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mercoledì 8 maggio 2013

Aspettando i barbari

Roma sta per essere invasa. No, non e` uno scherzo. Roma e` sotto attacco. Nelle prossime settimane la citta` ospitera`, suo malgrado, ben due avvenimenti terrificanti. Si comincera` il 12 maggio con la Marcia per la Vita, per poi proseguire tra il 17 e il maggio con la Race for the Cure. Due manifestazioni, la marcia e la corsa, sulla pelle delle donne.
Sulla Marcia dei marci fondamentalisti cattolici alfieri del piu` becero patriarcato ha scritto ieri il collettivo Le Ribellule, sottolineando come quest'anno persino la data scelta non poteva essere meno appropriata: il 12 maggio e` infatti l'anniversario dell'omicidio di Giorgiana Masi, la diciannovenne uccisa da un poliziotto durante un corteo che celebrava il terzo anniversario della vittoria del referendum sul divorzio. Non e` un caso che sia stata scelta proprio quella data. Ai marciatori le donne morte piacciono. Non si spiegherebbe altrimenti perche` protestino contro la legge sull'aborto che consente di effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza (almeno in teoria, visto che in pratica sta diventando quasi impossibile grazie agli obiettori di [in]coscienza) al sicuro in ospedale. Vogliono che si torni al ferro da calza e al prezzemolo, agli avvelenamenti e alle setticemie. Giorgiana con un proiettile, noi, oggi, di aborto clandestino non fa differenza: questi ci vogliono morte.
Cinque giorni dopo la Marcia per la Morte, si apre, il 17 maggio, il weekend della Race for the Cure, il circo equestre del cancro al seno organizzato da Susan G. Komen in collaborazione con Perlana e MSD Italia, casa farmaceutica del gruppo Merck che produce il Gardasil, il controverso vaccino per il virus HPV che dovrebbe proteggere contro il cancro al collo dell'utero. MSD Italia, e` stato annunciato, offrira` alle partecipanti alla Race for the Cure un check up completo. Uno pensa, faranno eco e mammografie, visite senologiche. E invece no! Saranno presenti, per conto di MSD Italia, "consulenti dermocosmetici qualificati [che] effettueranno una valutazione inerente lo stile di vita, le eventuali imperfezioni cutanee e le abitudini cosmetiche dalla protezione all’idratazione e alla detersione". Sotto con la visita dermocosmetica e l'acquisto del prodotto specifico per mandare via i brufoli, i peli "superflui", quelle cosi` antiestetiche macchie cutanee. Cosi` possiamo diventare tutte belle gnoccone come Maria Grazia Cucinotta, madrina della Race For the Cure [Rosanna Banfi l'hanno fatta co-madrina solo perche` ha avuto il cancro, senno` manco per l'anticamera del cervello!]
Insomma, nel giro di pochi giorni Roma sara` sotto attacco. Sotto attacco degli speculatori e dei fondamentalisti. Sotto attacco e`, pero`, soprattutto, ancora una volta, la salute delle donne. Non un diritto, ma ancora tristemente un campo di battaglia. E noi non ci faremo certo pregare. Nell'uno e nell'altro caso, daremo battaglia. Fino alla fine.

mercoledì 14 novembre 2012

Savita






Assassini Assassini Assassini

Non riesco a dire altro da quando ho letto sul Guardian che una donna di origini indiane, Savita Halappavanar, e` stata assassinata in Irlanda dai medici che hanno rifiutato di salvarle la vita, terminandone la gravidanza, e lasciando che morisse di setticemia.
Savita aveva 31 anni, faceva la dentista e abitava a Galway. Era incinta di 17 settimane. Si e` sentita male. E` andata in ospedale. I medici hanno constatato che il feto stava morendo e non era possibile salvarlo. Consapevole del rischio che stava correndo, Savita ha chiesto che la gravidanza venisse terminata. I medici hanno rifiutato. "Siamo in un paese cattolico", hanno detto. "Ma io non sono ne` cattolica, ne` irlandese", ha ribattuto Savita. Niente da fare. Hanno aspettato che il battito cardiaco del feto non fosse piu` auscultabile per portare Savita in sala operatoria. Troppo tardi, Poco dopo, Savita e` morta di setticemia. Setticemia, capite? Hanno lasciato che una donna morisse di setticemia. Nella cattolicissima Irlanda!

