martedì 16 aprile 2013

Zitte mai - Mail bombing

Vi ho gia` parlato di Laura Corradi, la docente di Studi di Genere presso l'Universita` della Calabria a cui hanno chiuso il corso, cosi`, senza nemmeno consultarla, perche` non ci sono tanti soldi e perche` in fondo Studi di Genere e` una materia non troppo importante.
Laura Corradi, vi dicevo, e` l'autrice di Nuove Amazzoni, l'unico libro in italiano sul movimento delle donne contro il cancro al seno:

"Ho iniziato a occuparmi di cancro nel 1988, in seguito a una diagnosi di carcinoma. Ero studentessa lavoratrice: finiti gli esami all'Universita`, stavo iniziando il lavoro di tesi. Il tumore fu trattato con successo e mi laureai l'anno successivo, a pieni voti. Tale esperienza mi cambio` profondamente: all'improvviso diventava facile capire che cosa fosse importante fare e che cosa non lo fosse. Vinsi due borse di studio in California, dove mi dedicai alla ricerca sulle cause di cancro e la loro prevenzione, un ambito ancora trascurato nelle scienze sociali in Italia"

Prima di iscriversi all'Universita`, a 23 anni, Laura faceva l'operaia. La sua tesi di laurea, pubblicata col titolo Il tempo rovesciato. Quotidianita` femminile e lavoro, racconta la storia delle sue colleghe di lavoro costrette a lavorare di notte. Poi la malattia e la decisione di partire per gli Stati Uniti per condurre la ricerca di cui in Nuove Amazzoni e` contenuta solo una parte. Poteva restarsene la`, Laura. E invece ha deciso di tornare e di esporsi sulla linea del fuoco. E` andata a insegnare Studi di Genere all'Universita` della Calabria. Il suo corso e` stato tra i primi in Italia. Anni di lavoro intenso, con migliaia di studenti che hanno avuto la fortuna di averla come docente. Una docente talmente atipica che con i suoi studenti ha scritto un libro, l'ultimo, Specchio delle sue brame. "E` una ricerca che nasce dalla didattica" - racconta ai microfoni di Radio Tre - "Avevamo una settimana durante il corso in cui raccoglievamo le pubblicita`, insegnavo agli studenti come fare una analisi semiotica e poi ci divertivamo a ricombinarle, a decostruirle, a decodificarle. Per dieci anni ho fatto questa cosa ed e` diventata la parte piu` interessante del corso". Un corso che Laura svolgeva a titolo completamente gratuito. Non prendeva un soldo. Difficile allora spiegarne la chiusura con problemi di costi. Si vede che la voce di Laura dava fastidio. La sua intelligenza era considerata eversiva. Il suo carisma pericoloso. E allora si e` pensato di tapparle la bocca.
Nei giorni passati molte firme in suo sostegno sono state raccolte dal blog Femminismo a Sud. Le sole firme pero` non bastano, secondo me. Quello che e` stato fatto a Laura Corradi e al suo corso e` profondamente violento. Una violenza mascherata, subdola come spesso e` la violenza del potere, ma non per questo meno nociva. E allora forse anche noi, nel rispondere, dovremmo essere piu` incisivi e rivolgerci direttamente a chi questa decisione violenta l'ha sottoscritta. La violenza di genere, contro le donne, contro gli omosessuali, contro i migranti, contro chiunque sia considerato "diverso" e` una delle piaghe di questo paese. Il corso di Laura Corradi educava al rispetto e smascherava i meccanismi di potere che stanno alla base dell'oppressione nei confronti di chi non e` conforme alla "norma". Chiuderlo significa essere complici di quell'oppressione e di quella violenza.
Ogni mattina, quando vi svegliate, mentre sorseggiate il caffe`, mandate una mail al Rettore dell'Universita` della Calabria. Ma fatelo anche ogni volta che siete testimoni di un atto di discriminazione e di violenza nei confronti di una donna, di un gay, di una lesbica, di un trans, di un migrante. Ogni volta che la realta` tristissima in cui viviamo vi sbatte in faccia l'importanza di un corso come quello di Laura Corradi. Se non volete scrivergli qualcosa di vostro pugno, fate un semplice copia e incolla del testo qui sotto. Indirizzate la mail a giovanni.latorre@unical.it , specificando in oggetto: zitte mai!

