastanza in termini di ricerca. A lei un grazie grande quanto il mondo
Con mia mamma da Maggio abbiamo iniziato questa guerra con il cancro al seno metastatico, dopo che meno di due anni fa aveva scoperto un nodulo al seno. Non a caso uso il termine guerra perché il suo è un cancro "triple negative": tutti i marcatori sono negativi e quindi si possono usare solo chemio e radio. Si tratta quindi di una forma di tumore aggressivo. Ma altrettanto aggressivi nei suoi confronti siamo noi: stiamo studiando e usando tutti gli accorgimenti possibili negli stili di vita. Vale a dire nell'alimentazione, con l'aiuto di una oncologa nutrizionista, nell'attività fisica e nella lotta allo stress. Molte indicazioni confortanti e d'aiuto poi le stiamo trovando nel libro Anticancro di David Servan-Schreiber. Spero di tornare a raccontarvi i nostri successi :) Sono convintissimo che molto si può fare per ripristinare tutte le difese del sistema immunitario.Anche grazie all'aiuto della fede, mia mamma è sinceramente molto devota. Non c'è forse scritto nei Vangeli: "la tua fede ti ha salvato"?
RispondiEliminaQuando ti arriva la diagnosi ti aggraperesti a qualsiasi cosa pur di sentirti dire "guardi ci siamo sbagliati,era una semplice cisti".....Io sono arrivata alla conclusione che tutto quello che aiuta corpo (alimentazione sana,esercizio fisico,le giuste ore di sonno...) e mente (yoga,meditazione,perfino lo shopping!!!) siano alleati in quella che è una battaglia durissima e che lascia sul campo sempre troppi morti.....conosco più di una persona che ha riscoperto la fede dopo la diagnosi:che sia l'induismo o il cattolicesimo non cambia....l'importante è nutrire l'anima!!!!
RispondiEliminaIl senso del post e` che cercare solo di portare a casa la propria di pelle non ha molto senso
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