sabato 25 maggio 2013

Blog-lettera a Nichi Vendola




Caro Nichi Vendola,

sono una giovane donna pugliese, nata e cresciuta a Foggia. Ho 32 anni. Vivo all'estero, in Inghilterra. Sono andata via 8 anni fa, come tanti miei coetanei della generazione perduta. Allora sembrava che spostarsi dalla periferia in uno dei centri del neoliberismo globale potesse consentire di ricavarsi una nicchia in un cui realizzare i propri sogni. Adesso anche qui tutto e` cambiato. C'e` la crisi, ci dicono. E la mia carriera di ricercatrice se n'e` andata alle ortiche.
Sarebbe stato diverso, probabilmente, se due anni fa, mentre stavo per finire la mia tesi di dottorato (sul razzismo anti-meridionale nel dopoguerra, un tema a te caro) non mi fosse stato diagnosticato un cancro al seno. Cosi`, all'improvviso, come un proiettile vagante che ti riduce la vita a uno specchio frantumato di cui puoi solo, piano piano, raccogliere i pezzi. Non avevo precendenti in famiglia e non ho nessuna mutazione genetica. Sono cresciuta in Puglia, pero`, terra di veleni. Tanti. A Taranto, con l'Ilva, l'Eni, Cementir, l'amianto. Me ne parla e ne scrive spesso la mia amica Susanna Curci, un altro giovane talento che per ora ha lasciato la Puglia e domani chissa`...A Brindisi, dove c'e` il piu` elevato tasso di malformazioni neonatali in Italia e dove le mamme del Passeggino Rosso sono sul piede di guerra in difesa della salute dei loro piccoli. Sanno bene, infatti, che l'esposizione ad agenti cancerogeni - come le sostanze rilasciate dalle due centrali termoelettriche a carbone presenti nel brindisino - in utero o durante l'infanzia e l'adolescenza puo` portare allo sviluppo di neoplasie anche a distanza da molti anni. E` quello che molto probabilmente e` successo a me, che l'estate, da bambina, facevo il bagno vicino Manfredonia, uno dei siti di rilevanza nazionale dello studio Sentieri, anche se dei misfatti dell'Enichem non vuole parlare nessuno.
Stabilire con esattezza la causa della mia malattia e` impossibile, allo stato attuale delle conoscenze. E` per questo motivo che da un anno, da quando ho terminato le cure ospedaliere, mi sono unita alle attiviste statunitensi ed europee che chiedono che si faccia ricerca su e si arrivi a identificare le cause del cancro al seno. Si, c'e` bisogno che siano le donne che vivono con la malattia a farsi sentire su questo fronte. Si fa ricerca quasi esclusivamente sui farmaci. Il discorso pubblico e` dominato dal mantra della diagnosi preococe tramite mammografia e dall'immagine stereotipata delle "sopravvissute", proposte come modello durante manifestazioni a scopo di marketing, le Race for the Cure.  A quella di Bari, caro Nichi Vendola, oggi hai partecipato anche tu facendoti persino fotografare accanto ai VIP radunatisi per l'occasione.
La scorsa settimana, a Roma, al Circo Massimo avevamo assistito alla parata dei candidati sindaco alla Race for the Cure. Tutti improvvisamente interessati alla causa del cancro al seno e tutti pronti a sostenere Komen e i suoi sponsor. Tutti, incluso Ignazio Marino, doppiamente colpevole in quanto medico. Tutti, tranne Sandro Medici. Questa settimana invece e` toccato a te. Non me l'aspettavo. Proprio tu, sempre cosi` attento alle questioni di genere, sempre pronto a sottolineare la violenza con cui le donne si ritrovano intrappolate in modelli normativi imposti loro dal mercato e dalla cultura patriarcale, sua ancella. Proprio tu hai partecipato e ti sei fatto fotografare alla corsa del Mocio Vileda rosa e del Perlana. Perche` se hai avuto il cancro al seno sei una donna e se sei donna non c'e` modo migliore per "sensibilizzarti" che venderti spazzolone e secchio per lavare i pavimenti e detersivo per il bucato. Rosa, ovviamente, Il colore del cancro al seno. Un colore rassicurante, che vende, come fa vendere la nostra malattia. E lo sanno bene gli sponsor della Race. E lo sa bene anche Komen. Sei stato complice del pinkwashing, caro Nichi Vendola. Hai fatto e ti sei fatto pubblicita` utilizzando strumentalmente il cancro al seno.
Nel 2005, quando sei stato eletto governatore della Puglia, sono tornata appositamente dall'Inghilterra per darti il mio voto. E cosi` ho fatto anche per le ultime regionali. Avessi saputo allora della tua partecipazione odierna alla carnevalata di Komen, avrei fatto diversamente. Me ne ricordero`.

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