"Gentile Giovanni Latorre,

Il Corso di Studi di Genere dell’Università della Calabria, tenuto a Rende presso il Dipartimento di Sociologia da  Laura Corradi, (ricercatrice docente) non esisterà più perché hanno deciso di chiuderlo. A dispetto del successo dello scorso decennio, frequentato da centinaia di studentesse, il Corso è stato via via rimpicciolito, nonostante la determinazione delle studentesse a seguirlo e della docente a tenerlo a titolo gratuito. Le studentesse denunciano che è stato piazzato alla stessa ora di altri appuntamenti importanti e obbligatori. Reso difficile da seguire si è ridotto quest’anno a 15 allieve. Tagliare via questo Corso come materia superflua è diventato così molto semplice. Il Corso è stato una importante palestra di empowerment per tantissime ragazze, giovani femministe dottorande in cerca di audience, ricercatrici migranti, precarie ‘cultrici della materia’, tante persone che infatti non accettano passivamente questa decisione. Tra l’altro il Corso nel contesto calabrese rappresenta una reale opportunità per donne e uomini che vogliono acquisire gli strumenti critici per leggere anche la propria realtà. Questo Corso di Studi dovrebbe rimanere una opportunità per coloro che lo preferiscono, anzi crediamo che gli studi di genere dovrebbero essere valorizzati,  l’Università potrebbe usarli come corsi base del primo anno, come esempio di sapere teorico e pratico  interdisciplinare, come visione critica necessaria di una cultura che  fissa i ruoli di genere, patologizza le differenze o le inferiorizza, impone etero-normatività. Chiediamo perciò che si reinserisca il Corso di Studi di Genere, con risorse adeguate, nell’offerta formativa dell’Ateneo.

Firma"

5 commenti:

  1. Fermo restante l'importanza dei corsi di genere (e magari decostruzione di genere)e che appoggio l'idea di corsi base per tutte le facoltà, vorrei fare una precisazione: il corso della Corradi, brava ricercatrice, non è IL corso di genere dell'Università della Calabria, ma il corso di genere del corso di studi di Scienze del Servizio Sociale.
    Fortunatamente l'Università della Calabria offre più corsi di genere, anche interdisciplinari, di cui purtroppo alcuni, come quello di Scienze Politiche, sono stati soppressi in seguito alla politica dei tagli imposti dal governo.
    Detto questo, auspico il reinserimento di tutti i corsi, anche nn di genere, soppressi in questi anni e anzi, possibilmente, il loro incremento.

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  2. Io credo che sarebbe buona creanza firmare quando si lanciano certe pietre. Che cosa significa "fortunatamente l'Università della Calabria offre più corsi di genere, anche interdisciplinari, di cui purtroppo alcuni, come quello di Scienze Politiche, sono stati soppressi in seguito alla politica dei tagli imposti dal governo"? Quali sono questi corsi? Il rettore in questo articolo parla solo di un altro corso http://www.ilfattoquotidiano.it/donne-di-fatto? Il rettore oltre ad essere barone mente anche? E che cosa vuoi dire con quella frase? Che allora si possono tagliare i corsi esistenti? Oppure che ci sono docenti che "contano" e che meritano di restare e altri no? Come se non li conoscessimo, gli ammanicati che occupano le nostre università, i figli di i nipoti di, i mariti di, gli amanti di. Laura Corradi è una che davvero merita di restare visto che rappresenta quel sogno di self made woman che l'Italia non riesce più nemmeno a sognare per colpa dei raccomandati e degli ammanicati.
    Invece di esprimere solidarietà a Laura Corradi la attacchi, con questo sotterfugio del "va tutto bene". Tattica da mafiosi, se mi consenti. E anche se non me lo consenti lo dico lo stesso, perché io non ho paura e non faccio parte della tua risma.
    Io conosco il lavoro di Laura Corradi da anni, grazie a lei ho scoperto l'esistenza delle Amazzoni, grazie a lei ho trovato nuovi strumenti per combattere. Dovresti difenderla anche tu, ceh non hai nemmeno le ovaie per firmarti. Se sei un troll hai sbagliato posto.
    Carla Vannucci

