mercoledì 19 dicembre 2012

Il celodurista Cota chiude l'Ospedale Valdese

No, no, no, no, no! Non si puo` chiudere un ospedale. Non si puo` negare cosi` il diritto alla salute. E` un crimine. Non possiamo stare zitti.
Vi avevo gia` parlato dell'Ospedale Valdese, centro di eccellenza la diagnosi e la cura del cancro al seno e famoso a Torino per la professionalita` e umanita` degli operatori sanitari. Il video girato dai pazienti a difesa del loro ospedale era stato censurato da Youtube e Facebook, perche` mostrava nudita` e contenuti a sfondo "sessuale". Ne aveva scritto, in un bellissimo post, Lola:

"Quello che rende diversa la storia del Valdese [rispetto a quella di altri ospedali] è che più di trecento persone si sono fatte fotografare a seno (o torso, hanno partecipato anche uomini) nudo per "ricordare" i settemila interventi chirurgici, i quattromilacinquecento malati oncologici seguiti, le ottocentomila prestazioni di laboratorio e i seicento interventi per tumore al seno.

Su facebook e youtube è partita la condivisione del video.
Ed immediatamente è partita la censura.
Sì, il video con i corpi di chi è stato curato ed è in cura al Valdese è stato censurato.

Su youtube si parla di 'violazione della norma di youtube sui contenuti di natura sessuale o nudità'.
Fa ridere, pensando a quello che si può vedere lì senza violare niente e senza andare su youporn.

Facebook ha oscurato i profili delle amministratrici di Un altro genere di comunicazione per aver postato materiale ritenuto non rispettoso degli standard della comunità di facebook.
Eppure basta farci un giro per vedere immagini volgari e violente che rimangono al loro posto, perché non violano nessuno standard.

Allora mi chiedo se il problema non siano proprio quei corpi.
Quei seni.
Quelle cicatrici.

Temo che il vero problema, la vera violazione sia proprio mostrare il corpo malato, il corpo non conforme, il corpo che lotta contro il cancro e che a volte perde.
I corpi malati vanno nascosti, vanno compatiti, certo non mostrati al mondo.

Siamo seri: di tette è pieno il web, dai giornali on line ai social networks tutti, ma nessuno, a parte noi femministe vittoriane, bigotte e invidiose, si sente in dovere di "segnalare" la violazione di norme e standard davanti a due belle sise sane, turgide e giovani.

Forse il punto è semplicemente che quel video ci sbatte in faccia che il cancro non è quella cosa che ti appiccichi un nastro rosa alla camicetta, ti compri il mocho rosa, un paio di creme di marca e passa la paura.

Il cancro è una cosa brutta, che ti devasta. che devasta chi ti sta vicino.
Il corpo non è più quello che conoscevi e devi lottare per tornare ad essere quello che sei, per impedire a quella merda che hai dentro di mangiarti, di vincere.

E noi, la famiglia di chi quella battaglia la combatte ogni giorno, li vediamo quei corpi.

E alle belle parole di circostanza, al bombardamento rosa confetto, preferiamo vedere quei seni, quelle cicatrici,quei corpi, anche se fa male. Non avete idea quanto.

Perché mia madre è morta di cancro, perché la mia adorata zia è morta di cancro e io non accetto che nel 2012 ancora non ci sia un cazzo di cura definitiva, non accetto che 'forse la genetica, forse la predisposizione, forse il fumo, forse questo...', io non accetto che donne e uomini che si sono esposti, che hanno mostrato i loro corpi, vengano censurati."

Dopo la censura del video, e` arrivata oggi la notizia che la Regione Piemonte, guidata dal celodurista Cota, ha deciso irrevocabilmente di chiudere l'ospedale. Fallito ogni tentativo di mediazione. Non ci sono soldi, dicono. E quindi chiudiamo gli ospedali, neghiamo il diritto alla salute. No, non e` accettabile. Non possiamo stare fermi e zitti di fronte a un tale svilimento di un diritto umano fondamentale. Facciamo qualcosa, per favore

6 commenti:

  1. Il diritto alla salute,rientra nei diritti fondamentali,non puo'uno Stato limitarsi a dire di non avere soldi a sufficienza,per un bene che deve essere a garanzia di ogni cittadino bisognoso di cure. I soldi si trovano per cose spregevoli come le armi,o per opere inutili come il ponte sullo stretto o la tav, ma per garantire dignita'a un individuo gia'provato dalla malattia, si chiudono le porte della coscenza...

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    1. I soldi per gli ospedali non ci sono, per la guerra in Afghanistan si!

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  2. Mi piacerebbe avere una copia del filmato e quelle foto così da pubblicarle sul mio blog.

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  3. Hai ragione, è inammissibile tagliare la salute; e ancora più inaccettabile se si pensa ai fiumi di denaro che, dai servizi dovuti ai cittadini sono stati dirottati (e continuano a esserlo) alla rete di corruttele che sostiene quegli stessi politici che poi non si fanno scupoli di tagliare perché, spiegano, "non ci sono soldi". :-(

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