domenica 16 settembre 2012
Le Amazzoni Furiose
Ieri sera sono andata a cenare fuori con i miei amici Charlotte e Andy. Da brava vegana part-time, mi sono concessa due belle fettone di camembert con salsa di cranberries e una torta al cioccolato ricoperta di gelato, al cioccolato ovviamente. Una bomba sotto ogni punto vista. Per mandarla giu` ho dovuto trangugiare un mezzo litrozzo d'acqua che insieme alla pinta di sidro che avevo gia` bevuto mi ballava nello stomaco.
Char e Andy mi hanno chiesto se fossi gia` diventata una celebrita` in Italia. Sabato scorso infatti avevo declinato il loro invito ad andare al mare - si, anche in Inghilterra si va al mare e dove vivo io c'e` un'acqua bellissima - perche` dovevo fare due chiacchiere via Skype con Stefania Prandi.
Stefania e` una giornalista freelance e scrive sul Fatto Quotidiano. Mi aveva contattata per un'intervista dopo aver letto della lettera a Balduzzi. Abbiamo parlato a lungo, Stefania ed io, da donna a donna, e abbiamo finito con lo scambiarci consigli alimentari. Anche Stefania e` vegana, anche se non part-time come me.
L'articolo di Stefania e` uscito venerdi`. A sorpresa e` stato pubblicato anche il trailer di Pink Ribbons Inc., il documentario sul business del cancro al seno, con sottotitoli in italiano. Ne approfitto per ricordare che sul tema era uscito a giugno un pezzo di Susanna Curci su Gli Altri.
Entrambi gli articoli saranno tradotti in inglese perche` negli USA vogliono leggerli. La mia amica Anne Marie Ciccarella ci ha gia` offerto ospitalita` sul suo seguitissimo blog.
Mi piace questa solidarieta` tra donne - "malate" e non - che varca addirittura gli oceani. E mi sono piaciuti anche molti dei commenti all'articolo, al blog, i messaggi che mi sono arrivati.
Grazie. Grazie a tutte e a tutti. Andiamo avanti cosi`. Continuamo a parlare del cancro al seno e di cio` che gira intorno. Riappropriamoci di cio` che e` nostro. Occupiamo la cura. Chediamo di conoscere le cause della malattia e sconfiggerla per sempre. Ricordiamo chi ci ha rimesso la vita. Il mio augurio e` che tra non molto il nome di questo blog possa essere cambiato in "Le Amazzoni Furiose".
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Vorrei dare il mio contributo al dibattito che si è aperto. Anch'io faccio parte del club delle donne operate al seno. Ho scritto una riflessione ma non l'ho potuta inserire in questo spazio a causa della limitazione dei 300 caratteri. Segnalo che il mio contributo può essere reperibile sul mio blog : http://educatoriinrete.blogspot.it/
RispondiEliminaCiao, Vittoria. Mi piacerebbe ripubblicare il tuo post su questo blog o magari ne potresti scrivere uno ad hoc. Che ne dici? Fammi sapere.
Eliminala mia riflessione è di 1200 caratteri circa,vorrei sapere come superare la limitazione posta in questo blog di 300 caratteri.puoi spiegarmi come fare?grazie
EliminaQuello che le donne devono sapere
RispondiEliminaAnch’io faccio parte, purtroppo, del club delle donne operate al seno. Dopo aver superato il trauma iniziale, ho capito che non potevo affidarmi solo alle cure mediche, ma che dovevo combattere per capire, per avere informazioni, per cercare le strategie migliori per sopravvivere. Ho letto tanto, ho cercato materiali in rete e ho scoperto di essere stata vittima, con molta probabilità, di una mammografia falso negativo del 2009, perché per le donne come me, con seno denso e fibrocistoso, la mammografia è attendibile solo al 70%. Nessuno me l’ha mai detto e ora dico a tutte le donne che conosco che devono abbinare le ecografie alle mammografie per essere più sicure del risultato. Nel mio caso, nel 2011 una nuova mammografia ha evidenziato un tumore già esteso, che si sarebbe potuto individuare ad uno stadio iniziale se ci fosse stata una migliore informazione. Ho scoperto da sola, perché i medici non parlano di queste cose, che per i tumori ormono-dipendenti è importante l’influenza di due fattori, per evitare recidive e per non alimentare tumore o metastasi: 1) il livello di insulina deve restare basso; 2) il livello dei “fattori di crescita” che dipendono dall’assunzione di proteine soprattutto animali deve restare abbastanza basso. Queste informazioni non sono fornite dai centri oncologici emi sembra grave che una paziente come me debba andare a cercarsele da sola.