Assassini Assassini Assassini




giovedì 1 novembre 2012

Difendiamo i nostri corpi dagli anti-abortisti e dal cancro

Quando l'ho sentito la prima volta non ci potevo credere. Dopo una rapida gogolatina mi sono cadute le braccia. Si, sono arrivati anche a questo. A dire che l'aborto aumenta le probabilita` di ammalarsi di cancro al seno. Chi sono? Gli anti-abortisti, in maggioranza cattolici. Quelli che vogliono rendere di nuovo l'aborto illegale, come quando non c'era la legge 194, costringendo chi vuole farvi ricorso a pagare e a rischiare la pelle. Quante donne sono morte perche` non c'era la legge 194 e quanti casini bisogna fare ancora adesso vista la quantita` di medici obiettori. Quelli che obiettano in ospedale, ma ti accolgono a braccia aperte nella loro clinica privata. 
Domani in molti ospedali, incluso il Sant'Anna di Torino, si terranno delle veglie di preghiera organizzate dall'associazione "no194". Lo denuncia il collettivo Altereva, che ha chiamato alla mobilitazione su Facebook
Pur di seminare terrore tra le donne questa gente non esita a mettere in giro voci su una presunta correlazione tra aborto e cancro al seno. Fatevi un giretto in rete e ne leggerete di tutti i colori. Tutto questo non solo e` violento e ingiusto ma e` un segnale inequivocabile di come si possa utilizzare strumentalmente la salute delle donne per perseguire obiettivi che con essa non hanno niente a che fare.

E` ora di dire basta. E` ora di unire le forze e le battaglie. Il diritto alla salute e` uno solo, sia che si parli di aborto sia che si parli di cancro al seno. I corpi sono nostri rivendichiamo il diritto a difenderli dagli anti-abortisti e dal cancro.

venerdì 15 giugno 2012

#occupythecure


Dagli Stati Uniti un nuovo hashtag, #occupythecure. A lanciarlo dagli Stati Uniti e` Elisabeth Dale, autrice di “bOObs: a guide to your girls”, manuale spiritoso – o cosi pare – sul seno pensato per le donne. Devo dire che tutto il rosa del sito di Elisabeth Dale (http://www.thebreastlife.com/) non mi ispira molto e il suo libro non l’ho letto. Pero` all’inizio di giugno ha scritto un post che mi e` piaciuto. E` una recensione a Pink Ribbons Inc. , il documentario di cui vi ho gia` parlato e linkato il trailer e che spero arrivera` presto in Europa e in Italia. Elisabeth ne approfitta per raccontare che sua madre, 40 anni fa, ha avuto un tumore al seno e per questo oggi lei, sua figlia, deve tenersi molto sotto controllo. “Prima della mia ultima mammografia” – scrive Elisabeth – “sono stata portata in uno spogliatoio nell’attesa che arrivasse il radiologo. Appeso al muro, all’altezza degli occhi, c’era un piccolo specchio. Mi sono specchiata e ho visto che ai due lati del vetro erano incollati due nastri rosa. Il mio viso era incorniciato dai nastri rosa. E` stato un modo poco piacevole di ricordarmi perche` ero li`. Le mammografie non prevengono il cancro al seno. No. E quei nastri rosa sono serviti solo ad aumentare le mie paure su cosa sarebbe potuto venire fuori dall’esame”.
Ad Elisabeth non piace il nastro rosa e nemmeno l’industria del cancro al seno, quella che – come dice lei stessa – “fa profitti vendendo prodotti rosa, inventando apparecchiature per la diagnosi della malattia e mettendo a punto farmaci per curarmi solo dopo che mi sia stata data la brutta notizia, gente che non ha nessun incentivo a trovare una cura e a trovarsi quindi fuori dal business”. E` per questo che Elisabeth ha deciso di bandire il nastro rosa dal suo sito e ha invitato tutte noi, si anche noi che viviamo in Italia, a unirci a lei nel chiedere che siano le donne a potersi riappropriare della malattia e fare in modo che se ne scoprano le cause.
#occupythecure e` il nuovo hashtag lanciato da Elisabeth. Lo si dovrebbe affiancare a un altro che avuto molto seguito in Italia in questi giorni, #save194. Il diritto alla salute delle donne e` uno solo, sia quando si tratta di abortire ben assistite e al sicuro sia quando si tratta di mettere fine all’epidemia di cancro al seno che uccide tante di noi ogni giorno. Affianchiamoli questi due hashtag. Insieme possono andare molto lontano