di Fede
Ok, passata la paura, passati gli interventi, passate le terapie, passati i follow up seriati più stretti bisogna cercare di tornare alla vita normale. Certo la paura e l'ansia di una recidiva non può essere capita da chi non l'ha provata sulla propria pelle, e tra chi l'ha provata non servono parole per spiegarsela. Tanto e' uguale, trasversale, colpisce tutte allo stesso modo. Eta, paese, lavoro, titolo di studio non fanno differenza.
Da " femmina" ( nella splendida accezione meridionale di questo termine ) un po' vezzosa ho sempre ritenuto che andare a fare un po' di shopping sia una splendida terapia per migliorare l'umore, per staccare il cervello, scansare i brutti pensieri, ma per una donna che ha subito una mastectomia anche il semplice acquisto di un reggiseno diventa un' impresa non da poco: niente ferretto, niente push up, niente stecche laterali, e ovviamente qualcosa che sostenga anche per cercare di minimizzare la differenza fra il seno normale, morbido, vivo che si muove ed e' soggetto alla forza di gravità, e la palla di plastica che si spaccia per la mia tetta sinistra che non si muove nemmeno sotto bombardamento (il solito mio chirurgo super bello cerca di convincermi che a 25 anni questa differenza non e' così importante, io continuo a rispondergli sorridendo dicendogli dentro la mia testa che però sua moglie le tette le ha tutte e due vere!).
Ricapitolando, entri in un negozio di intimo, ti guardi in giro con aria fra l'incerto, il frustrato,lo speranzoso e ti viene incontro la commessa : " Posso aiutarla????". Tu, già conscia che probabilmente se vuoi uscire da li con un reggiseno dovrai accontentarti, ci provi e le propini le tue richieste. Lei, intimorita, ti guarda come se fossi un'aliena. Ti arrendi e giustificandoti le dici " Sa, ho fatto una mastectomia!" Una volta un genio del crimine e' riuscita a chiedermi se l'avessi fatta perché avevo avuto dei problemi di salute. No, guarda, quella mattina mi sono svegliata, non sapevo cosa fare e mi sono detta "Su, mi faccio togliere un seno!" Dico io!
Comunque, lei ti guarda con uno sguardo che va fra l'inorridito, lo sconvolto, il preso a male e ti tira fuori i reggiseni che nemmeno la mia bisnonna giudicherebbe mettibili. Tu, che di un reggiseno ne hai bisogno, alla fine lo compri, e lei continua a guardarti con quell'aria di compatimento. Tu esci, e pensi che quella da compatire in realtà e' lei, ma dentro ti brucia e pensi che ancora una volta quello e' un altro piccolo grande cambiamento che con la malattia ( magari ormai passata) porterai con te, sempre.
Ma sapete che vi dico?!?! Forse forse se con la medicina le cose mi vanno male mi dedico alla creazione di reggiseni degni di questo nome per le donne che hanno subito mastectomia. Si accettano consigli!
Ok, passata la paura, passati gli interventi, passate le terapie, passati i follow up seriati più stretti bisogna cercare di tornare alla vita normale. Certo la paura e l'ansia di una recidiva non può essere capita da chi non l'ha provata sulla propria pelle, e tra chi l'ha provata non servono parole per spiegarsela. Tanto e' uguale, trasversale, colpisce tutte allo stesso modo. Eta, paese, lavoro, titolo di studio non fanno differenza.
Da " femmina" ( nella splendida accezione meridionale di questo termine ) un po' vezzosa ho sempre ritenuto che andare a fare un po' di shopping sia una splendida terapia per migliorare l'umore, per staccare il cervello, scansare i brutti pensieri, ma per una donna che ha subito una mastectomia anche il semplice acquisto di un reggiseno diventa un' impresa non da poco: niente ferretto, niente push up, niente stecche laterali, e ovviamente qualcosa che sostenga anche per cercare di minimizzare la differenza fra il seno normale, morbido, vivo che si muove ed e' soggetto alla forza di gravità, e la palla di plastica che si spaccia per la mia tetta sinistra che non si muove nemmeno sotto bombardamento (il solito mio chirurgo super bello cerca di convincermi che a 25 anni questa differenza non e' così importante, io continuo a rispondergli sorridendo dicendogli dentro la mia testa che però sua moglie le tette le ha tutte e due vere!).
Ricapitolando, entri in un negozio di intimo, ti guardi in giro con aria fra l'incerto, il frustrato,lo speranzoso e ti viene incontro la commessa : " Posso aiutarla????". Tu, già conscia che probabilmente se vuoi uscire da li con un reggiseno dovrai accontentarti, ci provi e le propini le tue richieste. Lei, intimorita, ti guarda come se fossi un'aliena. Ti arrendi e giustificandoti le dici " Sa, ho fatto una mastectomia!" Una volta un genio del crimine e' riuscita a chiedermi se l'avessi fatta perché avevo avuto dei problemi di salute. No, guarda, quella mattina mi sono svegliata, non sapevo cosa fare e mi sono detta "Su, mi faccio togliere un seno!" Dico io!
Comunque, lei ti guarda con uno sguardo che va fra l'inorridito, lo sconvolto, il preso a male e ti tira fuori i reggiseni che nemmeno la mia bisnonna giudicherebbe mettibili. Tu, che di un reggiseno ne hai bisogno, alla fine lo compri, e lei continua a guardarti con quell'aria di compatimento. Tu esci, e pensi che quella da compatire in realtà e' lei, ma dentro ti brucia e pensi che ancora una volta quello e' un altro piccolo grande cambiamento che con la malattia ( magari ormai passata) porterai con te, sempre.
Ma sapete che vi dico?!?! Forse forse se con la medicina le cose mi vanno male mi dedico alla creazione di reggiseni degni di questo nome per le donne che hanno subito mastectomia. Si accettano consigli!