lunedì 18 giugno 2012

Io, Chiara e Radio Vaticana


Quando nel Novembre 2010 mi è stato diagnosticato il cancro al seno, io e il mio compagno stavamo pensando di avere un bambino. All'improvviso la diagnosi, la corsa contro il tempo per l'operazione e i trattamenti complementari. Col cancro non si scherza. Soprattutto a 30 anni. Ho fatto la chemioterapia, una di quelle che le ovaie te le spappola, e sono adesso in menopausa indotta per evitare che il cancro si ripresenti e mi ammazzi. Non passa giorno, tuttavia, senza che io non pensi a quel bambino che volevo e non ho avuto e forse non avrò e che non potrò nemmeno adottare, perché ai malati di cancro i bambini non li danno nemmeno in affido.
Ho letto la storia di Chiara, la giovane donna incinta a cui è stato diagnosticato un carcinoma alla lingua. Chiara ha deciso di dare priorità al bambino e non fare la chemioterapia ed è morta. Ho provato a mettermi al suo posto, a pensare a come mi sarei sentita nella sua situazione ma non sono riuscita davvero ad immaginare cosa avrei fatto nei suoi panni. Una cosa è certa, però: mai e poi mai avrei voluto che la mia tragedia, quella di donna e madre, venisse utilizzata a scopo propagandistico da chi, per l'ennesima volta, sta mettendo in discussione la legge 194 senza nemmeno avere, peraltro, l'onestà intellettuale di ammetterlo.
Chi fa di Chiara una santa, un modello da imitare, fa torto a lei e a tutte le donne che si trovano nella sua stessa situazione. Nessuna donna dovrebbe essere costretta a scegliere tra la propria vita e quella del bambino che ha deciso di avere. Un mondo in cui questo succede è un mondo bruttissimo, avvelenato. E' un mondo che provoca il cancro, che non è - come i pro-life vogliono farci credere - una delle tante prove a cui ci sottopone la divina provvidenza, ma una malattia causata, nella maggioranza dei casi, dagli stessi esseri umani. Causata, persino nei bambini, anche dalle antenne di Radio Vaticana.

6 commenti:

  1. Ecco, questo post mi riesce più facile commentarlo, perché qui sì, la tua rabbia la capisco fino in fondo. Dodici anni fa avevo trentatré anni, e appena saputo che mi avevano tolto un cancro dal seno il primo pensiero è stato che avevo in mente di fare un altro figlio. Una, piccola piccola, ce l'avevo già, per fortuna. Ma per tutti gli anni successivi, il pensiero della maternità impedita, o quanto meno ritardata, mi ha tormentata. E così quando a forza di yoga le mestruazioni sono tornate e i cinque anni di terapia ormonale conclusi, ero decisa a riprendermi quello che mi era stato tolto, confortata dagli studi che andavo a scovarmi in rete. Invece mi è toccato andare dall'oncologo non per chiedere il suo placet, ma per fargli vedere che il maledetto era tornato, sotto forma di metastasi al fegato. Ecco, tutto ciò per dirti che per un soffio non mi sono trovata nella situazione di Chiara. E ho immaginato cosa avrei fatto: avrei scelto di fare il necessario per continuare a vivere, rinunciando a quella vita embrionale che, dal mio punto di vista, vita ancora non è. Certo, avendo già una figlia, forse sarebbe stata una scelta meno lacerante e più obbligata: non potevo rischiare di lasciare una bambina senza madre. Ma soprattutto non volevo morire, e in quel momento ho capito che era in gioco la mia vita, e di una nuova maternità potevo e dovevo sbattermene.
    Tu hai ragione: non è giusto essere costrette a questa scelta, è inaccettabile che venga utilizzato per campagne antiabortiste, è scandaloso che Chiara venga santificata dagli sciacalli sedicenti pro-life e le tante donne che con dolore compiono la scelta opposta non vengano adeguatamente sostenute o peggio, vengano considerate pericolose assassine egoiste.
    Scusa la lunghezza di questo commento ma come ho scritto sopra comprendo visceralmente che questo tema possa essere motivo della tua furia, mentre quando te la prendi con i nastri e nastrini rosa, bah, non lo capisco. Un abbraccio
    Giorgia

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    1. I nastrini rosa sono, nella stragrande maggioranza dei casi (vedi Estee Lauder, Mocio Vileda, Komen che negli USA vendeva il profumo con le sostanze cancerogene), campagne di marketing che non solo consentono di fare profitti sulla nostra pelle ma pubblicizzano cosmetici, detersivi ecc che il cancro ce lo hanno fatto venire. E potrei aggiungere molto altro...Ti riabbraccio

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  2. Io sto pensando: per i pro-life (che non si battono, comunque, contro la morte data dalle guerre) non dovrebbe esistere neanche l'aborto terapeutico? avevo 35 anni quando il bambino che aspettavo è morto al sesto mese, e sarei morta anch'io per setticemia... dobbiamo tornare al medioevo?
    Mi spiace per la tua malattia, Amazzone, un abbraccio!

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  3. È proprio vero, nessuna donna dovrebbe essere costretta ad una scelta simile. Quando la moglie di un mio collega di lavoro lo ha fatto, ha scelto la vita del suo bambino piuttosto che la sua, io proprio non potevo approvare. Nel frattempo gli anni sono passati e alcune vicissitudini personali che in qualche modo ti hanno segnato hanno lasciato spazio al tentativo di immedesimazione invece che alla condanna. Ci ho provato ad identificarmi in lei, a quello che possa aver pensato in quei momenti, però vedo come sta il marito adesso, solo, con due bambini piccoli a cui badare e mille difficoltà da affrontare quotidianamente. Vedo i bambini, timidi, timorosi e impauriti dal mondo. Hanno gli occhi tristi come quelli del padre e mi chiedo che senso abbia avuto quella scelta, mi chiedo se ci sarebbe potuta essere una vita migliore per tutti. Vedo che la chiesa oggi invece che occuparsi della spiritualità e di stare vicino alle persone veramente bisognose preferisce fare grandi proclami e condanne…Non c’è un motivo plausibile in questo e forse non ha neanche senso stare qui a cercarlo ma è sempre bene non spegnere mai il cervello e non lasciarsi piovere tutto addosso, come fai tu…
    Scusa la mia intrusione e ti auguro in bocca al lupo per tutto.

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  4. Infatti: anche se può sembrare un controsenso, secondo me è una forma di egoismo credere che sia meglio salvare un figlio che ancora non c'è, piuttosto che se stessa, e non pensare alla vita del marito e padre di un altro bambino che già c'è (a meno ché non si sappia in anticipo che le cure saranno inutili, e sembrerò cinica a dire questo)!

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  5. rispetto per chi ha fatto la scelta di Chiara, uguale rispetto per chi fa scelte opposte. Le strumentalizzazioni ideologiche della Chiesa sono vergognose.

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