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  3. Il corso di Laura Corradi e`, almeno per chi scrive – Grazia De Michele (non ho problemi a fare il mio nome), IL corso di studi di genere per eccellenza. Solo Laura Corradi si e` occupata, e non da ieri, di temi come l’epidemia di cancro al seno e l’attivismo delle donne che ad essa si oppongono la cui enorme rilevanza politica, sociale e culturale sfugge completamente persino a chi nell’accademia italiana puo` vantare posizioni di ben altra caratura. Non basta dunque insegnare Studi di Genere, c’e` un disperato bisogno di intelligenze luminose come quella di Laura Corradi

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  4. Quanta violenza!
    Scusa per la firma, sono solo sbambata, nè maleducata nè "senza ovaie" (anche se devo dire che qlc problema di tanto in tanto me lo danno :P ).
    Volevo fare una semplice precisazione, perché dall'articolo si evinceva che è una condizione solo del corso di Laura Corradi, mentre all'Unical ci sono più corsi (lettere con storia delle donne, scienze politiche costruzione di genere, des costruzione di genere e pari opportunità, e scienze del servizio sociale, che è quello di Laura, qst per citare solo quelli previsti dai piani di studio dei singoli corsi di laurea di cui sono a conoscenza) e purtroppo la politica dei tagli ha colpito quasi tutti i corsi di genere (e non solo di genere se è per questo).
    Non mi pare di aver attaccato Laura, a cui tra l'altro le riconosco un gran merito come ricercatrice e che conosco personalmente, essendo io una studentessa unical.
    Hai interpretato il mio appunto come un attacco, ma è stata una tua interpretazione, che mi fa riflettere ancora una volta sulle dinamiche comunicative vigenti ora come ora anche all'interno dei movimenti, femministi e sociali in genere.(anche se è vero che chat & company si prestino a più possibili errori interpretativi)
    Sperando nella possibilità di un confronto sereno, ti auguro una buona notte.
    Mina o, come da nome di battesimo, Guglielmina
    (nn sn ammanicata, né raccomandata, nn ho un cognome che mi sorregge, sn lavoratrice precaria (al momento disoccupata, anzi occupatissima a cercare qualunque lavoro) e studentessa).

    Ps: lungi da me pensare che vada tutto bene, ma al massimo lo pensassi sul serio..mi daresti della mafiosa solo perché non la penso come te?

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  5. Carissima Guglielmina (che nome insolito) pensa quanti bei corsi in studi di genere avete lì in Calabria. Siete davvero fortunte, nel resto d'Italia invece languono. Quanto ai toni: io non ho mai detto di essere femminista. Io ho detto che apprezzo il lavoro di Laura Corradi e che il tuo intervento, in un luogo dove ci si ritrova per sostenere una causa un suo favore (visto che lei è sotto attacco), mi sembra inopportuno. E lo ribadisco. Io non sono democratica. Perché dovrei esserlo quando vivo in uno stato che non lo è? E non mi vergogno di disprezzare chi non la pensa come me su Laura Corradi. Ti dirò di più: finiamola con questo politically correct che il risultato migliore che ha dato è stato oggi sotto gli occhi di tutti: un bell'inciucio storico di cui ci ricorderemo per anni.

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